Dicono che i treni, quelli che quando arrivano c’è da stropicciarsi gli occhi dalla meraviglia, passano una sola volta nella vita. Mario deve aver scelto la stazione giusta perché a soli 24 anni ha già visto spalancarsi davanti a sé le portiere di quattro diversi vagoni, dove quasi tutti i calciatori del mondo vorrebbero salire almeno una volta.

La Natura è stata benevola con Balotelli, donandogli un immenso talento che lo ha arricchito in maniera smisurata e talvolta sfacciata. Mario, ragazzo dal cuore buono, ha perso progressivamente la misura delle cose e questa società frenetica, basata sul business, lo ha risucchiato nel vortice delle tentazioni. Donne, macchine veloci, appartamenti lussuosi, notti brave non hanno mai colmato quel vuoto e quel senso di solitudine in cui Mario di tanto in tanto sembra ancora sprofondare.

Lasciò l’Inter in malo modo scagliando la maglia nerazzurra sul terreno di gioco, ma trovò ad accoglierlo a braccia aperte il tecnico che lo lanciò nel grande calcio, quel Roberto Mancini che per primo intuì le potenzialità di questo ragazzo dall’animo tormentato.
Il Manchester City lo ha ricoperto d’oro stendendogli un tappeto rosso davanti con su scritto ‘seconda possibilità’. Sì, un’altra chance, perché a vent’anni sarebbe una follia non tentare di riportare questo ragazzo bresciano sui binari giusti. Così Mancini ha dovuto vestire anche i panni dello psicologo, ma le debolezze del #45 alla lunga sono riaffiorate. ‘Why always me?’, la maglia mostrata dopo un gol nel derby di Manchester, sintetizza straordinariamente le angosce di chi sa di aver perso la bussola.
A volte Balotelli sembra vittima del suo talento, altre volte viene da chiedersi che ragazzo sarebbe stato senza la ricchezza e la notorietà di cui gode.
Abbandona la Merseyside e fa ritorno a casa, nella sua Milano, sponda rossonera, la squadra di cui è stato sempre tifoso. Dicono che nelle difficoltà il luogo migliore dove rifugiarsi è la propria dimora. Il Milan lo ha accolto, coccolato e assecondato fin dal primo giorno, ma tutto questo non è stato sufficiente per dare una svolta alla sua controversa vita professionale e privata. Mario Balotelli non conosce la tranquillità, il quieto vivere è una condizione che non gli apparterrà mai.

Dopo il pessimo Mondiale disputato si è ritrovato solo alla stazione, con lo sguardo fisso all’orizzonte in attesa di un treno che si fermasse per farlo salire. Nessuno avrebbe pensato che Rodgers, nelle vesti di macchinista, tirasse il freno per far salire SuperMario sul suo vagone rosso scintillante. Il Liverpool, uno dei club più gloriosi d’Europa, gli ha offerto l’ennesima possibilità; la Kop lo ha già acclamato al suo arrivo e gli farà sentire tutto il suo calore appena calpesterà l’erba di Anfield Road. Balotelli, ‘the man in Reds’, dovrà ripagare l’affetto del pubblico sfoderando tutto il suo talento.

In bocca al lupo Mario, fai in modo di non camminare mai solo!