Quello delle mappe mentali è diventato uno dei metodi più semplici, efficaci e divertenti per memorizzare, studiare e organizzare i propri impegni. Mappare, però, non è utile solo nello studio, nella vita lavorativa e professionale, ma anche e soprattutto a livello personale. Il motivo di questo successo è molto semplice: a differenza dei soliti appunti, costituiti da parole monocolore, le mappe mentali rispecchiano perfettamente il modo di pensare di ogni individuo.
Le mappe, presentate alla fine degli anni sessanta dal saggista e ricercatore inglese Tony Buzan, sono basate essenzialmente sul funzionamento naturale della memoria e, proprio per questo motivo, ogni cosa rappresentata attraverso questa tecnica è più facile da ricordare, anche in futuro. Ad aiutare nell’apprendimento giocano un ruolo fondamentale quattro elementi utilizzati per comporre una mappa: immagini, colori, parole chiave e rami. Le immagini, che valgono più di mille parole, stimolano l’immaginazione e la fantasia, con i colori, invece, aumenta l’attenzione e si creano più facilmente le associazioni tra i vari concetti, sintetizzati attraverso le parole chiave, articolate poi in vari rami e sottorami.
In Italia le mappe mentali stanno ottenendo sempre maggior successo, proprio perché il loro utilizzo è utile in ogni campo, e il primo istruttore certificato da Tony Buzan per insegnarle è Matteo Salvo. Oltre e prima di ciò, tra le tante cose, Matteo è stato il primo italiano ad ottenere il titolo di International Master of Memory ai Campionati Mondiali di Memoria di Londra nel 2013, detiene il Guinness World Records Memory Man per aver memorizzato in apnea un mazzo di carte da 52 pezzi ed è il Presidente dell’Italian Memory Sport Council, che fa conoscere le tecniche di memoria.
Noi de Il Giornale Digitale abbiamo intervistato proprio Matteo Salvo, che ci ha spiegato nel migliore dei modi cosa sono e come possono essere usate le mappe mentali.

Che tipo di formazione hai avuto?
Ho fatto il liceo classico e dopo, data la mia passione per le moto, ingegneria meccanica e, incontrando tantissime difficoltà, ho portato a termine gli studi ma, nonostante continui ad avere la passione, non ho mai fatto l’ingegnere. Penso che l’ingegneria meccanica mi sia servita per scoprire le mappe mentali perché avendo così tante difficoltà e non avendo un metodo di studio mi sono messo a cercarne uno: ho scoperto Tony Buzan, le mappe mentali e da lì è iniziato tutto il percorso.
Tu sei il primo istruttore di mappe mentali in Italia. Come, quando e perché sei venuto a conoscenza di questo metodo?
Ne sono venuto a conoscenza molti anni fa. Dire che sono il primo istruttore forse non è proprio corretto: sono il primo istruttore certificato da Tony Buzan. Ci sono tante persone che insegnano le mappe mentali, ma visto che sono una sua invenzione ci tenevo a fare la formazione con lui e, da qualche mese, sono diventato l’unico suo senior trainer in Europa.
Chi è per te Tony Buzan? Siete diventati anche amici nel corso del tempo? Perché, si sa, tra maestro e discepolo i rapporti si fanno sempre più stretti.
Tony Buzan per me è un maestro, un mentore, un esempio. Per l’amicizia dipende da cosa si intende per amici: quando ci troviamo stiamo insieme molto piacevolmente però l’amicizia, intesa come divertimento, non ci caratterizza.

Come descriveresti le mappe mentali a chi non conosce assolutamente niente di questo campo?
Una rappresentazione grafica del nostro pensiero e il nostro pensiero non lo possiamo modificare fino a che ce l’abbiamo in mente. Quando pensiamo a qualcosa a volte abbiamo una sensazione di stallo, di blocco di fronte alle situazioni perché è diversa la situazione mentale rispetto ad una fisica. Se voglio allenare un muscolo lo vedo dall’esterno e so che movimento devo fare per allenarlo, sulla mente ho la sensazione che non possa farci niente. Nell’istante in cui rappresento il pensiero in modo grafico ho la sensazione di poterlo modificare perché posso spostare i rami e rendermi conto di dove è più opportuno collocarne uno piuttosto che un altro.
É un metodo facile da imparare o richiede un continuo esercizio, un continuo aggiornamento?
É il modo naturale che ha la nostra mente di elaborare le informazioni perché essa ragiona per immagini, colori e associazioni e, una volta che lo abbiamo interiorizzato, paradossalmente si ragiona a mappe: la pianificazione della giornata, gli obiettivi, le cose da fare, la gestione dei collaboratori. Qualsiasi cosa passa attraverso una mappa.
Questo metodo non si usa solo per lo studio?
No, le mappe mentali hanno tantissime applicazioni come, per esempio, in campo aziendale, problem solving, pianificazione dei progetti, gestione dei collaboratori
A livello di vita quotidiana ti ritrovi a mappare dei momenti non proprio strettamente lavorativi?
Assolutamente si, tantissimo. Ad esempio in una relazione la mappa è utile per capire quali sono le cose importanti per una persona e quali sono importanti per l’altra, in modo da riuscire ad avere sempre armonia nella coppia. La mappa di relazione, con i fantastici sogni di coppia, serve per avere anche molta più complicità, grazie alla consapevolezza e al fatto che ciascuno ha il suo ramo con le cose che gli piace fare e uno con le cose che invece gli pesano proprio in modo da riuscire ad alternarsi.
Si può anche pensare di fare una mappa dei momenti più significativi e più belli per capire in che direzione andare l’anno successivo. Se quest’anno faccio una mappa con tutte le emozioni più belle che ho vissuto, sia a livello personale che professionale, dopo ne costruisco un’altra, basandomi su questa e chiedendomi che cosa dovrei fare l’anno prossimo per arrivare a dicembre e dire che è stato l’anno più bello della mia vita. Questo riesci a farlo grazie alla consapevolezza dei momenti per te più belli: sapere che qualcosa è più gratificante a livello emotivo ci porta a scegliere, se si può, in che direzione andare.

Un consiglio a chi si accinge ad utilizzare questo metodo delle mappe mentali? Un percorso da seguire per impararle al meglio?
Una cosa facile e super economica è acquistare un libro perché è una cosa che in pochissimo uno può fare per iniziare ad informarsi e a vedere, anche grazie al dvd, che facilita. Iniziare ad informarsi è la prima cosa, dopo dipende da quanto uno vuole approfondire, da qual è l’obiettivo della persona. Uno dei commenti che sento più spesso, però, è che, anche leggendo i libri, solo vedendo applicare le mappe si capisce la loro potenza.
È stato un percorso difficile il tuo a livello di mappe mentali?
No, è molto intuitivo e molto semplice perché è il modo naturale che ha la nostra mente di elaborare le informazioni.
Ci sono persone più predisposte?
Siamo tutti diversi, ma la mente ragiona in un determinato modo: è come dire che in macchina ciascuno ha il suo stile di guida ma per fare andare avanti la macchina bisogna fare determinate cose, non è che la macchina può partire girando lo specchietto. Allo stesso modo funziona la nostra mente quando elaboriamo le informazioni in quel modo specifico con immagini, associazioni di idee, colori, rami, parole chiave: ciascuno riesce ad acquisire quell’informazione, che poi sarà rappresentata in modo diverso, nonostante il sistema sia quello. Per esempio, una stessa parola può suscitare immagini diverse perché il concetto è oggettivo e la rappresentazione soggettiva.
Prossimi obiettivi lavorativi?
Un libro che uscirà a marzo sulla lettura rapida.