A.A.A: Ambizioso nella vita; Audace nel voler iniziare una nuova esperienza; Arrabbiato per quello che avrebbe potuto essere, ma che invece non è stato. Tre aggettivi, tutti con la prima lettera dell’alfabeto, importanti nella vita di Mauro Esposito. Si, proprio lui. Quel calciatore offensivo capace di saltare come birilli gli avversari, di conseguire la Serie A con il Cagliari, di segnare 23 reti nella massima serie, di trasferirsi alla Roma, senza avere troppa fortuna causa infortunio, di ripartire dal basso pur di rilanciarsi, anche nei campi meno famosi della Serie B e Lega Pro. Esposito, nato il 13 giugno del 1979, ne ha passate tante, senza perdere, tuttavia, il sorriso, il coraggio per arrivare in alto. Pensate, poteva persino diventare Campione del Mondo nel 2006 con la Nazionale azzurra allenata da Marcello Lippi, ma l’allora CT gli preferì Mauro German Camoranesi che poi alzò la Coppa iridata in Germania. Pazienza pensò Esposito che, a “Il Giornale Digitale” si confida a 360°, parlando anche della sua nuova esperienza e di quello che potrà accadere.
Mauro Esposito, una domanda che tutti i suoi tifosi si chiedono: tornerà a giocare nuovamente dopo aver twittato tempo fa di un suo possibile rientro in campo?
Dipende dal progetto, senza dubbio. Mi sono allenato un po’ di giorni con il Termoli (compagine di Serie D), senza trovare un accordo sulla parte contrattuale. Dopo 10 giorni ho abbandonato e mi sto tenendo in forma con “Quelli della Notte”, una società amatoriale iscritta al campionato di Serie A UISP Lega Calcio Pescara. Sono in contatto, comunque, con alcuni club americani e malesi (le trattative sono seguite dall’agente Fifa Fernando Nicolas Clavijo ndr).
Nella tua carriera calcistica, fino a questo momento, hai vestito le maglie di Pescara, Udinese, Cagliari, Roma, Chievo, Grosseto e Atletico Roma. Qual è stata la tua esperienza più significativa?
Ho iniziato con il Pescara, sfiorando la A, poi sono passato all’Udinese che mi prestò al Cagliari. In Sardegna ho fatto benissimo, perché ho contribuito prima alla salvezza in B e poi alla promozione nella massima serie, che per me ha rappresentato un sogno. Grazie a Zola arrivammo in A con giocate straordinarie, che hanno messo in luce le mie qualità e contribuito ai miei 16 gol durante il primo anno da esordiente tra i “grandi”. Poi, causa infortunio, non ho potuto far vedere le mie caratteristiche altrove, ma va bene così.
Con la maglia dell’Italia hai collezionato sei presenze. Certamente una grande emozione. Ci puoi dire che sensazioni si provano?
Emozioni che non scorderò mai, le più belle della mia vita calcistica, che vengono prima dell’esordio in Champions League con la Roma. Per il resto non ho rimorsi, anche se potevo partecipare al Mondiale in Germania nel 2006.
Cosa farà da grande Mauro Esposito?
(Ride ndr) Per il momento sono un imprenditore del brand Barraca™, un Marchio Italiano che nasce durante un viaggio in Brasile. Vorrei comunque seguire il calcio, i miei figli che già stanno iniziando a giocare e, un giorno, perché no, diventare un bravo direttore sportivo. Fare l’allenatore? Non mi ci vedo in questo ruolo.
In bocca al lupo Mauro.
Foto:worldfootball.net