Nata in India migliaia di anni fa, l’Ayurveda non è considerata solo una scienza per il benessere fisico, ma anche filosofia, psicologia, scienza dello spirito e, come dice il suo nome, una “scienza di vita” proiettata al completo benessere fisico e mentale.
È la medicina più antica del mondo, e al tempo stesso, la più diffusa dopo quella occidentale. Attualmente 1/5 della popolazione mondiale, circa un miliardo di persone, si cura con i rimedi ayurvedici. In India, è riconosciuta ufficialmente dal Servizio Sanitario Nazionale e viene insegnata in 120 istituti superiori e in 46 università e per ottenere il titolo di medico ayurvedico ci vogliono 7 anni di studio.
Lo scopo della medicina ayurvedica non è solo quello di eliminare i sintomi delle malattie, ma mantenere la vita umana al più alto livello, sia fisico che spirituale. Infatti, per un medico ayurvedico fare un trattamento significa equilibrare l’organismo attraverso le piante, l’alimentazione, il massaggio e la meditazione. Il tutto è basato sulla profonda conoscenza del corpo, e della sua relazione con la mente e con lo spirito, in uno stato di totale equilibrio.
Il successo dell’Ayurveda in occidente è dovuto al suo porsi come medicina complementare, quindi come tale si affianca alla medicina tecnologica senza sostituirla. La terapia comprende rimedi naturali, euritmia curativa, massaggio ritmico, balneoterapia, terapia artistica, pedagogia curativa.
Secondo la scienza indiana, ogni individuo appartiene ad una specifica costituzione, conosciute come dosha, Vata, Pitta e Kapha, che rappresentano tre elementi, rispettivamente aria, fuoco e terra, a cui sono associate delle sostanze curative, in base al profilo. La medicina sostiene anche che all’interno del corpo esistano energie dalle polarità negativa e positiva, che interagiscono tra loro, incontrandosi in alcuni punti del corpo umano, o centri energetici detti chakra, in cui sono concentrati le energie vitali dell’uomo, e sono correlati ad un suono, un colore, ad un elemento e alla relativa forma di questo elemento. Grazie agli esercizi di yoga e soprattutto attraverso i massaggi, si possono liberare i chakra dai blocchi energetici riuscendo a ottenere un maggiore benessere fisico e spirituale.
In risposta al bisogno della popolazione, è cresciuto anche l’interesse della comunità medica, che ovviamente ha sentito la responsabilità di esplorare la valenza scientifica dell’Ayurveda, arrivando alla conclusione che l’Ayurveda è una buona pratica di prevenzione: le sue regole alimentari e lo stile di vita che propone sono validi e la loro efficacia è stata confermata anche da studi di medicina occidentale, perché cura e preserva il benessere di una persona nel suo insieme, ma non può essere utilizzata come terapia per problemi acuti, quindi può essere presa in considerazione contro alcune malattie della pelle, problemi di digestione, e asma, ad esempio. Inoltre, sono state confermate le proprietà benefiche di alcune sostanze utilizzate.
I rimedi ayurvedici sono composti da decine di erbe che vengono lavorate in modo da estrarne solo alcuni principi attivi. Questi vengono poi lavorati con altri estratti da altre piante che hanno proprietà opposte o complementari. Lo scopo è quello di esaltare l’effetto equilibratore su tutto l’organismo, non solo su una delle sue parti e di evitare qualsiasi possibile effetto collaterale.
La domanda che ci poniamo è: “Sono tutte sicure queste sostanze?“. Noi sappiamo che i prodotti a base di piante medicinali sono generalmente considerati sicuri, ma il rischio sta nell’uso che se ne fa e nella scarsa qualità che, a volte, si ritrova nei composti. Proprio per questo in Italia l’Istituto superiore di sanità ha eseguito dei controlli sulla presenza di pesticidi, delle ceneri totali, dei metalli pesanti e della carica microbica. Non sembravano esserci rischi tossicologici correlati alla loro qualità.
Diversamente, alcune delle preparazioni, specie quelle in cui c’erano sali minerali e piante, presentavano sofisticazioni, deterioramento e contenuto di metalli pesanti superiore ai limiti accettabili. Tali risultati sottolineano la necessità di controlli di qualità sui prodotti a base di piante medicinali per garantirne la sicurezza d’impiego.
Oggi sappiamo che esistono differenti metodi terapeutici non convenzionali, che sono le cosiddette terapie complementari, ovvero approcci differenti da quello farmacologico. C’è l’omeopatia, l’agopuntura, le cure per il rilassamento, per la meditazione e anche le terapie spirituali, senza mai abbandonare le terapie convenzionali.