Tre mesi di Governo Renzi, tre mesi tra i più intensi della storia della Seconda Repubblica coincisi in gran parte con una delle campagna elettorali più accese di sempre. L’ex Sindaco di Firenze, il terzo Premier di fila non arrivato dalle urne, ha preso il posto del compagno di partito Letta ( discutibili le modalità, indiscutibile la necessità di un passaggio di testimone), ma che cosa ha davvero rispettato di quel programma che lo aveva visto trionfare l’8 Dicembre 2013 sullo sfidante, ex Ds Cuperlo, e cosa invece non ha realizzato o non gli è stato permesso di realizzare? Tre mesi sono pochi, anche in politica, ma in un clima di anti-casta accesso come quello di questi anni, diventano già un banco di prova importante per verificare le capacità di un Presidente del Consiglio.
Il programma delle Primarie
Matteo Renzi si era presentato alle Primarie con un programma basato fondamentalmente su pochi ma precisi punti da attuare il prima possibile. Diventato Segretario del partito, quegli obiettivi, considerati da molti irraggiungibili e propagandistici sono diventati in poche settimane quelli del Governo. Visitando il suo sito, www.matteorenzi.it è possibile ancora recuperare il documento programmatico con cui si era rivolto ai cittadini pochi mesi fa. Sintetizzando i passaggi fondamentali si potrebbero riassumere in tre grandi punti: riforma della Costituzione, riduzione della spesa pubblica, snellimento del carico fiscale.
Riforma della legge elettorale e abolizione del Senato
Il patto del Nazareno con Berlusconi rimarrà nei ricordi di molti, tra la stranezza dell’incontro in sé e la rabbia di buona parte della sinistra del partito. Renzi che dialoga con il nemico di sempre, e riesce ad ottenere un accordo per certi versi epocale, segna un cambiamento netto per la politica bipolarista della Seconda Repubblica. Si trovano intese sulla legge elettorale e sulla riforma del Senato, ma passano pochi giorni, il Pdl si spacca, la componente di Ncd appoggia il Governo, la nuova Forza Italia si tira indietro. Inizia un tira e molla tra le parti per modificare l’accordo iniziale a favore o meno di un partito piuttosto che un altro; Ncd pretende l’inserimento delle preferenze nella nuova legge per andare a votare, Berlusconi non ci sta. La riforma del Senato è interpretata da qualcuno come sua totale abolizione, si smuove la protesta della sinistra radicale e del M5S, Ncd vorrebbe conservare il senato elettivo. La confusione è tale che in commissione del Senato passa la proposta Calderoli per votare con le preferenze il nuovo Senato, mentre in Aula approvano la formazione di una nuova Camera non elettiva con Sindaci e Consiglieri Regionali. Tanto frastuono, ma la situazione è bloccata. In questo forse Renzi non ha colpe, una maggioranza ereditata dai governi precedenti così eterogenea non permette mai di trovare accordi stabili.
![[ Credits photo: www.reporternuovo.it ]](https://www.ilgiornaledigitale.it/wp-content/uploads/2014/05/igd_1d6a743311527dcdbc03db1a63bcc144.jpg)
Riduzione spesa pubblica
Qua il discorso è se possibile ancora più complesso. Per ridurre seriamente la spesa pubblica sono necessari interventi strutturali che difficilmente si possono attuare in pochi mesi; diverso è il tentativo di far comprendere ai cittadini l’intenzione di dare una svolta, iniziando dalla riduzione dei costi della politica. Ad Aprile, tra le urla di Fi che gridava al “golpe”, è diventata legge l’abolizione delle Province, che dovrebbe portare non rinnovando i vecchi consigli provinciali, alla scomparsa di circa 3000 poltrone. A queste andrebbero aggiunte quelle dei Senatori, che se dovesse passare l’idea originale di Renzi non sarebbero più eletti e perciò nemmeno retribuiti. Si parla di gocce nell’oceano rispetto all’enorme debito pubblico del Paese, ma segnali tuttavia condivisi e apprezzati che hanno provato in parte a riavvicinare alla politica l’elettorato deluso.
![[ Credits photo: www.beppegrillo.it ]](https://www.ilgiornaledigitale.it/wp-content/uploads/2014/05/igd_7c36a96c1bebdc21952825540c114ff3.jpg)
Irap, Irpef e il bonus degli 80 euro
Per tentare di far ripartire l’impresa, il Governo ha decretato un taglio dell’Irap del 10%, che secondo proposte degli ultimi giorni dovrebbe essere esteso ulteriormente per le piccole imprese. Sul fronte Irpef, la manovra sicuramente più importante per il momento, anche se vista da alcuni come propagandistica, è stata quella del bonus di 80 euro esteso anche a cassintegrati e disoccupati (ma che ha lasciato fuori i pensionati). Apostrofato come regalo da “pochi spiccioli” e denigrato dalle forze di opposizione, in effetti il bonus sta iniziando ad arrivare nelle buste paga di molti cittadini, dando sollievo a quelle famiglie che non riescono ad arrivare con le spese, alla fine del mese.
![[ Credits photo: www.comunisti-italiani.it ]](https://www.ilgiornaledigitale.it/wp-content/uploads/2014/05/igd_969906713fbbc07ed05f9a21547d4688.jpg)
Fondamentalmente se si va a rileggere il programma iniziale, si può dire che in linea di massima Renzi ha rispettato buona parte delle sue promesse, e laddove esse non siano diventate ancora legge sono in procinto di farlo o sono state bloccate dagli alleati quando stavano per essere realizzate ( legge elettorale, riforma del Senato). Difficile stabilire se per uscire da questo stallo la soluziona più opportuna sia quella di ricorrere alle urne anticipatamente, o quella di trovare ulteriori accordi con le forze che oggi appoggiano il Governo. Per Renzi, un personaggio che ha rivoluzionato in breve tempo la politica italiana, probabilmente andare al voto, grazie al carisma e al consenso che riesce ad avere anche tra i moderati, sarebbe la soluzione più semplice.
Intanto continua per la sua strada, in un clima mai stato così acceso come quello di questi giorni; è riuscito a trovare un accordo per salvare i lavoratori dell’Electrolux col suo Dl Lavoro e è tornato ( primo politico a farlo dopo tanto tempo ) nelle piazze faccia a faccia con gli elettori, a volte contestato, senza però mai scappare dal confronto. L’elenco fatto per quanto incompiuto si riferisce ad un lasso di tempo di appena tre mesi, e andando indietro con le ricerche per verificare l’esordio dei Governi che lo hanno preceduto, difficilmente si riesce a trovare un impatto tanto forte in così poco tempo.
[ Credits foto in evidenza: www.corriereuniv.it ]