“Quando mi chiedono che lavoro faccio esito sempre un po’ prima di rispondere. E comunque odio essere chiamata Fashion Blogger, non lo sono”.
Esordiscono tutte più o meno così coloro che hanno un blog e trascorrono le proprie giornate a creare outfit e composizioni – spesso floreali – ad hoc per i loro followers.
Quella delle Fashion Blogger è una micro categoria appartenente ad una grande rete di persone che, ognuna nel proprio settore, sono diventate dei veri e propri influencer. Li chiamano così perché attraverso i loro scatti riescono a dettare moda influenzando gli acquisti e lo stile di vita di molti. Scatti dietro i quali c’è tanta ricerca e altrettanta attenzione ai dettagli. Viene fatta un’accurata selezione tra quello che sul web funziona di più e quello che, invece, proprio non piace. Vengono scelti (o creati) oggetti di contorno che siano colorati e stravaganti. Solo allora va scattata la foto. E, nonostante di selfie ne è pieno il web, spesso per farlo è necessario che ci sia qualcuno dall’altra parte dell’obbiettivo, o smartphone che sia. Foto che vanno editate prima di renderle pubbliche, ma non troppo. Una cosa l’abbiamo capita tutti: sui social funziona l’immediatezza, la spontaneità, siamo stanchi di prototipi irraggiungibili. Ecco perché quello dei Blogger è diventato un fenomeno tanto influente. Potresti essere tu.
È un lavoro?
E potresti esserlo sul serio perché è un qualcosa di accessibile a tutti. È qui che genera la confusione e si dà vita alla generazione più esposta di sempre. E, diciamolo, quindi anche quella più in pericolo.
Brand, ristoranti, alberghi e imprenditori di ogni genere si avvalgono dell’influenza che alcuni Blogger hanno sui social – chi non è sui social? – per sponsorizzare, in modo più o meno occulto, i loro prodotti. L’aspetto più interessante è che il prodotto in questione giunge ad una quantità innumerevole di persone ad una velocità mai vista prima: il marketing a tempo di click. Quindi gli imprenditori scelgono il Blogger più adatto al loro prodotto e alle loro tasche, lo contattano, gli propongono un’idea, contrattano circa il prezzo da pagare e stabiliscono le dinamiche da rispettare per rendere appetibile il prodotto in questione, ai fini di ricevere feedbak positivi dai vari seguaci. Ai quali va risposto, sempre: il contatto col pubblico è importante. In ordine sparso, questo è quanto si cela dietro le foto di chi è una Blogger per professione. Le dinamiche sono simili a quelle di un qualsiasi altro lavoro di vendita. E quindi sì, è una professione a tutti gli effetti. Queste persone investono tempo, creatività ed energie per portare al termine il lavoro affidatogli. Devono fare i conti con la concorrenza e fornire, quindi, idee sempre innovative. Devono rispettare delle scadenze ed essere professionali. Devono curare il loro personal branding. E così impariamo a conoscerli attraverso i vari scatti. Alcuni di loro li amiamo, altri li odiamo, ma non possiamo fare a meno di seguirli e di essere curiosi della loro vita che, mai come questa volta, ci appare così vicina alla nostra. Del resto la strategia più comune tra i vari Blogger è quella di farci entrare in casa loro. Di scattare foto in circostanze comuni a tutti: a tavola, dall’estetista, durante una passeggiata romantica o al parco con i loro bambini. Il messaggio che si intende far passare è uno solo: la mia vita è esattamente come la tua. Ci sembra di conoscerli e di volergli bene per davvero e la mattina in ufficio discutiamo con la nostra collega sulla festa di compleanno del bambino X, figlio di mamma e papà X. Sembra essere stata proprio una bella festa. Sembri averci partecipato. Sai perfino quanti regali ha ricevuto quel bambino che nemmeno conosci.
2.0 no limits
È difficile da immaginare un lavoro così.
Eppure i social sono entrati nella nostra quotidianità abbattendo tutti gli schemi dell’intimità che fa tanto casa, famiglia, protezione.
Non vi è più una reale scissione tra il lavoro e la casa perché si è connessi sempre al proprio mondo virtuale risultando così reperibili in qualsiasi momento. Capita a tutti. Ma per chi di questa esposizione mediatica ne ha fatto un lavoro la faccenda si fa più delicata. Basta un attimo e tutta la famiglia diventa una cornice perfetta per lo scatto del giorno e le mura di casa sono aperte a chiunque, o a nessuno che dir si voglia. Il web non ha limiti se non quelli che tu stesso ti imponi e un genitore, al di là del lavoro che svolge, dovrebbe agire sempre nel rispetto e nella protezione verso i propri figli. Troppo spesso vediamo sui profili delle varie mamme super cliccate apparire anche scatti dei loro bambini. Li vediamo di fianco a loro in campagne pubblicitarie o sui set fotografici. Dunque, è giusto che questi bambini siano sotto gli occhi di tutti? E che vengano criticati a più non posso da terzi? Condivisi di bacheca in bacheca perché belli e (già) famosi? E, soprattutto, siamo certi che non corrano nessun rischio? Il web, ancora una volta, non conosce limiti e ha cambiato prepotentemente le nostre abitudini. Da un lato facilitando le nostre vite e dandoci infinite opportunità. Dall’altro, invece, ci ha resi schiavi di un sistema in cui tutto quello che è portato all’eccesso è considerato giusto. L’approccio a questo nuovo modo di fare comunicazione, ad esempio, ha fatto sì che la nostra intimità lasciasse il posto al nostro ego. Al punto da proiettare sui nostri figli il desiderio di successo e condivisione. Al punto – in non pochi casi – di costringerli a pose plastiche e vestitini scomodi per poi dare in pasto a milioni di utenti lo scatto più in del momento. Quello mamma e figlia, seguito da quello in cui la bimba è da sola o, ancora, quello in cui la piccola cerca di imitare a più non posso la sua mamma tanto acclamata, imparando ben presto il sapore dei cinque minuti di notorietà. Ma facendo un passo indietro e toccando la realtà con mano: chi di noi porterebbe regolarmente i propri figli in ufficio? Chi li farebbe prender parte ad una noiosa riunione di lavoro in cui ognuno dice la sua, magari anche alzando la voce? E se quello delle Fashion Blogger è un lavoro, perché trasformiamo i nostri figli in Baby Fashion Blogger? Il fenomeno di queste baby icone sta prendendo piede sempre di più e attraverso Instagram è possibile accedere a diversi profili under 18 in cui abbondano shooting di mini-model in perfetto stile chic.
Le definiscono appassionate di moda. La curiosità, ad oggi, è quella di sapere se un domani ricorderanno tutto questo come una bella esperienza.
[Fonte: blog.netooki.com]