La wearable technology, ossia la tecnologia che può essere indossata, è la nuova dimensione verso cui il fashion system sembra pendere sempre di più, rispondendo così alle esigenze di chi vede in questo binomio un’accoppiata vincente dal punto di vista economico. Abbigliamento e accessori che incorporano computer e tecnologie elettroniche avanzate sono sempre più numerosi sulle passerelle degli stilisti, ma anche nelle nuove uscite provenienti da differenti start-up. L’approccio futuristico della moda e il suo legame con le nuove tecnologie comprende sia una motivazione puramente estetica, ma anche funzionale, utile e dinamica. Abiti che si trasformano da soli, tessuti intelligenti in grado di raccogliere in un ampio data base dati riguardanti la salute e le emozioni, droni volanti o borse 2.0 sono i nuovi capisaldi su cui si punta in vista di un futuro in cui l’alta sartorialità rimane alla base, ma è l’innovazione a costruirne le mura.

Il dubbio che permane riguarda però proprio la loro resistenza e stabilità, nonché il futuro di una manualità che di tecnologico non ha proprio nulla: se da una parte l’artigianato rivendica il ruolo da protagonista, considerato da molti la carta vincente per risollevare le sorti del made in nazionale e internazionale, la marea tecnologia che ha travolto tutti i campi professionali non vuole arrestarsi, toccando con mano pesante anche i tessuti dell’alta moda. Così la moda avanza e si trasforma incastrata tra due soluzioni, quella artigianale e quella hi-tech, tra passato e futuro, in un presente che vuole una manualità di stampo futuristico. Si tratta dunque di una trasformazione che mantiene intrinsecamente le basi di uno stile autentico e tradizionale che non può essere limitato, ma sviluppato di pari passo con l’innovazione.

Hussein Chalayan / Fonte: dezeen.com
Hussein Chalayan / Fonte: dezeen.com

Lo scontro tra le due soluzioni è infatti controproducente e con l’inevitabile avanzata tecnologica, la moda deve accettare la fusione tra artigianato e innovazione, considerando quest’ultimo un vero e proprio valore aggiunto, che potrebbe persino facilitare pratiche complesse dal punto di vista manuale. Non si tratta poi di un monopolio assoluto, ma della realizzazione di alcune collezioni e linee di abbigliamento e accessori che potrebbero andare di pari passo con quelle più tradizionali. Un esempio è la borsa 2.0 nata dall’idea di tre amici che hanno fondato una start-up in grado di unire in modo complementare moda e tecnologia. Si tratta di Alessandro Colella, 37 anni, modellista della Bianchi e Nardi di Scandicci ma con un passato nel settore dell’elettronica, e di Daniele Salassa, 29 anni, già responsabile commerciale della Superior, adesso in forza al gruppo Kering, il colosso del lusso cui fanno capo brand come Gucci e Yves Saint Laurent. Il risultato del loro progetto mantiene esteticamente tutte le caratteristiche di una pregiata borsa di lusso, senza togliere nulla allo stile dell’eleganza made in Italy, nascondendo al proprio interno un dispositivo in grado di immagazzinare una quantità enorme di file visualizzabili poi su dispositivi Apple o Android attraverso un’applicazione. Una memoria viaggiante dunque, capace di trasferire documenti tra un dispositivo e l’altro senza bisogno di cavi o chiavette.

Hussein Chalayan / Fonte: dezeen.com
Hussein Chalayan / Fonte: dezeen.com

La moda tecnologica conserva poi un lato puramente estetico davvero particolari, in quanto gli effetti speciali creati attraverso computer e sistemi a led sono sorprendenti e catturano l’attenzione grazie a giochi di luce, trasformazioni di tessuti e movimenti dei materiali altrimenti impossibili. La twinkle t-shirt, per esempio, tramite sensori all’interno del tessuto e una batteria ricaricabile, si accende e spegne in base ai movimenti del corpo, mentre il mdress è il classico tubino nero, che permette però di effettuare chiamate solo alzando ed abbassando il braccio. Novità utilizzate nelle proprie creazioni da molti stilisti all’avanguardia come Hussein Chalayan, designer cipriota che ha creato abiti in grado di trasformarsi da soli mentre sono indossati. L’effetto è spettacolare e non può non suscitare curiosità e catturare lo sguardo degli amanti della moda e di nuove tecnologie.

Con lui anche le due sorelle stiliste Ezra e Tuba Çetin e la loro couture label Ezra+Tuba Atelier, che propongono una collezione radicata nella storia e nella cultura turca, proiettata però allo stesso tempo al futuro. I preziosi ricami a mano si mescolano ai circuiti di nanotecnologia e il risultato è un abito da sera color oro da cui si libera un volo di farfalle, insieme a droni e piccoli robot che rendono la loro sfilata una di stampo futuristico, ma che non dimentica mai il suo background. Non bisogna dunque mai perdere di vista quello che è il contesto culturale precedente in cui le nuove forme tecnologiche si sviluppano e la loro compatibilità con quest’ultimo.

[Fonte Cover: alvufashionstyle.com]