Il portiere è l’immagine di un Mondiale. Guardate il loro look e il loro modo di giocare, osservateli nel loro mese di gloria. E sì, perché nessuno come un portiere può trovare la propria fortuna nelle quattro settimane di un Mondiale. Ci vuole il fisico, la preparazione mentale e una buona dose di fortuna. Avete presente quel pallone che non vuole entrare? Come se ci fosse un vetro davanti alla porta? Allora benvenuti.
È il caso di numeri 1 che hanno fatto la storia, come Goigoichea, l’hidalgo argentino che nel 1990 subentrò, dopo la seconda partita dell’Argentina, all’infortunato Pumpido. Parò di tutto, compresi quattro rigori tra quarti di finale e semifinale. Chiedete informazioni a Donadoni, ancora se lo sogna. Oppure a Lothar Matthäus che lasciò il penalty della finale a Brehme. Goigoichea non lo prese per un centimetro. Era nel suo mese di gloria, ma lì non ci poteva proprio arrivare. Della sua carriera, però, non si ricordano molte altre imprese, oltre a quelle televisive a La noche del diez.
Chissà dove andrà a giocare Guillermo Ochoa, portiere del Messico. Sembrava invalicabile prima del gol con cui Sneijder ha rotto il vetro atzeco. Eppure è senza squadra, anche se un tifoso dell’Ajaccio ha messo in vendita online la propria casa nel centro della città pur di avere tra le mani 10 milioni con cui far firmare al portiere un contratto di tre anni. Investitori moderni. Hanno impressionato, a mio modesto parere anche Rais, portiere algerino, e Tim Howard, estremo difensore USA. Tanto che in America qualcuno ha proposto per Howard il ruolo di ministro della difesa.
Non è il Mondiale dei portieri. Perché tutti i Mondiali, sono Mondiali dei portieri. In un lasso di tempo così breve è lui che diventa protagonista nel bene o nel male. Fenomeno di costume (nel senso che la sua divisa era orrenda) come Campos nel 1994 o Higuita in Italia. Eccentrici, colorati, moderni, si diceva allora. Perché giocavano con i piedi, fuori area, tra un dribbling e un colpo dello scorpione. Poi un giorno Higuita prova un dribbling di troppo su Milla e perde il pallone. E il Camerun va ai quarti. Nessuno lo critica. Higuita è un’istituzione in Colombia. Ma in questa Colombia, allegra ma disciplinata, ballerina ma intelligente tatticamente e concreta, non giocherebbe un minuto. Piuttosto gioca Mondragon, quello che ha battuto il record, diventando il giocatore più anziano del Mondiale. E indovinate di chi era quel record?
Il portiere moderno è Neuer della Germania. Alto, potente, forse non troppo agile, ma vigoroso. Vi sfido a trovare un numero uno più decisivo. Chi gioca con lui gioca in 12. Può contare su un portiere affidabile e al tempo stesso un libero vecchia maniera. Baluardo insuperabile. Se la gioca con Thibaut Courtois del Belgio per il ruolo di migliore del Mondiale. Romero dell’Argentina non sembra sicurissimo, invece. Para in due tempi, non trattiene, esce e non esce. Ma ha fortuna e si vede. Conta anche quello in un Mondiale. E un palo all’ultimo secondo vale come una bella parata. Ha fortuna anche Julio Cesar ma poi ci mette del suo. Si commuove ancora prima di parare i rigori dei cileni, perché è un romantico. Poi sfodera gli artigli e regge le speranze del Brasile. È ancora uno dei più grandi Julione.
Hanno forse detto addio Casillas, in malo modo, e Buffon. Nei confronti del nostro capitano c’è poco da recriminare: quando doveva parare l’ha fatto e forse anche di più. Ma ha perso due partite su due e in molti si ricorderanno del suo Mondiale solo perché l’unica vittoria l’abbiamo fatta con Sirigu in porta. Il buon senso suggerirebbe di ripartire dal portiere del PSG. Le prestazioni di Salvatore anche. Ma il calcio, si sa, è pronto a raccontare sempre nuove storie. Chi l’avrebbe detto che Zoff avrebbe alzato una Coppa del Mondo a 40 anni. Chi oltre a Bearzot avrebbe creduto in lui? E per voi chi sono i portieri più forti del Mondiale?
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