Un’uniforme a tinta unita che racchiude in sé l’unione e la forza di un Paese che ha da sempre lottato. Un colore che racconta di una passione, quella per il calcio, lo sport più seguito e amato dal popolo italiano.
La sua storia affonda le radici nel lontano 1910, anno dell’esordio assoluto con la Francia, durante il quale vennero indossate le prime magliette di colore ‘bianco‘, con polsini e collo inamidati e un nastro tricolore appuntato sopra. Pare infatti che, nel momento di decidere la prima tenuta di gioco, si sia voluto far indossare alla Nazionale la maglia bianca in onore del club italiano più forte del momento, la Pro Vercelli. (Molto probabilmente la scelta di un colore neutro come il bianco era semplicemente dovuta al fatto che non si era raggiunto ancora l’accordo sulla divisa ufficiale).
Nonostante l’indecisione iniziale, ad oggi il colore per eccellenza della maglia ufficiale della Nazionale italiana è l’azzurro.
L’occasione si presentò durante un’amichevole con l’Ungheria disputata a Milano il 6 gennaio 1911. Una scelta ponderata, quella di sostituire le magliette con una nuova divisa dal colore del cielo. Ma questa volta tingerla di azzurro avrebbe dovuto significare molto di più che una semplice sostituzione. (Il nuovo colore impiegò qualche anno ad affermarsi anche nelle altre compagini nazionali. Soltanto nel secondo dopoguerra il colore azzurro venne adoperato anche per le altre divise sportive).
La leggenda vuole che l’uniforme riprendesse il colore dello stendardo della casa reale dei Savoia sul quale poi campeggiava lo stemma sabaudo (appunto l’azzurro, o meglio il ‘blu Savoia‘). Inoltre la divisa avrebbe previsto in abbinamento pantaloncini bianchi e calzettoni neri (col tempo anche quest’ultimi divenuti azzurri).
Azzurro dal colore del mare e del cielo. Come i colori di una squadra di calcio che ancora oggi continua a portare in alto il suo nome.
Già dai primi anni del Novecento si era diffusa la credenza secondo cui le divise italiane dei primi decenni fossero di una tonalità di azzurro molto chiara, più vicina al celeste. Una falso storico protrattosi negli anni a causa delle copertine acquerellate che La Domenica del Corriere dedicava alla squadra. Nelle poche immagini a colori dell’epoca, infatti, le maglie venivano rappresentate con un celeste molto chiaro.
Una scelta fuorviante, quella del noto settimanale milanese, tanto da influenzare a distanza di un secolo anche le divise Kappa dei primi anni duemila, e la maglia celebrativa realizzata dalla Puma per la Confederations Cup 2009.
Fu poi con l’avvento del regime fascista degli anni trenta che i colori dell’Italia calcistica furono soppiantati dal ‘nero‘ che interessò l’intera divisa. Un breve intermezzo influenzato dalla politica dittatoriale di Benito Mussolini che vide la sua fine solo dopo la caduta del regime; il solo colore, limitato a un inserto sulla manica sinistra, ritornò sulle maglie azzurre.
Ad oggi non sono state registrate vistose varianti cromatiche, fatta eccezione per qualche riporto e sfumatura sui bordi dell’intera divisa. Tuttavia, in tempi recenti lo ‘sponsor tecnico‘ (Puma dal 2003) ha proposto frequentemente pantaloncini di colore azzurro come la maglia, sostituendo i classici shorts bianchi.
Era il 2006 quando per i Mondiali svoltisi in Germania la divisa predilesse l’azzurro nella sua completezza (maglia-pantaloncini-calzettoni). E l’occasione si ripresenterà a breve.
Per tutti gli appassionati di calcio l’imperdibile appuntamento dei Mondiali 2014 è fissato il 12 giugno, giorno in cui avverrà la cerimonia di inaugurazione a San Paolo.
Sarà la giusta occasione per poter spodestare finalmente la Spagna, erede e campione mondiale in carica? Attendendo il 13 luglio, non ci resta che sintonizzarci per sostenere i nostri azzurri e sperare, come sempre, nella gioia di una schiacciante vittoria.