Urla, schiamazzi e insulti. Certo, il calcio è fin troppo abituato a tutto ciò ma quel che sta accadendo durante questi Mondiali di calcio sfiora il ridicolo. In Brasile, si sta facendo un altro passo verso la morte di questo meraviglioso gioco e sport. Ci sono due aspetti da valutare che portano a questa conclusione: le proteste del popolo brasiliano e le polemiche arbitrali che stanno avvolgendo le prime partite della rassegna.

LE PROTESTE DEL POPOLO – In Brasile, la qualità della vita non è proprio uniforme. Come in molti paesi sudamericani, c’è chi vive nel lusso e nei grattacieli e c’è chi è costretto a vivere in delle catapecchie, nelle cosiddette Favelas, tra l’altro fucine di giovani campioni carioca. La contestazione è giustificata perché molte case sono state liberate anche con la forza per garantire la costruzione di una strada o di una qualsiasi altra struttura utile per i Mondiali di calcio. I lavoratori sono in sciopero per gli sprechi effettuati per l’organizzazione, i salari troppo bassi e il crescente aumento del costo della vita. Esempio degli sprechi è lo stadio dove oggi l’Italia debutterà a Manaus: costato 250 milioni di euro e costruito nel bel mezzo della foresta Amazzonica, probabilmente non nverrà mai più utilizzato perchè a Manaus non c’è una squadra di calcio locale. Quello che non si può giustificare affatto sono i black bloc, che si sono infiltrati nelle manifestazioni per creare la solita confusione e rendere inutili le manifestazioni pacifiche dei cittadini brasiliani. La soluzione sarebbe quella di sfruttare gli impianti anche dopo la manifestazione ma potrebbe accadere davvero oppure è più facile che la povera gente rimanga senza casa?

LE POLEMICHE SUL CAMPO – Sul campo le polemiche non si spengono. Brasile-Croazia, Messico-Camerun e Olanda-Spagna sono state caratterizzate da errori arbitrali a volte macroscopici. Qui il problema non è risolvibile perché un piccolo svizzero di nome Blatter che ha paura di presentarsi alla cerimonia inaugurale, non ha mai voluto applicare la tecnologia sul campo, neppure per episodi clamorosi come i gol fantasma. Il calcio è un gioco e ha delle regole: se la palla entra, è gol. Non si può passare oltre perché su questi episodi si possono decidere competizioni come queste che si giocano solo ogni quattro anni e che per qualcuno può rappresentare l’occasione di una vita intera. La moviola può funzionare come ha funzionato nel 2006 quando il quarto uomo Medina Cantalejo, grazie ad un maxischermo, segnalò la testata di Zidane a Materazzi all’arbitro Elizondo. Cosa sarebbe successo se il francese fosse rimasto in campo? Le soluzioni ci sono, ma come detto, per ora non si possono applicare. Continuiamo allora a prenderci in giro dicendo che questo è uno sport regolare e giusto.

Tra due anni, a Rio De Janeiro, ci saranno le Olimpiadi. Cambierà qualcosa? Lo dubitiamo ma la speranza è sempre l’ultima a morire. La Grecia per le Olimpiadi del 2004, complici anche i bilanci falsati del governo ellenico, è ora sotto una crisi di dimensioni inenarrabili. Vi prego, non facciamo la stessa cosa col Brasile.