I rapporti tra USA e Russia non sono di certo idilliaci, vista la recente situazione ucraina. La NASA ha così deciso di affidarsi a Boeing e Space X per i nuovi “space taxi” e svincolarsi così dalla dipendenza che hanno tuttora con la Russia.
Dal 2017 gli Stati Uniti torneranno nello spazio con un veicolo americano. L’agenzia spaziale statunitense ha commissionato a Boeing e Space X i nuovi taxi adibiti al trasporto degli astronauti americani sulla Stazione Spaziale Internazionale. Un contratto complessivo da 6,8 miliardi di dollari: 4,2 miliardi a Boeing e 2,6 miliardi all’azienda californiana Space X del magnate della Tesla, Elon Musk. La prima si occuperà di realizzare tre navicelle CST-100 (Crew Space Transportation) da sette passeggeri, la seconda avrà il compito di adattare l’attuale cargo Dragon al trasporto degli astronauti.

Risale a luglio 2011 l’ultimo volo con la shuttle americano Atlantis. Da allora, la navetta russa Soyuz è diventata l’unico vettore spaziale in grado di trasportare equipaggi umani sulla Stazione Spaziale e di riportarli a Terra.
Un servizio “navetta” che è diventato troppo stretto per gli americani. Da una parte la difficile situazione tra USA e Russia sul fronte ucraino e i rapporti sempre più tesi tra le due super potenze. Dall’altra il costo esorbitante per l’affitto di un posto a bordo delle navette Soyuz, circa 70 milioni di dollari per ogni membro dell’equipaggio. Ogni anno vi hanno accesso circa 6 unità, col beneplacito del Cremlino.
Una situazione di sicuro non più percorribile, soprattutto nel lungo periodo, che crea una dipendenza alquanto pericolosa per la Casa Bianca. Inoltre, secondo l’amministratore della Nasa Charlie Bolden, ciò permetterà di concentrare ancor di più le forze su una missione ancora più ambiziosa, l’invio dell’uomo su Marte.
La Nasa sta sperimentando, infatti, lo “Space Launch System”, un razzo vettore derivato dallo Shuttle progettato per le missioni nello spazio profondo e per portare gli astronauti a metter piede sul pianeta rosso. Ogni anno questo progetto, intitolato “Space Rocket Launch System”, divora circa 1,6 miliardi di dollari. Fonti autorevoli danno per certo che il vettore sarà pronto entro la fine del 2018 e nel 2030 ci sarà il primo sbarco umano su Marte.
Questo svincolo dalla Russia non rappresenta, quindi, solo una necessità di autonomia, a cui la Nasa punta senza troppi giri di parole, ma anche un nuovo slancio per approdare definitivamente sul tanto ambito pianeta rosso.
[Cover source: wonderfulengineering.com]