La medicina fa e ha fatto progressi inauditi nel giro di pochissimi decenni, e gli sviluppi continuano giorno dopo giorno. Non da ultima, infatti, l’invenzione di un chip sottocutaneo per monitorare costantemente la salute e alcuni valore del sangue, direttamente sullo smartphone. Si tratta di un enorme passo avanti per la medicina personalizzata: un centimetro quadrato sottopelle che potrebbe risultare molto utile ai medici per tenere sotto controllo la salute di un paziente e monitorare il dosaggio di un farmaco.
Il cip è nato al Politecnico Federale di Losanna (EPFL), ed è stato costruito con tre principali componenti: si tratta di un circuito dotato di sei sensori, una conseguente unità di controllo che analizza le informazioni ricevute dai 6 sensori, e infine un modulo di trasmissione radio che invia i dati al paziente. I sei sensori elettrochimici reagiscono a una vasta gamma di composti, in modo tale da poterli rilevare anche a distanza di tempo, e per diversi giorni e settimane. I dati raccolti dal dispositivo sottocutaneo sono inviati al cellulare tramite il dispositivo bluetooth, consentendo di visualizzare in diretta il responso dell’analisi del sangue. Il continuo funzionamento del chip è garantito da un cerotto adesivo fissato sulla pelle, che funziona da batteria esterna, dal quale il chip trae energia.

L’invenzione appena descritta per la medicina su misura ha superato tutti i test che hanno avuto luogo presso i laboratori dell’Istituto di Ricerca in Biomedicina (IRB) di Bellinzona, che sono stati effettuati sui topi da laboratorio con esiti più che positivi. Il team medico che si è occupato di questi test è riuscito a registrare senza soluzione di continuità i livelli di glucosio e paracetamolo (un comune farmaco ad azione analgesica), tracciando un quadro clinico quotidiano degli animali via wireless. Il coordinatore della ricerca, Sandro Carrara, ha dichiarato: “Questo è il primo chip al mondo in grado di misurare non solo ph e temperatura corporea, ma anche di quantificare la presenza di farmaci e molecole legate al metabolismo come il glucosio, il lattato e colesterolo”.
I risultati clinici ottenuti fanno talmente ben sperare che gli scienziati dicono che già nel giro di 3-5 anni si potrebbe dare inizio a test clinici effettuati direttamente sulle persone. Il positivismo a riguardo è decisamente evidente, anche perché si tratta di un chip sottocutaneo semplice, poco invasivo e che potrebbe avere un risvolte davvero utile e determinante sulla salute dell’eventuale paziente. La procedura di installazione del chip, tra l’altro, è molto semplice: per funzionare correttamente il dispositivo deve essere semplicemente impiantato appena sotto l’epidermide.
Si tratta di una tecnologia medica ad personam che apre e aprirà le porte della medicina personalizzata per ognuno di noi, attraverso la quale sarebbe possibile lo studio di strategie e cure terapeutiche specifiche per ogni paziente, con il conseguente aumento dell’efficacia di una cura e la riduzione degli effetti collaterali. “Conoscere l’impatto dei farmaci sul metabolismo in modo accurato e in tempo reale – ha spiegato Carrara – è la chiave di volta per lo sviluppo di terapie sempre più precise e personalizzate”.
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