Lo scorso venerdì 18 Novembre, alle 22.40, su Real Time TV è approdato Napoli Sound, una sorta di talent canoro per neomelodici che si è sostituito a ‘Il Boss delle Cerimonie’. Orfani di Don Antonio Polese, gli spettatori avrebbero dovuto affezionarsi ai due artisti a cui è stata affidata la conduzione del nuovo format TV: Luciano Caldore e Nancy Coppola. Ospite al Maurizio Costanzo Show e a Verissimo il primo, per il suo esordio discografico nel 1996 con La luna, le stelle e il mare, ma anche attore; sei album alle spalle e grande seguito tra i neomelodici napoletani per la seconda, sorella di Gino Coppola, altro nome noto nel panorama neomelodico campano.
Dopo i matrimoni e i prediciottesimi, il kitsch meridionale è ancora acclamato in TV e stavolta protagonista è la musica popolare. 4 giovani in gara per contendersi una borsa di studio al Conservatorio di Salerno. Uno show non di grandi pretese che però è iniziato già attorniato da polemiche in rete. “Vorrei un attimino zittire quelle persone dello spettacolo che hanno il conservatorio e mantengono la bacchetta in mano” ha dichiarato Nancy su Facebook in risposta alle prime voci contrarie allo show, e ha continuato “Il nostro era un gesto carino nei riguardi di questi ragazzi per aiutarli ad esaudire un sogno uscendo fuori dai propri problemi. Parlate tanto dei grandi artisti del passato ecc. Tanto di cappello, ma magari qualcuno l’avesse fatto con me. Io mi sono costruita da sola e ho voluto soltanto offrirgli non un po’ del mio studio, ma un po’ della mia esperienza. Quindi state sciolti“.
Napoli Sound è privo di identità. Partito come un talent con pre-audizioni, la voice over che vuole raccontare le speranze degli aspiranti concorrenti, è diventato un docu-reality nel raccontare le storie alle spalle dei protagonisti, tra padri in carcere e infanzie difficili. Ultima carta: dipingere il quadro del neomelodico perfetto a mò di tutorial artistico, privo di pathos, però, e dell’ironia di Don Polese che rendeva i suoi matrimoni più intriganti.
I due conduttori offuscano la scena dei protagonisti e la carriera di Nancy e Luciano toglie spazio al percorso formativo dei giovani aspiranti cantanti, relegati a comparse. C’è chi sostiene sia un’offesa alla vera canzone neomelodica napoletana che vanta nomi del calibro di Mario Merola, tra gli altri.
A poco è valso l’appello dei conduttori lanciato al pubblico per commentare sulla fanpage della casa produttrice, la Kimera, a favore della vita dello show. “Prepariamoci a un’altra ondata di qualunquismo e vere e proprie offese verso Napoli perché, già guardando i trailer, pare chiaro quale sia l’obiettivo della trasmissione” così commentavano in attesa del lancio del programma il consigliere regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli, e Gianni Simioli, conduttore di “La radiazza” su Radio Marte. Il timore di sminuire la cultura musicale partenopea appiattendola al solo genere neomelodico aveva sollevato le critiche iniziali. Le immagini andate in scena e l’aborto della narrazione televisiva hanno fatto il resto.