I matrimoni gay sono diventati legali in altri cinque Stati americani. E in Italia? Bè, qui c’è Alfano, che è più papista del Papa, perché quando Papa Francesco disse “chi sono io per giudicare?“, credo intendesse che a farlo sarebbe potuto essere il Ministro Alfano.
Ebbene, purtroppo per noi, in Italia, nel 2014, le persone omosessuali non possono sposarsi e nemmeno possono riconoscere le unioni civilmente. La verità è che in Italia la tentazione di guardare sotto le lenzuola degli altri è troppo forte. Il matrimonio gay, chiamato anche matrimonio ugualitario, è la sfida attuale del movimento omosessuale in tutto il mondo. Al momento attuale i gay possono sposarsi nei seguenti stati europei: Paesi Bassi, Belgio, Spagna, Norvegia, Svezia, Portogallo, Islanda, Danimarca, Francia, Inghilterra, Galles, Scozia e Lussemburgo.
La maggioranza di governo si spacca sulle nozze gay. Dopo l’annuncio della circolare di Alfano che vieta la registrazione dei matrimoni gay contratti all’estero, la polemica non si placa e il tutto si è trasformato in una discussione infuocata tra esponenti delle forze politiche. Il ministro ha chiesto ai prefetti di invitare formalmente i sindaci a cancellare le trascrizioni. Ma è subito rivolta tra i primi cittadini: da Bologna a Napoli, da Roma a Grosseto, i sindaci non ci stanno e invitano alla disobbedienza, mentre tutte la comunità gay, sia di sinistra che di destra, punta il dito contro il ministro.
“Alfano si candidi a leader delle sentinelle in piedi. Il suo annuncio che invierà una circolare oggi stesso ai prefetti per cancellare le trascrizioni dei matrimoni gay contratti all’estero è l’esempio di un ministro dell’Interno che vuole derubricare i diritti civili a questione di ordine pubblico“, afferma in una nota Fabrizio Marrazzo, portavoce di Gay Center.
Il presidente dem Matteo Orfini invita Alfano “invece di annullare le trascrizioni dei matrimoni gay” a “renderli possibili anche in Italia“. Ironico invece il leader di Sel, Nichi Vendola: “Si dovrebbe dire ad Alfano di uscire dalle caverne“. Dura anche la reazione di alcuni sindaci, che in questi mesi hanno promosso le trascrizioni nei registri comunali delle unioni omosessuali celebrate all’estero, tra cui Virginio Merola, ad esempio, sindaco di Bologna: “Se vogliono annullare gli atti delle trascrizioni dei matrimoni contratti all’estero lo facciano. Io non ritiro la mia firma. Lo facciano dunque ma non nel nome di Bologna, che come sindaco rappresento. Io non obbedisco“.
Anche Giuliano Pisapia, sindaco di Milano, che ha avviato le trascrizioni di sette matrimoni gay celebrati all’estero, annunciandolo con un post sulla propria pagina Facebook. Alfano passa al contrattacco: “Mi sono visto tirare addosso una quantità di insulti e di aggettivi di una violenza inaudita pur avendo solo esercitato la legge”, dice ad Agorà, sottolineando di essere “laico” sulle unioni civili, ma contrario al matrimonio, che “è solo tra uomo e donna“. Amen.
Ci sono molti modi per smontare i pregiudizi e i preconcetti, che ancora molti hanno nei confronti dell’omosessualità e che spingono alcuni perfino a manifestare contro il poter essere legittimamente gay. Ci sono ragioni biologiche, sociologiche, che da anni dimostrano come la famiglia sia una forma mutevole e sempre in divenire, ci sono ragioni giuridiche, la Corte Europea ha infatti già dichiarato che nel matrimonio sono ricomprese anche le coppie dello stesso sesso, ci sono poi ragioni etiche, umane, morali, religiose.
Ma se proprio di religione vogliamo parlare, Gesù ha predicato sempre l’amore, in ogni sua forma e che il cristianesimo condanna gli abusi e non l’amore. Il suo messaggio più importante è sempre stato quello di rimanere vicino agli esclusi della società, messaggio che oggi Papa Francesco sta reinterpretando e adeguando ai tempi moderni, mentre la politica, o almeno certa parte della politica, ancora finge di seguire la tradizione, strizzando l’occhio ad alcune componenti più conservatrici e corporative, ma soprattutto senza comprenderne l’essenza.
Proprio qualche giorno fa, la drag queen austriaca con la barba Conchita Wurst, vincitrice del concorso canoro canoro Eurovision Song Contest 2014, è stata invitata da alcuni eurodeputati a parlare di diritti civili e a cantare al Parlamento europeo. La tentazione di chiederle cosa pensasse della decisione di Angelino è stata troppo forte. Candida, come il suo tailleur, la sua risposta: “Non so perchè ci siano ancora politici che si preoccupano tanto per questo, non capisco. Non dovremmo parlare di sessualità, come del colore della pelle. In un futuro ideale non dovremmo più preoccuparci della sessualità delle persone. I politici dovrebbero solo far rispettare democrazia e pari diritti per tutti. Mi rammarico che ancora non esista il diritto di amare la persona che scegli, tutti gli esseri umani vogliono vivere in pace e libertà ed soprattutto essere felici“.
Possibile che ci voglia una drag queen con la barba per sentire queste parole?