Dopo quasi sette anni di presidenza, Barack Obama ha finalmente il suo account Twitter. Lunedì 18 maggio 2015, il presidente degli Stati Uniti si è ufficialmente buttato in una sfida del tutto nuova: cercare di comunicare in non più di 140 caratteri. In prima persona. Un account tutto suo, proprio come quello della moglie Michelle, con un naming che riprende l’acronimo più noto del suo ruolo: @POTUS (President Of The United States). Account che in soli tre giorni ha già guadagnato oltre due milioni di follower e, purtroppo, ha fatto registrare anche i soliti insulti razzisti di chi si nasconde dietro una tastiera.

Foto dall'account Twitter @POTUS
Foto dall’account Twitter @POTUS

Lunedì, il presidente degli Stati Uniti Barack Obama, ha inaugurato il suo account personale su Twitter, promettendo di impegnarsi personalmente – non attraverso membri del suo staff – con il popolo americano nel forum più caotico del web, in quella che è diventata una sorta di piazza globale nell’era di Internet. Obama si è buttato nella mischia con una breve descrizione – “Papà, marito, e 44° Presidente degli Stati Uniti” – e una foto di lui che tiene per mano una folla nella passeggiata commemorativa avvenuta nel mese di marzo attraverso il l’Edmund Pettus Bridge a Selma, in Alabama. Ha lanciato il suo primo post alle 11.38 con un saluto – “Ciao, Twitter! Sono proprio io, Barack. Davvero!” – e una frase liberatoria – “Sei anni qui, mi hanno finalmente concesso il mio account personale.”

Già in prima serata, più di un milione di persone hanno iniziato a seguire le riflessioni del presidente. Un successo senza precedenti. In confronto, il suo alter ego in Gran Bretagna, David Cameron, che si è unito Twitter nel gennaio 2010, ha poco più di un milione di seguaci. Papa Francesco, che ha lanciato il suo primo tweet nel dicembre 2012, ha poco più di sei milioni. La direzione intrapresa da Obama sembra metterlo sulla buona strada verso il raggiungimento di celebrità come Katy Perry, che primeggia su Twitter con quasi 70 milioni di seguaci, e Justin Bieber, che è al secondo posto con quasi 64 milioni. Potenzialità che sono confermate dall’account Twitter già esistente @BarackObama, che è stato avviato nel 2007 e ha 59,2 milioni di seguaci, gestito però dallo staff che ha seguito la campagna elettorale di Obama e raramente utilizzato dal presidente in persona. Senza dimenticare, poi, l’account @WhiteHouse, che twitta le comunicazioni ufficiali ai suoi 6,1 milioni di follower. La promessa del nuovo account @POTUS è, però, qualcosa di profondamente diverso da questi ultimi due. Un post sul blog della Casa Bianca ha annunciato che il nuovo account Twitter sarà caratterizzato da tweet provenienti esclusivamente da Barack Obama. E gli utenti dell’information network sembrano aver preso alla lettera che Obama possa scorrere in prima persona la sua timeline nel tempo libero.

Il rapporto tra gli Obama e il social dei 140 caratteri è sempre stato collegato a un enorme successo di popolarità: è loro il tweet per eccellenza, quello della rielezione, lanciato il 7 novembre del 2012 dall’account precedente, quello della campagna elettorale e utilizzato quasi esclusivamente dallo staff. Sempre da Twitter sono state date notizie centrali per la politica americana come l’uccisione di Osama Bin Laden o più recentemente gli incidenti per le violenze della polizia. Ora il numero uno americano scende nel campo social, con un aurea di popolarità e comunicatività che già dice molto dell’operazione, non propriamente politica-istituzionale, ma già pensata per la fine del secondo mandato nel 2016. Obama, come è noto, non potrà più essere rieletto e la presenza di presidente e first lady, di marito e moglie, insieme sui social, sembra proiettata verso nuovi orizzonti, in una sorta di trasformazione di una delle coppie più giovani e cool della storia politica americana in qualcos’altro. Da notare come attenta sia anche la scelta di chi seguire. Obama, ad esempio, segue le università che ha frequentato e le rispettive squadre sportive, del suo periodo giovanile e della sua città (Chicago), tutti i dipartimenti e gli ambasciatori più importanti. Michelle, invece, segue principalmente le mogli dei colleghi del marito e quei progetti cui ha legato la sua attività in questi anni: reinserimento dei soldati e salute pubblica.

Anche su Twitter, però, non tutto è rose e fiori. Non sono mancati, infatti, gli insulti razzisti verso Barack Obama, primo presidente afroamericano della casa bianca. Subito, quasi immediati. Di risposta al suo primo cinguettio sul nuovo account: “Hello N*gger’: Conservatives Welcome President Obama To Twitter”. Ad accorgersene il giornalista del Washington Post Jonathan Capehart, il quale ha scoperto che l’account da cui sono partite le offese è risultato disattivato. Un gesto oltre che razzista anche vigliacco. Cose che spesso camminano a braccetto. Senza parlare degli altri insulti. Tra questi anche l’augurio di “beccarsi il cancro”. “Non c’è dubbio – scrive il giornalista del WP – che Obama non sia più di tanto scioccato o sorpreso dall’accoglienza razzista. Dopo tutto si tratta di un uomo che resiste da sei anni a una totale mancanza di rispetto. Mi chiedo se nel profondo non sia tuttavia rimasto deluso. Come lo sarebbe un qualunque essere umano”. Oltre che deluso, il presidente degli Stati Uniti sarà sicuramente consapevole. Le sue parole a Selma lo scorso 7 marzo lo testimoniano: “Sappiamo che la marcia non è ancora conclusa, la corsa non è ancora vinta”. E il riferimento ai fatti di Ferguson e agli altri episodi di violenza della polizia nei confronti di afroamericani che hanno riempito le cronache recenti lo testimoniano. Il lavoro di Barack Obama e di chi gli succederà nel 2016 dovrà, quindi, proseguire, con la stessa forza e con lo stesso coraggio di quella prima marcia avvenuta il 7 marzo 1965. Affinché quel Bloody Sunday non diventi che un ricordo, solo un lontanissimo ricordo.

[Photo source: khvnam.com]