Il primo uomo di ogni donna

Il padre, nel periodo infantile, è dipinto in modo positivo, quasi fiabesco, eroe “senza macchia e senza paura”. Il rapporto che noi figlie creiamo con i nostri papà è diretto, spontaneo ed esclusivo. Chi non amava da bambina osservare con occhioni adoranti il papà farsi la barba o mettersi la cravatta?

Il papà è la nostra fonte protezione e aiuto, guida, consigliere e rifugio emotivo. Tutte le bambine, vedono il padre come il proprio fidanzato o principe azzurro: però questo elemento se rimane nella vita adulta può creare dei problemi nei rapporti con l’altro sesso, perché qualunque altro uomo saarà sempre paragonato al padre, e difficilmente uscirà dal confronto vincente.

Dove finisce l’infanzia ed inizia la fase adolescenziale, il rapporto padre-figlia si modifica: può migliorare oppure divenire un “rapporto conflittuale“, poichè la figura paterna viene vista autoritaria e limitante alla propria libertà personale. “La figura paterna“, spiega Adelia Lucattini, psichiatra, psicoterapeuta e psicoanalista, “svolge un ruolo fondamentale nella crescita dei figli, in modo diverso nei maschi e nelle femmine ma ugualmente importante. Il padre, attraverso la sua presenza, non costituisce soltanto un modello per la scelta del partner ma anche un esempio a cui le figlie possono attingere per definire la propria vita professionale e il proprio stile di vita“.

il padre della sposa

Nei confronti della figlia, il padre svolge la funzione fondamentale di aiutarla a fondare la propria identità femminile, in particolare durante l’adolescenza. Protettore del “sesso debole”, ma nello stesso tempo, estraneo alla natura femminile, il padre, presente o assente che sia, ha il potere inevitabile, di segnare l’identità, i comportamenti e tutto quello che concerne la vita da adulta della figlia.

Non sempre però i padri assolvono la loro funzione di costruire la fiducia di base della figlia. “Purtroppo, pochi padri riescono a trattare le figlie con la dovuta disinvoltura e affetto“, queste le parole dello psicoanalista Pani, “spesso non abbracciano le figlie perché il contatto li spaventa. Alcuni padri inoltre ritengono che le cure verso i figli siano di esclusiva pertinenza materna, come se gli uomini non dovessero avere voce in capitolo. Naturalmente si tratta di resistenze dovute anche a un fatto culturale del quale non si è sempre consapevoli“.

Se la ragazza si sente privata di una parte importante del rapporto con il padre, potrebbe provare carenze affettive, che la spingerebbero a cercare compensazioni attraverso i rapporti con l’altro sesso. E allora, se la relazione con il proprio padre non è stata sufficientemente positiva, si è condannate all’infelicità? La risposta fortunatamente è negativa, perché saranno proprio le esperienze sentimentali a fornire alla donna una via per uscire dalla trappola del rapporto conflittuale con il padre, lenendo a poco a poco il senso di rabbia e delusione.

Non è certo facile separarsi dal senso di rabbia che fa ancora soffrire, perché ricorda la sensazione di essere state private di qualcosa di importante. Ma cominciare a riconoscere il proprio risentimento ed incanalarlo verso un progetto di crescita è già un primo passo per riuscirci.

Tipologie di padri e figlie

padre e figlia

Se per le figlie possono esserci quelle più tranquille, quelle un po’ più ribelli, con cui creare un rapporto alla pari, per lo più basato sulla sincerità, quando parliamo di tipologie di padri, passiamo da “padre idealizzato“, figura avvolgente, omnicomprensiva, totalizzante, al “padre assente“, no presente in alcun modo nella vita della figlia, né dal punto di vista fisico né dal punto di vista affettivo, una persona totalmente disinteressata alla vita della figlia.

Al contrario del “padre presente“, che ha una significativa relazione emotiva e affettiva con la propria figlia. È una presenza interessata, comprensiva, comunicativa, disponibile, che funge da guida nello sviluppo della propria figlia, in contrapposizione con i “padri inaffidabili“, che risultano difficilmente comprensibili. Da questa difficoltà possono nascere rapporti di tipo “amore-odio”, in cui il padre è al tempo stesso cercato e allontanato, un padre di cui è in definitiva difficile fidarsi.

La figura paterna è sempre stata relegata in secondo piano rispetto a quella materna, eppure ha un ruolo fondamentale nella crescita dei figli e, in particolare, delle figlie, perché su questo rapporto sarà fondata buona parte dell’autostima che la figlia avrà verso sé stessa nella vita.