Come tutte le mattine ho letto alcuni quotidiani generalisti e sportivi. Trovare una notizia positiva è stato difficile, quasi impossibile.
Lo sport è il tema che seguo in particolar modo e nell’ultima settimana ne sono successe tante.
Il caso Pantani, lo scandalo dello scommesse che si è esteso oltre il calcio inquinando anche il tennis, per sconfinare nell’hockey su pista. E poi le chiacchiere post Juventus-Roma alimentate dalle discutibili affermazioni di Morgan De Sanctis.
Pagine nere, inchiostro nero, periodo nero su sfondo nero. Senza dimenticare la bufera doping di cui vi ho parlato nell’editoriale della settimana scorsa.
Pantani, riaperto il caso Madonna di Campiglio
Ma andiamo con ordine. Pantani: a dieci anni dalla sua morte, due Procure sono tornate a indagare.
Marco Pantani è stato un atleta straordinario, il Campione che per un decennio è stato il catalizzatore dei media nazionali e internazionali, dominando la scena a scapito di sport più popolari e più ricchi.
Sulla sua scomparsa aleggia il mistero. Pantani è stato l’eroe tragico capace di uscire dalla parrocchia del ciclismo per conquistare l’attenzione del Mondo.
Non c’è stato un campione italiano dello sport recente più carismatico del Pirata di Cesenatico che danzava sui pedali e domava le montagne.
Le sue dichiarazioni erano titoli. Non sorprende che il suo nome sia tornato a conquistare le prime pagine e fra poco i primetime televisivi. Gli stessi giornalisti che lo hanno infangato, speculando sulla sua vicenda nel 1999 quel dannato giorno della tappa di Madonna di Campiglio, quindici anni dopo devono tornare sui propri passi. Rimangiarsi tutte le assurdità scritte senza sapere la verità. Una verità che continua a essere cercata grazie all’amorevole vicenda umana di mamma Tonina e papà Paolo Pantani che esigono inchieste fatte con il massimo rigore.
Dovrà essere chiarito una volta per tutte, se possibile, come mai Marco venne escluso dal Giro d’Italia 1999.
Con la Procura di Forlì che sta cercando di appurare se dietro ai valori ematici del Campione romagnolo ci fosse la mano della Camorra e delle scommesse clandestine.
Pantani forse ha commesso errori come tanti, ma ha pagato come nessuno. La verità molti non l’hanno voluta e ancora non la vogliono vedere.
Tennis scommesse: coinvolti Bracciali e Goretti
“Tranquillo, tanto Skype è sicura”. Mica tanto. Sono proprio le conversazioni in chat, considerate al riparo da ogni controllo, a scoperchiare un vaso di Pandora pieno di combine, truffe e scommesse. Gli atti sono quelli ufficiali dell’incidente probatorio che si è tenuto a Cremona a inizio ottobre nell’ambito dell’inchiesta sul calcioscommesse (primi arresti nel giugno 2011). Da allora gli indagati sono diventati oltre 100 e il materiale sequestrato (pc, tablet, smartphone) una enormità. Alla fine il pm Roberto di Martino ha chiesto e ottenuto dal Gip Guido Salvini di effettuare un incidente probatorio (ha valore di prova e non è ripetibile) proprio sugli apparecchi prelevati nelle perquisizioni. I periti hanno lavorato per diversi mesi e adesso siamo arrivati al dunque. E il dunque è un pozzo senza fine.
Le trascrizioni di conversazioni, telefonate e messaggi sono racchiuse in migliaia di pagine: combine e truffe emergono praticamente in ogni angolo. La Gazzetta ha visionato solo una parte del materiale, ma già da una prima lettura la situazione si presenta grave. Soprattutto per il clan del bolognesi (così conosciuto nell’inchiesta) composto da Francesco Giannone e Manlio Bruni, commercialisti di Giuseppe Signori. Tutti e tre arrestati nel giugno 2011. Poi ci sono Francesco Bazzani (detto il Civ), uno degli ultimi a essere fermato (dicembre 2013). E arriviamo alle new entry, persone che non erano indagate a Cremona, ma finite nella rete per le conversazioni con Bruni. Ci sono Roberto Goretti, attuale d.s. del Perugia ed ex giocatore di Napoli, Bologna, Bari, Como, Arezzo e naturalmente Perugia; Daniele Bracciali, tennista di buon livello (anche numero 49 Atp nel 2006) e più volte convocato in Coppa Davis. Calcio e tennis sono pesantemente chiamati in causa. Ci sono conversazioni tra i protagonisti, mentre altri giocatori sono chiamati in causa da racconti indiretti.
La rabbia di De Sanctis: Juve-Roma, derby infinito
Parole che lasciano il segno.”Alla Juve conta vincere ma non importa il modo: con loro mai ad armi pari”. “Purtroppo in Italia il potente ha sempre ragione e gli si può concedere di tutto”. “Se l’arbitro è indeciso mandano 5 giocatori a protestare per influenzarlo: è tutto studiato”. “Fa riflettere la sproporzione fra quello che hanno conquistato in Italia e in Europa”. “Io so come perdere, un giorno vorrei insegnare a Buffon come si vince”. “Nedved è stato inopportuno. Emma Winter? Alle signore non è gentile rispondere”. Parole di Morgan De Sanctis (alla Gazzetta): il portiere della Roma, e consigliere federale in quota sindacato calciatori, è stato durissimo nei confronti della Juve, dove ha pure giocato. Se il suo compagno Maicon, in un’altra intervista, aveva detto poco (anzi, nulla), ecco che Morgan è andato dritto verso il nemico di sempre. La sfida di Torino, con tutti i veleni, non è finita, e non finirà mai. Lunga la lista dopo l’avvelenatissima sfida di Torino. Ha parlato (a caldo) Totti, gli ha risposto la moglie di Andrea Agnelli, Emma Winter. Bonucci ha sbagliato con quel tweet uscito a Coverciano dove dovrebbe esserci una tregua azzurra (ma Conte, stranamente, non ha fatto nulla…). Ha fatto da pompiere Pallotta.
Ha riacceso i fuochi giallorossi Michel Platini, attaccato pure da De Sanctis ( “come presidente Uefa poteva evitare, è stato solo juventino”) : Platini tra l’altro martedì prossimo sarà a Roma per presentare l’edizione italiana del suo libro, edizione curata da Tony Damascelli. Vedrà Malagò alla Farnesina, nel summit dei ministri europei dello sport. Non risultano incontri fra il n.1 dell’Uefa e Tavecchio (che ha rilanciato il tema moviola, cosa che a Platini è piaciuta poco o nula…). Il n.1 del calcio europeo non vedrà Roma-Bayern: non va mai alle gare di Coppa, tranne ovviamente le finali. Ha parlato Nedved. Ha parlato Marcello Nicchi: per lui Rocchi allo Juventus Stadium non ha sbagliato nulla. Non la pensa così il designatore Domenico Messina: per lui Rocchi ha sbagliato perché il rigore su Maicon non c’era (e dopo, aggiungiamo noi, l’arbitro fiorentino è andato nel pallone…). Hanno parlato in tanti. In troppi. Altro che tenere i toni bassi. Come se ne esce?
Concludo con un ulteriore riflessioni sul caso di Pantani: il Campione che nel 1998 trionfò al Giro e al Tour, diventando un mito delle due ruote. Il ciclismo è lo sport che più degli altri permette di raccontare storie. E quella del Pirata è bella e assurda al tempo stesso. Nel 1999 quando stava dominando il Giro d’Italia, a due tappe dalla fine venne escluso dalla corsa rosa per ematocrito alto, quando nei giorni precedenti il suo valore si attestava sempre sul 48. Chi è atleta lo sa: l’ematocrito è un parametro che non varia repentinamente dall’oggi al domani.
Ora a 15 anni di distanza, si scopre che dietro a tutto questo c’è la mano della CAMORRA e delle SCOMMESSE CLANDESTINE.
Pantani non doveva vincere. Pantani era il più forte e aveva raggiunto il successo con sacrifici e talento che tanti gli invidiavano.
Questa è l’Italia. Il Paese dove la giustizia è una chimera e dove chi merita è costretto a lottare contro un SISTEMA marcio. Un sistema che sta rovinando anche lo sport, quello che dovrebbe essere uno svago, un diletto, un divertimento, un piacere.