Paolo Diop è arrivato in italia a 2 mesi, dal Senegal. Ha vissuto a Torino e oggi vive, da anni, a Macerata, polo universitario delle Marche, cittadina molto tranquilla, dove integrarsi con la comunità è molto più facile che altrove. Paolo si sveglia tutte le mattine alle 6 perché lavora in una multinazionale del pesce (si occupa di ideare e realizzare le ricette) e la domenica si diverte a fare l’assistente arbitrale. Da qualche settimana a questa parte Paolo è balzato agli onori della cronaca per una curiosa passione politica. Strana, insomma, per uno che viene dal Senegal.

Ciao Paolo, ci racconti come nasce questa passione per la Lega?

Innanzi tutto la mia nasce come passione per Salvini. Ho sempre avuto idee più vicine al centro destra, ma mai nessuno le aveva impersonate bene come Matteo. In questo senso non nasco “leghista” perché è stato lui la vera svolta. Salvini è schietto, dice le cose come stanno, a mio parere è l’unico che può condurre questo Paese, l’Italia, fuori dal marasma attuale. L’ho conosciuto personalmente, sia a Macerata che qualche giorno fa a Porto San Giorgio, e in entrambe le occasioni ho avuto l’impressione di aver a che fare con un vero leader. Non ne vedo molti altri in giro. E poi nel suo essere schietto ci somigliamo molto.

Fonte: foto LB
Fonte: foto LB
Facciamo un passo indietro. Non ti imbarazza sostenere uno che voleva, per intenderci, carrozze solo per i milanesi, che addirittura voleva pulire i vagoni dove erano saliti gli extrcomunitari…

Onestamente no. La Lega in passato aveva tutt’altro approccio e, come dici tu, eccedeva a mio parere in determinati comportamenti. Se facessimo questo ragionamento però non dovrei votare o sostenere nessuno, tutti hanno sbagliato almeno una volta. Dovrei fare quello che fanno molti miei coetanei e connazionali (parlo degli italiani) che si nascondono dietro un “sono tutti ladri” e finiscono per lasciare questo paese in mano presunti Premier che nessuno ha eletto.

Parli di Renzi?

Perché, qualcuno l’ha scelto?

Scusami, ti ho interrotto…

Dicevo che tutti i partiti hanno commesso errori. Dal PD a quelli di Centro Destra, lo stesso Movimento 5 Stelle non è immacolato, per cui partiamo dal presupposto che la Lega, in passato, non era la stessa cosa che è adesso. Matteo Salvini sta lavorando su un progetto per tutti gli italiani.

Ecco appunto, per tutti gli italiani. Non ci sarà spazio per altri, vero?

Se parliamo di immigrati e clandestini la risposta è no. L’Italia di oggi non è quella che ha accolto me 25 anni fa. È un’altra nazione, con grossi problemi. La pensano come me molti immigrati regolari che devono scontrarsi ogni giorno con l’ipocrisia di chi vorrebbe accogliere tutti, delinquenti compresi. È un circolo vizioso: i cattivi esempi finiscono per penalizzare noi che lavoriamo e paghiamo le tasse. Non si può, non si tratta né di razzismo, né di egoismo. Qualcuno può pensare che parlo così perché ormai sono italiano a tutti gli effetti, che me ne frego dei miei connazionali. E invece non è vero, perché io amo il Senegal, amo l’Africa, che è un paese ricco di risorse. Ed è per questo che Salvini dice “aiutiamoli nel loro Paese“.

Non ti sembra una frase un po’ razzista questa?

Credimi, no. Salvini non è per niente razzista. Lo ha dimostrato con me e lo dimostra quando mi parla di tutte le cose che si potrebbero fare in Africa per gli africani. Logico che a Salvini interessi per prima cosa, come giusto che sia, l’Italia. Esiste una priorità, una scala di problemi.

Torniamo a Paolo. Tu hai l’accento maceratese e ami scherzare sul fatto di essere nero

Negro. Io sono negro! Sai una cosa che mi fa incavolare da morire (dice un’altra parola n.d.r)? Quando mi dicono “di colore“. Ma di colore ci sarete voi! Io sono negro e ne sono orgoglioso. E tutti gli italiani mi rispettano. Credimi, questo non è un paese razzista, è solo un po’ ipocrita. Preferisce “di colore” a “negro”, preferisce predicare l’accoglienza dei profughi che quella dei lavavetri. Come dicevano i Punkreas (gruppo musicale punk anni ’90 n.d.r) “Se del lavavetri facci volentieri senza, il profugo lo accetto perché lava la coscienza“.

Ok, Paolo. Con Casa Pound invece come la mettiamo? Sai che sei stato tirato in ballo anche da loro?

Io ho molti amici in Casa Pound, ma non ne faccio parte. Se devo dire quello che penso, e mi rendo conto che è scomodo, mi rispecchio in molte loro idee. Non in quelle violente, ma anche questo va distino. Allora dovremmo usare lo stesso sdegno nei confronti di chi sostiene i NO TAV. Mica sono tutti buoni. Per 100 buoni ci sono 10 teste di ca**o che due giorni prima di Natale vanno a sabotare la stazione di Bologna. O dei gruppi anarchici. Prendete quelli che sono andati a protestare per l’Expo. Se ci fosse scappato il morto scommettiamo che saremmo qui a parlare di “eroe“? Allora è possibile che in Italia vadano bene tutti gli estremismi tranne quelli di destra?

credits: Paolo Diop
credits: Paolo Diop
No, ma è normale che suoni strano che a sostenerli sia un negro

Io sono entrato diverse volte in Casa Pound, sono sempre stato accolto benissimo, da fratello. Loro non sono razzisti sono nazionalisti. Ed io credo che non ci sia nulla di male ad amare il proprio Paese. Anzi, mi fa specie il contrario.

Ultimamente si sono dette diverse cattiverie su di te. Sai chi è Stephen?

Sì, lo schiavo di Leonardo Di Caprio in Django, quello interpretato da Samuel Lee Jackson. Mi hanno definito così alcuni fratelli neri, del Senegal. A Porto San Giorgio, dove ho incontrato Salvini, sono stato addirittura scortato perché molti ce l’avevano con me. Cosa devo dire? Non fa piacere essere accostato ad un servo, ma se questo è il dazio da pagare per una politica migliore io vado avanti per la mia strada.

Fonte: foto IMDB
Fonte: foto IMDB
Secondo: sulla tua pagina Facebook qualcuno dice che Salvini ti ha plagiato o addirittura pagato

Balle. Sciocchezze. Salvini avrebbe bisogno di Paolo Diop? La verità è che sono gli altri quelli che vogliono usarmi. Il PD vuole i neri tutti per se, così possono continuare a professarsi socialisti, comunisti, gente aperta. Poi non fanno nulla, né per noi, né per l’Italia. Io sono un uomo libero, e in quanto uomo libero scelgo di stare con Salvini. Se poi può essere un’opportunità anche per me tanto di guadagnato, di certo non mi tiro indietro.

Dove vuole arrivare Paolo Diop?

Per ora mi accontenterei di fare qualcosa per la mia città, Macerata.

E se arrivasse una chiamata di Salvini?

Non è nei miei piani adesso fare politica a livello nazionale. E non credo che Salvini possa pensare a me. Oggi le nostre priorità sono altre.

Per concludere, come è cambiata la vita di Paolo nell’ultimo mese?

A parte le notifiche su Facebook e le richieste di amicizia, i messaggi, le interviste e il circo mediatico, molto poco. Vedo sempre gli stessi amici, mi alzo sempre alle 6, lavoro come un negro (ride) e mi diverto quando posso. Ora cerco di mantenere i piedi ben saldi per terra e vincere la mia battaglia a Macerata. Ma quello che conta è iniziare a cambiare la mentalità della gente. Il razzismo lo sconfiggi se batti prima l’ipocrisia.

In bocca a lupo Paolo.

Crepi

Credits Cover: foto gentilmente concessa da Paolo Diop