Come la Chiesa cattolica vede la famiglia? Un argomento di forte attualità, anche perchè il 5 ottobre, domenica prossima, inizierà il Sinodo straordinario sulla famiglia, che durerà fino a domenica 19. Saranno due settimane intense ricche di discussioni rigorosamente a porte chiuse per focalizzare ” le sfide pastorali sulla famiglia nel contesto dell’evangelizzazione” come si afferma nell’intitolazione dell’evento.
Il centro dei dibattiti sarà il futuro del matrimonio cristiano, e non solo in Europa e in Occidente ma in tutto il mondo, secondo le diverse culture culture e tradizioni presenti sul nostro pianeta.
Il tema più delicato sarà senz’altro quello dell’ammissione ai sacramenti dei divorziati risposati. La Chiesa è da sempre contro il divorzio e a difesa dell’indissolubilità del matrimonio. Oggi, però, non può non considerare la presenza di un numero sempre crescente di coppie credenti divorziate e risposate, costrette a interrompere il loro percorso di fede nella comunità cristiana pur non volendolo.

Come avvicinamento al sinodo, Papa Francesco ha compiuto un gesto davvero sorprendente: domenica 14 settembre ha celebrato venti matrimoni, tra i quali, alcuni erano di coppie già conviventi e con figli.
Con questa scelta Papa Francesco ha lanciato un messaggio chiaro ed inequivocabile: le porte della Chiesa non sono chiuse per nessuno. Perfettamente conscio dei radicali cambiamenti nella società, prova ad accogliere tutti coloro che “bussano” alle porte della Chiesa per proporre un cammino di fede e di vita cristiana che abbia come punto di partenza le singole situazioni di ciascuno. Papa Francesco ha chiarito il suo pensiero proprio nell’omelia di quella messa “il matrimonio è simbolo della vita reale, non è una fiction! La vita insieme non è un cammino liscio, senza conflitti, non sarebbe umano. E’ un viaggio impegnativo, a volte difficile, a volte anche conflittuale, ma questa è la vita!” Perciò il Pontefice ha esortato le nuove coppie di sposi a volgere lo sguardo verso l’alto per chiedere aiuto nella vita matrimoniale: “Ci saranno croci, ma il Signore vi aiuterà!” Papa Francesco ha ripetuto la sua ricetta per non interrompere un matrimonio: “Mai finire la giornata senza fare la pace. E’ sufficiente un piccolo gesto, e così si continua a camminare.”

Non tutti, però, sembrano apprezzare questo cambio di passo di Papa Francesco: secondo i suoi detrattori, infatti,il rischio che si corre è di “portare a modello percorsi non esemplari di vita cristiana”. Un altro gesto non gradito ai conservatori è stato quando, a gennaio, il Papa ha battezzato il figlio di una coppia sposata solo con rito civile. A loro replica il cardinale Kasper: “La Chiesa non è un castello con un ponte levatoio e le sentinelle all’ingresso”. Lo appoggia il cardinale Baldisseri, segretario generale del Sinodo: “Il Papa vuole analizzare i cambiamenti della famiglia oggi. E partire da questi per indicare una via per la vita cristiana.”
Il Pontefice porta in Vaticano la sua esperienza di sacerdote di strada che conosce bene le vicissitudini di numerose famiglie in una metropoli come Buenos Aires e comprende che la Chiesa non può dimostrarsi troppo dura e severa se non vuole rischiare di restare vuota.
Resta la spinosa questione dell’accoglienza dei divorziati risposati, fino ad oggi messi ai margini in tante parrocchie. A loro, infatti, è ancora vietato, ufficialmente almeno, accedere ai sacramenti. E’, però, sbagliato pensare che, nell’imminente Sinodo, non si parlerà d’altro o quasi. Il cardinale Bagnasco ha affermato, infatti, che “sarebbe fuorviante ridurre la prospettiva dell’imminente Sinodo straordinario dei vescovi, dedicato alle “sfide pastorali sulla famiglia nel contesto dell’evangelizzazione alla questione dei divorziati civilmente risposati”. E qualcosa di simile aveva già sostenuto lo stesso Pontefice qualche settimana fa.

Gli ultimi Pontefici avevano già deciso di affrontare in modo aperto la questione: Giovanni Paolo II per confermare che non è possibile per la Chiesa concedere i sacramenti ai divorziati risposati; mentre il successore, Benedetto XVI, per suggerire la strada di un approfondimento dell’eventuale nullità del primo matrimonio e anche di un’agevolazione delle procedure. Suggerimento recepito da Papa Francesco che ha di recente creato una commissione ad hoc.
Il Pontefice sembra intenzionato a continuare sulla strada da lui stesso intrapresa, forte della sua sensibilità verso le periferie esistenziali e convinto fermamente che questo sia il tempo della misericordia. Francesco ha espresso più volte il convincimento che i cristiani debbano sempre più usare la misericordia nella loro vita e anche in quella della Chiesa. Indicativo che sin dal primo Angelus abbia citato come lettura benefica il libro del cardinale Kasper Misericordia. Concetto fondamentale del Vangelo” . Nel Concistoro dei cardinali dello scorso febbraio proprio a Kasper scelse di affidare la relazione introduttiva sui temi della famiglia, documento che trattò anche del problema dei divorziati risposati, ponendo domande e ipotizzando alcune possibili risposte. Tra queste, colpisce soprattutto una, ripresa dalle Chiese ortodosse: la semplice benedizione di un secondo matrimonio e la riammissione alla comunione dopo un adeguato periodo di penitenza. Se da un lato questa linea, consigliata dal cardinale tedesco, è stata molto apprezzata da Papa Francesco come modello di “teologia in ginocchio”, dall’altro lato, però, non ha persuaso molti cardinali. Comunque sia, il Pontefice non ha fretta: vuole che il dibattito sia ampio e libero. Anche per questo non è contemplato che si giunga a conclusioni, rinviate ad un secondo Sinodo ordinario, dal tema ”Gesù Cristo rivela il mistero e la vocazione della famiglia”.
Solo il fatto che in così poco tempo si celebrino ben due Sinodi sulla famiglia è indicativo della rilevanza che ha per la Chiesa la famiglia con i suoi problemi. Il confronto voluto dal Papa è iniziato subito: aperto ben prima della relazione del cardinale Kasper, si è scatenato subito dopo. Un altro cardinale tedesco, Muller, che ricopre il ruolo di Prefetto della Congregazione della dottrina della fede, compare tra gli autori del volume “Permanere nella verità di Cristo. Matrimonio e Comunione nella Chiesa cattolica” pubblicato negli Usa e in Italia. A questo lavoro hanno contribuito altri quattro cardinali con testi che criticano la prassi delle chiese ortodosse ricordata da Kasper.

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I partecipanti al Sinodo avranno l’Instrumentum laboris, scritto nei mesi scorsi basandosi sulla consultazione di tutte le Conferenze del mondo attraverso un questionario. Riguardo le “situazioni difficili e irregolari”, il testo sintetizza le risposte date su separati, divorziati e divorziati risposati definendo il tutto” realtà rilevante in Europa e in tutta l’America, ma molto meno in Asia e Africa”. Interessante notare che non tutti i divorziati vivono allo stesso modo il loro rapporto con la Chiesa: si passa “dalla mancanza di consapevolezza della propria situazione all’indifferenza, oppure ad una consapevole sofferenza”. Da una parte “piuttosto consistente non arriva alcuna richiesta di ammissione alla comunione eucaristica, né di poter celebrare il sacramento della riconciliazione. La consapevolezza della situazione irregolare si manifesta spesso quando interviene il desiderio di iniziazione cristiana dei figli, o se sopraggiunge la richiesta di partecipare ad una celebrazione di battesimo o cresima come padrino o madrina”. La Chiesa, continua il testo, deve caricarsi una “sofferenza più originaria”: l’insuccesso del matrimonio e gli ostacoli per rendere regolare la situazione. Spesso “non si coglie il rapporto intrinseco tra matrimonio, eucarestia e penitenza; pertanto risulta assai difficile comprendere perché la Chiesa non ammetta alla comunione coloro che si trovano in una condizione irregolare”. Chiarito che l’esclusione dai sacramenti riguarda solo i divorziati “in nuova unione”, il testo fa notare che “la sofferenza causata dal non ricevere i sacramenti è presente con chiarezza nei battezzati che sono consapevoli della propria situazione. Tanti sentono frustrazione e si sentono emarginati. C’è chi si domanda perché gli altri peccati si perdonano e questo no; oppure perché i religiosi che hanno ricevuto la dispensa dai loro voti possono celebrare il matrimonio e divorziati risposati no”. C’è, infine, il forte disagio interiore di chi non ha voluto, ma subito la fine del matrimonio.

Sono tutte contestazioni diffuse cui il Sinodo dovrà provare a dare una risposta, coniugando misericordia e verità. Alcuni famosi teologi che scrivono anche sul Corriere della Sera hanno visto nelle critiche alla relazione di Kasper “l’occasione per una rivincita sul Papa” (Alberto Melloni), il manifestarsi del “silenzio-dissenso” fin qui osservato rispetto alle scelte di Papa Francesco (Massimo Franco) o hanno addirittura scritto di ipotesi estreme di scisma, pur prendendone le distanze (Vittorio Messori).
Il cardinale Kasper in persona ha reagito affermando che è proprio Bergoglio il “bersaglio delle polemiche”. Bisogna tener presente che sin dall’inizio l’unità della Chiesa cattolica, spesso messa a dura prova ma sempre conservata, non è mai stata sinonimo di uniformità. Nei tempi recenti, soltanto Pio XII ha potuto beneficiare di “compattezza, adesione spontanea, quasi fisiologica” come ha scritto lo storico Giorgio Rumi. Tutti gli altri Papi dovettero subire critiche più o meno forti ed evidenti, in particolare Paolo VI a proposito dell’enciclica Humane Vitae, tanto per fare un solo esempio.
Anche questo Pontefice non fa eccezione. Si può capire, perciò, il forte interesse dei media verso questo evento.
Il teologo Mauro Cozzoli ha scritto su Avvenire che la Chiesa si aspetta da questo Sinodo “una parola di verità e di prassi pastorale”; fiduciosa nell’”azione dello Spirito assicurato dal Signore” verso chi nella Chiesa ha la funzione di insegnare.