Attempata e un po’ spuntata, la valanga azzurra si presenta ai nastri di partenza dei Mondiali di sci 2015 comunque con ambizioni importanti. Nel 2013 in Austria l’Italia aveva portato a casa tre medaglie, due argenti e un bronzo. L’anno scorso alle Olimpiadi di Sochi 2014 solo le prodezze di Christof Innerhofer avevano salvato la spedizione. Quest’anno i Mondiali, la cui prima settimana è andata in archivio senza acuti azzurri, si svolgono negli Stati Uniti, a Vail e Beaver Creek. E l’Italia punta tutto su Dominik Paris e Stefano Gross per consolidare quel bottino di almeno 2-3 medaglie, che negli ultimi 15 anni costituisce la media di un movimento sempre forte, ma non più eccellente come in passato.

Dopo tante delusioni internazionali, però finalmente c’è stata un’Italia vincente. E quella dello sci lo fa senza grandi proclami e con protagonisti che raramente conquistano le prime pagine dei giornali, sacrificati per dare spazio a un calcio nostrano sempre meno scintillante. Non sarà la valanga azzurra degli anni ’70 e non ci saranno fenomeni come Alberto Tomba e Deborah Compagnoni (tre ori olimpici a testa), ma elementi come Paris e Innerhofer nella velocità e Gross tra i pali stretti possono regalare soddisfazioni nella seconda settimana dei Mondiali di Vail, dove nel 1989 l’Italia fece una magra figura.
Un motivo in più per salire sul podio, con atleti che sono arrivati al top proprio nel momento clou della stagione.
A dire il vero, Dominik Paris è ai vertici già da qualche mese, tanto da essere tra i grandi favoriti sia in discesa libera, che in supergigante. Si tratta di un altoatesino atipico, guascone e allegro, che dà la sensazione di divertirsi sugli sci e di non accusare la pressione. Molto atteso è anche Stefano Gross, quasi omonimo di Piero Gros, oro olimpico a Innsbruck e vincitore della Coppa del mondo nel 1974.
Fare risultato nello slalom speciale è difficile, perché basta un piccolo errore per uscire dal tracciato, ma Gross può fare il colpaccio, così come il ritrovato Razzoli, tornato protagonista dopo anni difficili.

Paris

L’Italia maschile arriva alla rassegna iridata con ben nove podi conquistati nelle prove di Coppa del Mondo. Tutti, però, divisi fra due soli atleti, appunto Paris e Gross: il primo è uno degli uomini da battere nelle prove veloci, in super gigante e in discesa libera, dove è anche secondo nella classifica di specialità; Gross, invece, è nome caldo per lo slalom speciale (tre podi nelle ultime tre gare disputate).Nel superG purtroppo il risultato di Paris non è stato altisonante: soltanto quattordicesimo, a oltre sei decimi dal podio. La discesa disputata nella serata di ieri sulla “Birds of Prey” ha dato altre delusioni ai velocisti azzurri: dominio elvetico con l’oro di Kueng e il bronzo di Feuz. Piazza d’onore per l’americano Ganong.
A questo punto per sperare di cancellare lo zero dal medagliere restano concrete possibilità nella combinata uomini con Innerhofer e nello slalom con Gross.

Fra le donne, invece, i migliori risultati stagionali portano la firma di Elena Fanchini, vincitrice nella discesa di Cortina, e di Federica Brignone e Daniela Merighetti, a podio in gigante e discesa. La squadra femminile è giovane e in crescita, e potrebbe dire la sua soprattutto nelle prove veloci.

fanchini

Rappresenta un’incognita, invece, Cristof Innerhofer, numero uno azzurro per palmares, quest’anno al di sotto delle aspettative con zero podi all’attivo. Ma il 30enne altoatesino è l’uomo dei grandi appuntamenti, come dimostrano le medaglie alle Olimpiadi di Sochi 2014 e ai Mondiali di Garmisch 2011. La speranza è che la pista di “Birds of Prey” (una delle più difficili al mondo, dove ha già trionfato nel 2012) possa risvegliare le sue qualità. Per il resto l’Italia dovrà andare a caccia di qualche impresa. Nessun azzurro è leader in classifica di Coppa del Mondo, i grandi favoriti sono altri: come il norvegese Kjetil Jansrud o l’austriaco Marchel Hirscher. Mentre fra le donne l’attesa è tutta per le campionesse a stelle e strisce, Mikaela Shiffrin e Linsday Vonn, che ha da poco battuto il record di vittorie in Coppa del Mondo, e vorrà sicuramente essere protagonista anche sulla pista di casa. Gli Usa puntano a disputare un grande Mondiale da Paese ospitante, l’Austria sarà ancora una volta la nazione da battere.

L’Italia, come Germania, Svizzera, Norvegia e Francia, proverà a inserirsi nella lotta. Con un po’ di fortuna gli azzurri potrebbero migliorare il risultato di Sochi 2014 e Schladming 2013, anche se l’exploit dei Mondiali 2011 (addirittura sei medaglie) sembra difficile da replicare. Il numero dei podi si vedrà. Intanto fa riflettere l’età media della squadra azzurra: fra i 12 convocati maschili, soltanto Gross (classe ’86), Nani (’88), Paris (’89) e Giovanni Borsotti (1990, il più giovane del gruppo), sono under trenta. Il ricambio generazionale sembra andare un po’ a rilento, anche a causa dell’infortunio di Luca De Aliprandini, uno dei talenti più promettenti. E dalla Coppa Europa (riservata ai giovani) non è arrivato alcun podio quest’anno. Meglio fra le donne, dove spicca in proiezione futura il talento di Karoline Pichler (classe ’94) e di Marta Bassino (’96 e già al debutto iridato). Le Olimpiadi di Pyeongchang 2018 non sono poi così lontane, e presto bisognerà cominciare a pensarci. Ma ora testa e sci a Beaver Creek per i Mondiali 2015.