La Nazionale azzurra, diciamoci la verità, rappresenta quella cosa fastidiosa durante i mesi dell’anno in concomitanza con il campionato di calcio. Tutto questo commento, intendiamoci, sparisce quando si stanno per disputare i Mondiali ed Europei. Credo di aver descritto appieno lo stato d’animo di ogni tifoso che non ama molto la cosiddetta “pausa” per gli impegni dell’Italia di Antonio Conte. Dopo l’interessante sesta giornata disputata nel week-end appena trascorso, la Serie A tornerà in campo sabato 18 ottobre con Roma-Chievo Verona. Una sosta che per i calciofili è vissuta con noia e tanti brusii in virtù di impegni calcistici che si dimezzano del 50%. A loro, infatti, non bastano i match delle varie nazionali. Vogliono più calcio, magari con l’aggiunta delle varie coppe europee, ferme per le qualificazioni a Euro 2016.
L’Italia di Antonio Conte sarà impegnata in due match agevoli, almeno sulla carta, contro Azerbaigian e Malta visti, dalla maggior parte del popolo tricolore, come una “gran rottura di scatole”. Ma questo è un vizio vecchio e stravecchio del nostro Paese che, ama quel colore azzurro su un terreno di gioco solo nelle manifestazioni più importanti. Quando manca il campionato, i tanti appassionati di calcio perdono le loro giornate a rimuginare sull’ultimo risultato ottenuto dalla loro squadra del cuore. Si commenta, al bar sotto casa, del rigore non dato, del fuorigioco non fischiato, del gol sbagliato a due metri dalla porta e alle scelte degli allenatori che, in tanti casi, causano “rissoni” con annesse parole poco civili.
Sarà la passione, sarà quel che volete, ma il tifoso tricolore senza Serie A si sente perso, come quelle bambine senza Barbie dopo una mattinata trascorsa all’asilo. E poi, ammettiamolo, nella settimana di “relax” gli sbadigli aumentano sempre più, le TV non vengono accese con entusiasmo, non si gusta la cena nei martedì, mercoledì e giovedì di coppa, con altri programmi che vengono visti con il morale sotto i tacchi. Per alcuni la “pausa per la Nazionale” deve essere abolita, per altri no. A essere felici, comunque, sono quelle mogli, compagne esasperate dagli anticipi del sabato, del posticipo della domenica. Almeno loro, in questi giorni, potranno godersi la vita come non hanno mai fatto. Sbaglio?
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