A volte per comunicare davvero la tecnologia non è tutto. Ce lo dice il bellissimo nuovo spot storia Wind che racconta un contatto tra padre e figlio che non passa attraverso il cellulare o un’email, ma tramite un incontro di persona forse troppe volte rimandato. Un piccolo pezzo di cinema dedicato a chi vuole comunicare davvero.

Può apparire quasi insolita la scelta di Wind per il nuovo cortometraggio “Papà“, online sui canali social e sul web dallo scorso 25 agosto. Il significato è, come dice l’ad di Wind, Maximo Ibarra, “la tecnologia è potente, ma non onnipotente. Il tema al centro del cortometraggio è universale e di grande attualità: negli ultimi anni, infatti, il dibattito sugli impatti di una tecnologia sempre più pervasiva nella vita e negli affetti delle persone è più che mai vivo“.

Qualcosa di simile aveva fatto anche Apple con lo spot, da poco premiato, dal titolo “Misunderstood“, che vedeva un adolescente concentrato sul suo smartphone durante le vacanze di Natale in famiglia, per poi scoprire che in realtà aveva usato il suo iPhone proprio per filmare i momenti più belli trascorsi con i parenti. Come dire: la tecnologia c’è e aiuta le persone a rimanere in contatto, ma non può mai essere un’alternativa al comunicare l’uno di fronte all’altro.

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Non facciamo niente in realtà che non sia comunicare. Con qualsiasi mezzo, anche quando ci sembra di non farlo affatto: con i gesti, lo sguardo, l’atteggiamento, oltre che in tutti gli altri modi di comunicazione verbale e volontaria. Con le nuove tecnologie, specialmente negli ultimi anni, la comunicazione è cambiata, per forza, perché è cambiato il modo di approcciarsi ad essa, e agli altri soprattutto.

Sono cambiati i ritmi, non c’è più il tempo di scriversi una lettera, non c’è più la voglia di parlare per troppo tempo al telefono. Ora tramite gli sms, le chat, le e-mail, e anche i social network, tutto è più veloce, è subito disponibile. Tutto è più freddo però. Sì perchè le informazioni passano attraverso uno schermo, che ce le mostra e le mette a nostra disposizione. Non c’è tono, non c’è enfasi, non c’è rapporto umano, insomma, tutto molto comodo sicuramente, ma un po’ estraniante dalla realtà, se vogliamo.

Per alcuni diventa quella a volte la vera vita, si creano quasi una seconda identità virtuale, o mettono la loro vita vera alla mercè di tutti coloro che ne possono usufruire liberamente. Video, commenti, foto, e sei famoso! Non proprio. Forse è solo la voglia di notorietà che spinge le persone a mostrarsi, quella, per la verità c’è sempre stata e forse sempre ci sarà.

Il lato bello di queste comunità virtuali c’è, perchè inizialmente tutto nasce come un modo per ritrovare amici, parenti lontani, esprimere le proprie opinioni su temi di dibattito comune, sostenere delle cause importanti.

La quantità di tempo che impegniamo nella comunicazione virtuale è troppa. Spontaneamente, chiunque è portato a usare gli strumenti che sembrano più comodi, perdendo molte volte di vista gli effetti che essi sortiscono su noi stessi senza accorgercene. Quanti di noi seduti a cena con degli amici, si sono accorti di essere assorti nel mondo virtuale del proprio cellulare, dimenticando la vita reale, le persone accanto e il piacere di godersi qualche ora senza la presenza, molte volte ingombrante dello smartphone.

comunicazione

Non si tratta di eliminare la tecnologia dalle nostre vite, che ci ha reso molte cose più facili e alla portata di tutti, quanto piuttosto cercare di bilanciarne meglio l’utilizzo. Ormai è quasi una regola e non l’eccezione, vedere per strada persone con il telefonino all’orecchio e con l’I-Pad o il tablet sottobraccio.

Il mondo di Internet è entrato prepotentemente nelle nostre vite, a partire anche dai primissimi anni di vita, e forse ne sta prendendo il sopravvento. La “Generazione Internet”, figlia di quell’evoluzione informatica, certamente fonte di progresso, ma anche di vari problemi legati ad essa.

Una volta la comunicazione interpersonale accadeva di persona. Il telefono, la radio, le lettere e cartoline erano mezzi aggiuntivi, mai sostitutivi della comunicazione fisica. Oggi, invece, la comunicazione reale, fisica tra le persone, l’incontro personale, stanno diventando sempre più minimali, relegati ad optional.

La comunicazione nel tempo è cambiata in modo incredibile: ai luoghi d’incontro, nelle piazzette della nostra infanzia dove ci siamo divertiti giocando con i nostri coetanei, si sono sostituite mille piazze virtuali che possiamo raggiungere stando comodamente seduti sulla nostra poltrona preferita. La nostra grande gioia che provavamo con lo “stare insieme“, condita anche di bisticci, zuffe, oggi spesso è sostituita dall’arida e solitaria comunicazione virtuale, che mai e poi mai potrà sostituirsi a quella reale.