Più di qualche “pallonaro” italiano sarà rimasto a bocca aperta leggendo la lista dei convocati di Antonio Conte, in vista della partita contro la Croazia valida per le qualificazioni agli Europei, che si svolgerà domenica a San Siro. Tra i convocati figura infatti, dopo ben cinque mesi di assenza, il nome di Mario Balotelli. “Sono felice di tornare in Nazionale e orgoglioso di rappresentare il mio Paese”, ha subito scritto Super Mario sulla sua pagina Facebook. Poche parole, che sanno anche un po’ di quiete dopo la tempesta, di sollievo dopo la paura, la paura di aver perso un treno che non si sapeva se sarebbe ripassato.
Talento cristallino del nostro calcio, un patrimonio importante da non disperdere ma recuperare. Conte lo sa bene e per lui disciplinare Balotelli sarà una delle sfide più importanti della sua avventura da ct. Amichevoli, partite di qualificazione, il commissario tecnico aveva escluso sempre l’attaccante del Liverpool dalle convocazioni. Anche questa volta la maggior parte degli italiani non si aspettava di poter leggere il suo nome in televisione, ma Conte ha stupito tutti.
Nonostante il cambio di paese e di squadra non stia portando i frutti sperati, e la sua avventura in Premier League con i reds sembra avviata verso l’ennesimo fallimento, Conte ha deciso ancora di dargli un’altra possibilità. Lo ha fatto intelligentemente, forse al momento giusto, quello che a tutti sembra invece quello sbagliato. Sono passati cinque mesi dal Mondiale brasiliano, quando la maggior parte delle colpe di quel fallimento furono scaricate proprio su Mario, ed è il tempo giusto per non pensare più a quello che è stato ma a quello che sarà. Non solo i tifosi, ma anche i senatori di questa e “quella” Nazionale dovranno accettarlo. Conte lo vuole con se, nella partita più importante e complicata del girone di qualificazione, contro un’ostica Croazia. Non convocarlo sarebbe equivalso a dire: “Mario sei fuori dai giochi, fuori da quel nuovo gruppo che si sta formando e plasmando ad ogni partita sempre di più”. E invece no, il segnale è chiaro: “Mario non mi sono dimenticato di te”.
Ecco perchè nel momento più complicato della sua carriera, il ct ha voluto dargli fiducia. Mario è chiamato a dimostrare di non essere un “non giocatore” come in molti lo hanno definito, sarà testato, tenuto d’occhio e messo alla prova. Dovrà sudare il doppio degli altri per mettersi in mostra. Tutti meritano una seconda possibilità, Balotelli ne ha avute già più di una, ma con Conte ripartirà da zero, e quale palcoscenico migliore se non quello che è stato la sua casa per tanti anni, prima con la maglia dell’Inter, poi con quella del Milan? San Siro è lo stadio che lo ha fatto grande, chissà che non sarà anche quello della sua rinascita. Ora o mai più.