É un fiume in piena, come al solito, Pino Scotto. Soprattutto quando si parla di rock, la cosa per cui vive. Rock’n roll d’altronde è il suo motto, da sempre, da prima di Database. Poi col tempo, divenuto un fenomeno virale grazie anche a Youtube, il suo tratto vocale distintivo è diventato il tormentone ‘Datevi fuoco!‘.
Il prossimo ottobre Pino spegnerà 65 candeline. Ma chi se ne frega, sembra dire lui, con quell’ardita chioma fluente e l’accento metà partenopeo metà meneghino. Nel frattempo l’ex leader dei Vanadium, attivo nel sociale e anima costantemente contro i poteri forti, ha rilasciato a Il Giornale Digitale un’intervista esclusiva, in cui ha detto la sua sull’Italia: sulla musica (uno scempio) sul rock (poteva essere un grande business) e sui reali colpevoli del declino, i talent-show.
– Pino, hai visto la figuraccia della Nazionale ai Mondiali?
Pino: “Ho visto. Mi dispiace più che altro per questo paese martoriato da politici infami ma in fondo ce la siamo meritata. Perché siamo usciti con delle squadre che guadagnano a fine mese un panino e un pezzo di formaggio, mentre i nostri giocatori pagati milioni si sono dimostrati una massa di accattoni senza attributi. Quindi ce lo meritiamo. Ripeto, a me non frega nulla, per me il calcio dovrebbe essere fatto nei campetti dai ragazzini, ma è un peccato per l’italiano medio che non ha nemmeno questa consolazione. Che poi alla fine non servirebbe a nulla…”
– Facciamo una radiografia della situazione della musica italiana attuale? Vedi segnali di ripresa?
Pino: “Perché, esiste una musica italiana? Io non me ne sono accorto (ride). Colgo una decadenza sociale, culturale e artistica che non vedevo da trent’anni. Quando ero in fabbrica e combattevamo per le strade facendo musica vera nei centri sociali, mai mi sarei immaginato di assistere a tale scempio. Nemmeno nel peggiore degli incubi. E per questo dovremmo ringraziare principalmente la signora De Filippi, che io manderei in galera per spaccio di demenza.”
– Quindi è colpa dei talent e della tv in generale?
Pino: Il fatto è che siamo un paese di paraculi. La De Filippi è una grande manager: ha visto che chi esce dal Grande Fratello diventa famoso senza fare nulla e allora ha messo quattro ragazzini a piangere e litigare ad Amici e alla fine ha vinto lei. Lo stesso per C’è posta per te: usa le disgrazie umane per fare audience. O con Uomini e donne senior, coi vecchietti, senza nessun pudore. Lei e tutti quelli che fanno reality e talent li metterei davvero in galera, perché prendono in giro tanti ragazzi pieni di sogni. Sono anni che fanno questa roba e da lì non è mai uscito un artista forte, non perché non ce ne siano ma perché quelli bravi non li prendono.”
– Perciò la TV non può essere un mezzo positivo per la musica?
Pino: “Potrebbe essere positiva. A me avevano proposto un progetto del genere, avevo chiesto la metà dei soldi che mi offrivano, tra l’altro donandoli tutti alla mia associazione benefica SMOM. Però volevo essere io a decidere chi portare, tra band e cantanti, che avrebbero portato pezzi scritti da loro. Mi hanno detto: “Pino, se facciamo così non ci guarda nessuno”. La tv quindi viene sfruttata male.”
– Cosa ne pensi dei rapper che vanno a fare i coach o i giudici nei talent? Un nome a caso: J-Ax.
Pino: “Pino Scotto anni fa disse: le palle si vedono alla lunga distanza. Quando si è alla base della piramide si parla male dei padroni, ma è quando si arriva al loro posto che si vede quel che si è davvero. Questa gente urla perché vuole stare al posto di chi comanda. Come dice mia madre: quello più sano ha la rogna. Per questo il mondo fa schifo, perché la gente va a letto pensando a come incu**** l’altro. Gente che si crede immortale quando dall’altra parte del mondo ci sono bambini che muoiono per le cose più atroci.”
– Parliamo un po’ di rock?
Pino: “Proprio qualche sera fa ho suonato coi Motorhead, con Lemmy, che è conciato davvero male. Si sta spegnendo, eppure con grande dignità, anche sapendo di fare una mezza brutta figura, sale sul palco con la bombola dell’ossigeno. Si vede che vuole morire lì sopra. Questa gente ha dentro quella fiamma che fatica a spegnersi.”
– Perché il rock, quello vero, in Italia fatica ad emergere?
Pino: “Da una parte perché di vere rock-band ce ne sono poche. Anche vero però che ho fatto diverse date e ho visto in giro ragazzini che spaccano. Ma qui non funziona: intanto per il genere, mai apprezzato in questo paese. Piuttosto si va a cercare la band estera, che fa più figo. Poi non si è mai investito nel rock vero, questo poteva essere un grande business. Se poi vogliamo dire che i vari Fiasco Rossi, Cimabue, Piero Peluche fanno rock, allora io mi do al liscio.”
– Però Ligabue e Vasco Rossi continuano a riempire gli stadi.
Pino: “La gente non ha capito che sta ascoltando da vent’anni Born to run di Springsteen in tutte le salse, sfruttando quei quattro accordi. Ma poi non ho ancora capito una cosa: Ligabue, quando canta, che c***o dice? Non si capisce nulla, questi non si schierano mai. Prendono milioni senza fare un c***o per nessuno, perché hanno paura questi b******i? Si vergognino. Preferisco un Gigi D’Alessio, che almeno è genuino nelle str*****e che fa.”
– Una rock band che secondo te sarebbe da preservare, clonare o far rinascere?
Pino: “Led Zeppelin su tutta la vita. Poi stiamo aspettando il nuovo Jimi Hendrix, che magari esiste e nessuno mai conoscerà perchè nessuno gli darà una possibilità.”
– E una invece secondo te sopravvalutata?
Pino: “Ce ne sono troppe. Red Hot Chili Peppers, ad esempio: hanno il cantante (Anthony Kiedis, ndr) più handicappato al mondo. Non becca una nota dal vivo neanche se gli spari. In studio magari gli aggiustano la voce ma live non ne azzecca una. Oppure gli Oasis, che hanno scopiazzato quattro armonie ai Beatles e sono diventati famosi. Ma ce ne sarebbero troppe da citare.”
– E dei Guns n’ Roses cosa ne pensi?
Pino: “Quando uscì il loro primo album – che io ascoltai un anno prima – hanno spaccato il c**o al mondo. Io avevo lavorato col loro primo produttore, Jim Faraci, con cui avevano registrato la loro prima demo. Ci fece sentire questa giovane rock band e ci raccontò che si strafacevano tutti come delle m***e. Quando non sapevano cosa assumere si iniettavano gli antibiotici. Fatto sta che quando uscirono spodestarono gli Aerosmith. E sono convinto che se si riunissero anche domani farebbero sold-out in tutto il mondo.
Poi col tempo è andata com’è andata, Axl è diventato un maiale, non ce la fa quasi nemmeno a parlare. Si è fregato il nome e va in giro a cantare con quei quattro somari, come se io mi presentassi ancora con l’etichetta Vanadium. A me non fa paura lui, fa paura la gente che lo va ancora a vedere. La massa è tutta una m***a, come lui, per questo il mondo fa schifo.”
– Poco tempo fa si vociferava di Salmo pronto a sostituire Pino Scotto al timone di Database: era una bufala?
Pino: “La storia di me e Salmo è tutta una bufala, noi siamo amici. Lui era andato lì a farsi intervistare, in quegli studi oltre a Rock TV c’è anche Hip-Hop TV. Ha voluto fare questo scherzo. Salmo comunque tra tutti i rapper è il migliore, è uno vero ed è il più rock di tutti.”
– Sempre a proposito di rock, chiudiamo con una domanda: ci consiglia tre dischi che secondo te non si può non ascoltare nella vita?
Pino: Are you experienced di Jimi Hendrix. Joe’s Garage di Frank Zappa. Led Zeppelin e Led Zeppelin II, indovinate di chi?
[Ph. Credits: Il Giorno/Rockol]