Quanto si è disposti a pagare per la bellezza?
L’allarme giunge ancora una volta dalla Francia, e ancora una volta le protagoniste sono le protesi al seno, già sotto accusa nel 2011 per presunta nocività. Questa volta, invece, l’accusa è il possibile legame tra le protesi mammarie e un raro tipo di tumore. A far scoppiare il caso è un report dell’Institut National du Cancer (Inca), rivelato negli scorsi giorni dal quotidiano “Le Parisien”, da cui emergerebbe un legame chiaro tra impianti al seno in silicone e una rara forma di tumore, il linfoma anaplastico a grandi cellule. Si tratta comunque di numero di casi molto limitato, 18 per la precisione, dato che dal 2011 sono state circa 400.000 le donne che in Francia si sono ritoccate il seno. Ma sono in aumento di anno in anno, e questo sta facendo preoccupare gli studiosi. Le autorità sanitarie francesi hanno detto che saranno prese tutte le misure che gli esperti riterranno necessarie. “Se dovremo intervenire per introdurre dei divieti, lo faremo” ha detto François Hébert, dell’Agenzia nazionale farmaci e salute (Ansm) francese.
“L’obiettivo delle autorità italiane è informare le pazienti sul fenomeno e tranquillizzarle, prevenendo paure ingiustificate che potrebbero nascere in seguito a notizie allarmistiche che dovessero essere diffuse in futuro – afferma Pelle Ceravolo – il ministero raccomanda il monitoraggio della situazione. Sono sempre consigliati controlli periodici e un’attenzione a eventuali alterazioni, soprattutto gonfiore. Tutte le donne portatrici di protesi mammarie dovrebbero essere controllate una volta all’anno dal chirurgo che le ha operate per verificare lo stato delle protesi. Bisogna anche prestare attenzione a fenomeni di importante cambiamento di forma e in special modo di gonfiore di una o ambedue le mammelle, anche se sopraggiunto a distanza di tempo dall’intervento stesso. In questo caso bisogna sottoporsi ai dovuti controlli per accertare la natura del problema”.
La prevenzione è un tema ancora molto sottovalutato. Nonostante il progresso in quest’ambito (sufficiente?) e nonostante le varie campagne pubblicitarie per sollecitare le donne ad effettuare i dovuti controlli, in base all’età, qualcuna rimane indietro. Ma questo caso ha forse riacceso qualche coscienza anche se rimane una domanda a cui forse non ci sarà mai risposta: quanto si è disposti a rischiare per qualcosa di così effimero come la bellezza? Lottare contro il male del secolo, il cancro. Forse è esagerato. Ma quindi la colpa di chi è? Che non si dica della “divina provvidenza”, “del destino” o chissà cos’altro. Perché sì, spesso questi sono elementi imprescindibili, ma più spesso è l’uomo che sfida la natura. E a volte la provocazione si paga a caro prezzo.
[Fonte Cover: www.wired.it]