Nell’era in cui tutti sanno tutto di tutti, grazie ai social network, in cui tutti mettono in piazza la loro vita, spettegolare è diventato un fenomeno attualissimo.

Il pettegolezzo è un “chiacchierare” intorno alla vita privata altrui, una sorta di voyeurismo verbale incentrato su questioni intime riguardanti qualcuno che si conosce. L’intento è quasi sempre quello di esprimere giudizi o critiche.

Ci scandalizziamo quando vediamo le anziane signore spettegolare del più e del meno, riguardo le ultime news del paesello, ma scagli la prima pietra chi non si è mai macchiato di questo peccato.

comari

Un pettegolezzo, per essere chiamato tale, non deve mancare di questi elementi: 1) Deve riguardare una terza persona, 2) La persona deve essere assente al momento in cui se ne parla, 3) La persona di cui si parla deve essere conosciuta, anche indirettamente, dai pettegoli.

Spettegolare può essere anche un divertimento. Può divenire anche uno strumento di integrazione, perchè permette anche di valutare le reazioni e i commenti degli altri, confrontandoli con i propri.

Chi “sparla” cerca di emergere, implicitamente parlando bene di sé e dell’interlocutore di quel momento, tentando di conquistarne la fiducia. Si forma così un contatto speciale, un legame forte che potrebbe però rivelarsi privo di solide fondamenta qualora si basasse esclusivamente su questo scambio di confidenze private.

La maggior parte delle volte, trova spazio quando le persone hanno poco in comune e dunque non hanno discorsi o interessi da condividere: in questo caso si ricorre al pettegolezzo proprio per riempire dei vuoti, per superare momenti di silenzio o di noia. In genere si parte con qualche osservazione positiva o neutrale su una persona, per poi arrivare all’elenco delle cose negative che la riguardano.

L’impulso a parlare male può essere determinato da sentimenti come il rancore, l’invidia e a volte parlare degli altri rappresenta una confusione tra sé e la persona oggetto del pettegolezzo. Possiamo addossare all’altro ciò che invece appartiene a noi stessi. La difficoltà a parlare di sé e del proprio mondo è spesso la spia di una scarsa fiducia nelle proprie capacità.

Quando parliamo inizialmente di noi stessi con persone sconosciute, tendiamo a raccontare di noi la parte superficiale, senza tutte le sfaccettature della nostra vita. Ma, tutte le altre informazioni possono essere dedotte dagli altri, a partire da numerose ipotesi e indizi. Tutti sentono il bisogno di sapere di più sulle persone che frequentano per sapere con chi si ci sta correlando, ma per farlo, alcuni, ricorrono senza scrupoli ai pettegolezzi.

Il pettegolezzo è un fenomeno molto studiato e nel tempo gli psicologi sociali hanno formulato diverse definizioni al riguardo: Eder & Enke, ad esempio, hanno definito il gossip come “discorsi valutativi che riguardano una persona che non è presente” e Jorg R. Bergmann ha elencato gli argomenti più comuni del pettegolezzo: qualità personali, incongruenze comportamentali, cattive maniere, comportamenti non accettati, ecc.

spettegolare

Sapere le cose personali dei personaggi famosi interessa molto alla gente comune. Il fatto di vedere quello che fanno queste celebrità le rende vicine, per cui si comincia a sentire una certa familiarità nei loro confronti e si desidera sapere di più sulla loro vita privata. In questo modo, si parla per ore di persone mai viste e conosciute direttamente, come se fossero degli amici o dei familiari stretti: quella coppia si lascia, quell’altra aspetta un figlio, quegli altri si tradiscono, ecc…

È un gossip apparentemente inutile e superficiale, ma che è tuttavia importante nella comunicazione sociale perché fornisce argomentazioni, ci rafforza l’autostima e ci fa acquisire una maggiore fiducia nella nostra etica. E se pensavamo che paladine del gossip fossero le donne, ci sbagliavamo.

Parlare di una chiacchiera smorza le tensioni e distende i nervi ed ha anche un effetto aggiunto di indagine psicologica. Quando si analizza, con ironia, un comportamento giudicato strano e bizzarro, viene fuori in noi il gusto di scoprire aspetti caratteriali insospettabili.

Robin Dunbar, autore del saggio “Perché il gossip fa bene”, ha spiegato il pettegolezzo come l’evoluzione del “grooming”, quello spulciarsi reciproco che aiuta la socializzazione delle scimmie.

Essere oggetto di un pettegolezzo, tuttavia, non è mai piacevole e le persone fanno in effetti di tutto per evitare questa situazione, favorendo comportamenti morali e virtuosi nella comunità. Spesso le dicerie, passando di bocca in bocca, vengono arricchite di commenti e particolari per rendere il pettegolezzo più “gustoso” per chi ascolta.

Costituisce un eccellente mezzo per attirare l’attenzione su di sé: più la diceria è scabrosa, maggiore sarà il suo potere di attrazione e di far colpo sull’ascoltatore, perchè ciò che ci scandalizza ci incuriosisce. Per questa sua capacità di solleticare la curiosità, il pettegolezzo conserva intatto il suo fascino perverso, che miete vittime anche in una società cosiddetta “avanzata” come la nostra e appare irresistibile anche alle menti più raffinate.