“Hai visto come sta bello pulito? L’ho chiamati ‘stamatina’ perchè ‘ncera davero ‘no schifo?” Queste le parole di Mario, il vicino di casa ‘tuttofare’ che mi mostra con soddisfazione il marciapiede davanti ai nostri palazzi finalmente sgombro dall’immondizia che fino a poco prima strabordava dai cassonetti e che era gettata per terra. Mario, telefono alla mano, mi mostra di aver chiamato direttamente l’Ama chiedendone l’intervento immediato per la rimozione della spazzatura.
Eh sì, perchè, per chi non lo sapesse, anche Roma ha i suoi ‘bei’ problemi legati allo smaltimento dei rifiuti. Una questione che ormai si ripete da almeno tre anni ma che è sempre stata poco spifferata, forse per non dare una pessima immagine della Capitale dopo il caso legato a Napoli di alcuni anni fa.
D’estate Roma la riconosci, oltre che per le orde di turisti che ammirano una città unica al mondo per concentrazione e bellezza dei suoi monumenti, anche per quell’aria pesante dovuta all’inquinamento e per quella puzza di spazzatura acre e pungente ogni volta che ti trovi a passare nei paraggi di una colonia di bidoni.
Mario lo sa che il problema dei rifiuti a Roma è piuttosto grave e che bisogna trovare presto una soluzione. Mario sa tante cose sui rifiuti a Roma e sa soprattutto come si comportano i romani. “A gente gne frega gnente”, mi diceva l’altro giorno Mario. “Prenne e butta tutto dentr’ar secchio, a quello dell’indifferenziata. E poi è normale che se riempie in mezza giornata”. E Mario ha proprio ragione. Lui poi ha una postazione privilegiata e osserva quotidianamente il comportamento della gente che abita sulla nostra strada, me compreso.
Mario non è solo il mio vicino di casa a Roma ma è molto di più. Lui è il ‘sindaco’ della nostra via, lui controlla tutto, conosce tutti e sa bene come si comporta ogni singolo romano che abita sulla nostra via. “O sai che su sta strada ce stanno du uffici, no?”, mi spiegava. “Ecco, l’artro giorno, na signora è venuta qui davanti ai bidoni con uno scatolone pieno de robba: cavi, copertine dei cd, documenti pieni de ‘nchiostro, toner e tutte ste cose de ufficio. E sai ‘ndo l’ha buttati? Nella carta”.
Non vi posso negare che dopo aver sentito queste parole di Mario mi sia venuto un brivido dietro la schiena. Per uno come me che ci tiene particolarmente alla raccolta differenziata, che sia fatta a Roma o nel mio paesino del Salento, è assolutamente inconcepibile che ci sia gente che si comporti ancora in questa maniera.
“E volemo parlà – continua Mario – de quanno nu passano a svotà er bidoncino dell’umido?”. “Lasciamo perdere”, lo freno io, sapendo bene che si sarebbero aperte praterie di argomenti su questo tema. Solo per citarne uno si legga poche righe sopra quando parlo di puzza pungente vicino ai bidoni e potrete capire.
Mario sa che lo smaltimento dei rifiuti è uno dei principali nodi della Capitale ma sa ancora meglio che oltre alla chiusura di Malagrotta, alla difficoltà di trovare nuove aree per lo smaltimento, all’importanza degli esperimenti per la raccolta differenziata spinta, ciò che è necessario è soprattutto l’educazione dei cittadini a una corretta separazione dei rifiuti e a sensibilizzarli sulla necessità e utilità della raccolta differenziata. E questo non lo sa soltanto Mario ma lo sappiamo tutti noi. E anche i romani.
Quei romani, non tutti (ci tengo a precisare) che si lamentano per questo problema ma che non si impegnano in prima persona con piccoli gesti a migliorare la situazione dei rifiuti a Roma. Per fortuna ci sono anche altri romani, come Mario, che buttano in maniera corretta i rifiuti, consegnano l’olio esausto nei centri di raccolta e chiedono all’Ama di passare a casa (gratuitamente) e raccogliere i rifiuti ingombranti. Altri romani, invece, il loro vecchio divano te lo piazzano davanti al cassonetto.
Ci sono romani e romani. Quelli che adoro io, e che tutti noi dovremmo apprezzare, sono quelli come Mario, che amano davvero la propria città.
Una curiosità. Quando ho cambiato casa a Roma e mi sono trasferito dove abito adesso, il proprietario del mio appartamento parlando di Mario con me e i miei conquilini ci disse questo: “Sapete qual è il suo sogno nel cassetto? Lavorà per l’Ama”.