Si chiama Raffaele Ferraro ed è l’amministratore della pagina Facebook La Giornata Tipo: un successo indiscutibile grazie ad una passione che accomuna tutti i suoi fan. Il mondo della pallacanestro raccontato dagli occhi di chi la ama fin da sempre e “combatte” per darle più spazio e opportunità. Una battaglia non solo sportiva, ma anche di sogni, valori e ideali. E tra like, foto e commenti, Raffaele ha scelto di raccontarsi, in esclusiva, per i lettori de Il Giornale Digitale.

Hai voglia di presentarti? Chi sei?

Raffaele Ferraro, 33 anni appena compiuti, lavoro nel campo della formazione aziendale. Gioco a basket da 27 anni, la mia più grande passione che assieme alla mia indole “da stupido” in ogni momento della vita mi ha portato a creare La Giornata Tipo.

La Giornata Tipo: come nasce questa idea e perché? Qual è il messaggio che volete mandare a chi vi legge?

La pagina è nata 2 anni fa (poi sono venuti twitter, sito e instagram) fondendo la passione cestistica con le giornate tipo che dedicavo ad hoc ai miei amici in occasione dei loro compleanni/matrimoni/feste/cene/funerali. L’unico scopo che avevo quando ho aperto la pagina era quello di far sorridere le persone attraverso la pallacanestro. Pian piano la pagina è cresciuta come seguito e oggi amo l’idea che in maniera indiretta abbia avvicinato qualche tifoso a questo sport.

Raffaele Ferraro: "Più spazio al basket!" (INTERVISTA)

Cos’è il basket per voi?

Il basket per un vero appassionato rappresenta qualcosa difficilmente riassumibile in un’unico concetto o in una sola parola. Il basket è: valvola di sfogo, birra post allenamento, la Nba alle 3 di notte, la partita al palazzetto in curva, il campetto, la canotta del proprio idolo, potrei andare avanti per ore..

A quale evento, momento, ricordo siete più legati nel mondo della pallacanestro?

Un unico evento al quale il tifoso di basket è legato non esiste perché gli eventi e i momenti sono soggettivi. C’è chi è legato al tiro di Jordan a Utah, chi alle triple ignoranti di Basile, chi al tiro da 4 di Danilovic, chi ad un qualsiasi no look di Magic Johnson, chi alla nonna che lo segue in ogni palestra della provincia.

3 aggettivi per definire il basket:

3 aggettivi per definire la pallacanestro? Ve ne do molti di più: [youtube]http://www.youtube.com/watch?v=OWywr8UJiuo[/youtube](è un video che ho realizzato con la collaborazione di campioni e normali appassionati)

Pensi che la pallacanestro sia uno sport troppo “ignorato” o “sottovalutato” in Italia? Rispetto al calcio, il basket vive un po’ più all’ombra?

Partendo dal presupposto che siamo un paese di calciofili, la pallacanestro non è uno sport sottovalutato in quanto è il secondo sport di squadra (assieme alla pallavolo) come seguito. Il problema è rappresentato dal modo in cui viene promosso, pubblicizzato, comunicato, soprattutto dalle federazioni e leghe che lo “governano”. Spesso si ha la sensazione che chi è adibito a tali compiti di promozione e organizzazione ami poco il basket e i risultati sono sotto gli occhi di tutti, vedi lo scorso all star game di Ancona che al posto di trasmettere emozioni e gioia in una giornata di festa, ha solamente trasmesso imbarazzo.

Cosa mi puoi dire del basket (e di tutto lo sport) per i disabili?

Il basket per disabili ed in generale tutto lo sport per disabili sono un esempio formidabile di passione e forza di volontà. Ho sempre dato grande risalto alle loro imprese e le loro imprese sono quelle che mi trasmettono brividi veri quando le leggo e quando le scrivo. In occasione di un grande risultato ne ho parlato così: “Sono giovani e amano la pallacanestro più di chiunque altro. Giocano seduti perché sarebbe impossibile correre con quei maroni enormi. Da pochi giorni sono anche medaglisti. Italia under 22, medaglia di bronzo agli Europei. Noi che possiamo, alziamoci in piedi per loro.

Raffaele Ferraro: "Più spazio al basket!" (INTERVISTA)

Cosa proporresti tu per dare maggior visibilità al basket?

Il basket, soprattutto quello del nostro campionato, ha bisogno di una maggior presenza televisiva accompagnata da una adeguata qualità del prodotto. I continui cambiamenti di palinsesto-orari-canali, la fruizione in chiaro o a pagamento e la sensazione che sia una patata bollente passata di mano in mano da chi ne detiene i diritti, hanno caratterizzato gli ultimi anni di basket in tv. L’appassionato è stufo di questa situazione e allora opta per altre tecnologie (streaming grautuiti su internet o league pass a pagamento), chi avrebbe tutte le intenzioni di appassionarsi si trova davanti ad un prodotto per nulla accattivante e nell’indecisione di appassionarsi o meno ad uno sport, si appassiona ad uno sport offerto con un miglior servizio. Ce lo ripetiamo da tanto, basta poco, ma sembra che manchi proprio la volontà.