Neck and neck. Testa a testa. È iniziato il conto alla rovescia che porta al referendum sull’indipendenza della Scozia. Il 18 settembre si profila una battaglia all’ultimo voto.
Ma c’è una grande novità, trapelata negli ultimi giorni: per la prima volta, secondo il Sunday Times, i “SI” sarebbero in vantaggio.
Alla domanda “Should Scotland be an indipendent country?“, su 1084 persone il 51% degli intervistati ha risposto “YES” e tra gli unionisti è iniziato a serpeggiare il panico.
Nelle prime ore del mattino di venerdì 19 settembre si sapranno i risultati definitivi del referendum sull’indipendenza della Scozia, tema trattato ieri dal punto di vista storico-culturale nell’editoriale della sezione “società”.
La consultazione popolare, concordata tra il governo regionale scozzese e l’esecutivo guidato da David Cameron, potrebbe portare alla storica disgregazione della Gran Bretagna. La Scozia è entrata nel Regno Unito nel 1707, e da allora la sua storia si è unita a quella dell’Inghilterra. Stesso sovrano, stesso Parlamento, stessa moneta e così via. Il sentimento di autonomia non si è mai sopito, tanto che l’allora premier Tony Blair decise di “addormentarlo” concedendo una significativa devoluzione di poteri. La devolution di poco meno di vent’anni fa non ha però fermato la lotta per l’indipendentismo, e ora, a pochi giorni dal voto la Scozia potrebbe davvero smettere di fare riferimento a Downing Street. Gli ultimi sondaggi di Yougov, uno dei maggiori istituti demoscopici britannici, rilevano una poderosa ascesa dei sì all’indipendenza.
In questo momento l’esito sull’indipendenza scozzese appare molto incerto, e già questo rappresenta un grande successo del fronte del sì. Fino a poche settimane fa i sondaggi rilevavano confortevoli maggioranze del no, ma la fine dell’estate ha portato ad un repentino mutamento di clima.
Come rimarcano i quotidiani tedeschi, il calcio, e lo sport in generale, hanno storicamente rafforzato l’identità degli scozzesi e la contrapposizione con Londra. La nazionale di football della Scozia è la più antica del mondo insieme a quella dell’Inghilterra, un motivo di vanto per uno dei paesi più appassionati di questo sport. Le due squadre più prestigiose e seguite del paese, i Rangers e i Celtic Glasgow, sono divise da una storica e fortissima rivalità; diversi istituti demoscopici così come vari giornali hanno raccontato però come le due tifoserie si siano unite nel supporto alla causa dell’indipendenza. Un sentimento che si è rispecchiato pochi giorni nella protesta sui social network contro le leggende del calcio scozzese, che avevano lanciato un appello per il no al referendum di giovedì 18 settembre. I tifosi di Celtic e Rangers in particolare hanno attaccato i loro beniamini del passato, criticandoli aspramente per questa presa di posizione pubblica.
Se ai Giochi del Commonwealth i 53 stati membri indipendenti che precedentemente (eccetto qualcuno) facevano parte dell’Impero britannico partecipano ognuno per conto proprio, comprese le nazioni del Regno Unito, alle ultime Olimpiadi di Londra partecipò un’unica squadra, rappresentata dalla bandiera della Union Jack e organizzata dalla British Olympic Association, la federazione olimpica britannica. In caso di indipendenza gli atleti scozzesi avrebbero la possibilità di scegliere per quale stato competere. Il famoso tennista Andy Murray, nato a Glasgow, ha già detto che molto probabilmente preferirebbe la Scozia. La mezzo fondista Lynsey Sharp, originaria di Dumfries, rimarrebbe invece con il Regno Unito. Comunque è improbabile che la Scozia, in caso di vittoria dei sì, abbia il tempo di costruire una propria squadra olimpica prima dei Giochi di Rio, che si svolgeranno nel 2016. Per quanto riguarda il calcio (ma anche il rugby) non ci sarà alcun problema: questi sport prevedono già quattro nazionali diverse per il Regno Unito.
Proprio Andy Murray, è stato il primo britannico a vincere Wimbledon dopo 77 anni e nel 2012 l’oro alle Olimpiadi di Londra. Giochi che videro un grande contributo degli scozzesi nei successi della Gran Bretagna, con 13 medaglie su 65 totali, compresi 7 ori. Il recente successo ai Giochi del Commonwealth è considerato la migliore delle risposte per i “Sì”. Che la sfida abbia inizio, fino all’ultimo voto.