Assistere alla politica italiana lascia al tempo stesso due sensazioni: la prima è la confusione, mista ad una buona dose di incredulità, la seconda è la curiosità. Mai infatti si è potuto assistere ad uno scontro tanto spettacolarizzato tra i leader dei maggiori partiti, e mai probabilmente potrà accadere in futuro di avere a che fare contemporaneamente con personaggi tanto carismatici.

Non è che in passato non ci siano stati politici in grado di attirare consensi e di essere amati, ma buona parte del loro successo era comunque legato al partito cui appartenevano. De Gasperi, Togliatti, Andreotti, Berlinguer, personaggi che hanno fatto la storia della politica nazionale, ma che mettevano il loro carisma al servizio del loro partito; oggi invece si assiste al fenomeno contrario, con Grillo e Berlusconi, padri fondatori e padroni assoluti delle creature che hanno plasmato, e Renzi che si è fatto spazio all’interno di una Sinistra da troppo orfana di una guida, riuscendo a prenderne il controllo e a darle una stabilità che i suoi predecessori erano stati incapaci di raggiungere.

In questa grande arena dove si combattono i tre gladiatori, il trofeo da conquistare è l’elettorato, il mezzo con cui raggiungerlo la visibilità. La televisione, data ormai per morta fin troppo frettolosamente continua ad essere viva e arzilla e a spostare in un contesto quanto mai incerto come quello politico di oggi parecchi voti; e poi c’è il web dove Grillo è stato il precursore col suo blog, ma gli altri lo hanno seguito a ruota e registrano oggi numeri da popstar in quanto a follower su Twitter. Sembrano lontani i tempi in cui Silvio Berlusconi comunicava la sua intenzione di entrare in politica attraverso un videomessaggio nelle sue reti private, da allora quel gesto che all’epoca fece non poco scalpore, è diventato quasi fanciullesco rispetto alle sgomitate che oggi i politici si danno tra talk show e programmi di ogni genere.

La moda del talk show e dei programmi d’approfondimento politico

Fino agli anni 80 un politico aveva due modi fondamentalmente per finire in televisione, il primo era quello di essere protagonista di una notizia nel telegiornale, il secondo era quello di fare propaganda in occasione di elezioni vicine. Le apparizioni erano molto più rare, e ogni tanto ci si concedeva alla satira facendo brevi comparsate nei varietà, ma nulla più.

Poi arrivò la la moda dei talk show, quei programmi dove un conduttore in un clima sereno e pacato metteva a suo agio l’intervistato riuscendo a fargli domande in altri contesti impensabili. Inutile dire che tra il “David Letterman Show” statunitense ed il “Maurizio Costanzo show” italiano c’è stato fin dall’inizio un oceano di mezzo non solo geograficamente parlando. Iniziano i primi litigi, gli ascolti salgono alle stelle, si crea la figura mitica dell’opinionista politico, gente come Sgarbi diventa una star e la politica si trasforma in show business. Come se non bastasse iniziano allora i programmi d’approfondimento, Porta a Porta diventa la “terza Camera”, seguono i programmi di Santoro, gli speciali di Mentana, Ballarò, e una sfilza di titoli talmente lunga che è impossibile da citare.

Sono gli anni del dominio incontrastato di Berlusconi, quelli in cui fa da mattatore davanti a Bruno Vespa, riempie di promesse gli spettatori, guadagna consensi in quelle fasce di popolazione che lo seguono fedelmente in ogni apparizione televisiva. D’altronde è l’uomo che ha portato le ballerine seminude e il divertimento in una tv in cui prima il massimo della trasgressione erano le gemelle Kessler; nel frattempo Grillo da comico di successo sulle reti Rai diventa personaggio scomodo e anticonformista, e un Renzi ancora giovanissimo muove i primi passi in politica senza farsi mancare però una partecipazione ormai storica a “La Ruota della Fortuna”.

Passano gli anni, Berlusconi invecchia, Grillo diventa un blogger anticomformista e Renzi è eletto prima Presidente della Provincia e poi Sindaco di Firenze, ma Vespa è sempre al suo posto, così come Santoro e Mentana. In un contesto quasi surreale, i politici si alternano ma coloro che li intervistano sembrano colonne portanti di un sistema che fatica a cambiare.

[Credits photo: www.tvblog.it]
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L’ascesa del web e dei social network

Il primo tra i politici di oggi a comprendere le potenzialità di internet è stato senza dubbio Beppe Grillo; fonda un blog che in poco tempo diventa tra i più visitati, e lo utilizza per veicolare campagne e lotte trovando come sbocco naturale una platea vasta di giovani; di questo va dato atto all’ex comico ligure, dell’essere stato più lungimirante degli altri.

[Credits photo: corriere.it]
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Col tempo Berlusconi e Renzi si sono dapprima forniti di un sito, e poi sono apparsi sui social network, dove in particolare il Premier sembra districarsi con una certa abilità, riuscendo persino a twittare durante il colloquio con Napolitano.

[Credits photo: corriere.it]
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La situazione oggi

Non è un caso che in questa riflessione Berlusconi sia stato messo come protagonista assoluto della televisione, Grillo come pioniere del web, e Renzi come abile utilizzatore di social network; d’altronde ogni politico è figlio della sua generazione e è ovvio che cerchi di districarsi al meglio laddove i diretti rivali faticano. Ma è sbagliato pensare che vi sia una divisione netta e concordata degli spazi nei mezzi di comunicazione. La lotta è spietata, Berlusconi attraverso collaboratori ben più giovani di lui sta creando decine di gruppi, fan page e profili in giro per internet, Renzi non disdegna le partecipazioni in tv, anzi padroneggia l’obiettivo con un carisma invidiabile, e Grillo non passa giorno senza che appaia in quei programmi che tanto odia e da cui ha cercato di allontanare da subito i suoi parlamentari.

E poi c’è la par condicio, quello strumento a tratti incomprensibile che decide in che modo i politici possano apparire o meno in televisione. La stessa par condicio per cui Renzi va tranquillamente nei talk show politici ma è costretto a saltare un’ospitata ad “Amici” ed una “Partita del cuore”. Mentre Berlusconi gira tutti i programmi possibili per tentare l’ennesima rimonta ( riuscita quasi l’ultima volta dopo l’apparizione record da Santoro ), e Grillo chiude un occhio o anche due se i suoi vanno in giro per le reti televisive.

Non importa che tu sia Renziano, Grillino o Berlusconiano, accendi la tv e il pc e assisti allo spettacolo della politica. Esserne nauseati è facile, ma si rischia anche di rimanerne incantati.

[Credits photo: imolaoggi.it]
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