Matteo Renzi affronta la delicata frattura interna al Governo causata dal caso Lupi; il Presidente del Consiglio deve infatti cercare di trovare un equilibrio tra quella che è la sua idea “rottamatrice” e intransigente rispetto i difetti della vecchia politica, e un esecutivo che rischia di tremare se dovesse mancare l’appoggio di Alfano e del suo Ncd. A peggiorare una situazione di per sè già complicata, la questione dei sottosegretari del Governo implicati in inchieste giudiziarie. Renzi cerca di districarsi davanti alle accuse di “doppiopesismo”, ma probabilmente questo è il momento più difficile del suo mandato.

Il caso Lupi

L’inchiesta della Procura di Firenze ribattezzata “Sistema”, rischia di rappresentare uno stallo più che preoccupante per il Governo Renzi. Il ruolo di Lupi nell’organizzazione che gestiva gli appalti delle grandi opere, controllata dall’accordo tra Incalza e Perotti, non è diretto. L’ex Ministro, infatti, non risulta tra gli indagati, ma dalle registrazioni e dalla trascrizione delle intercettazioni, emerge una conoscenza molto stretta proprio con Ercole Incalza.

Davanti al “rischio” che il Governo assumesse un maggiore controllo sulla “Struttura tecnica di missione” di Incalza, una divisione che gestisce le opere pubbliche che dipende direttamente dal Ministero delle Infrastrutture, Lupi lo avrebbe rassicurato, e promesso che se ne sarebbe occupato personalmente. Nelle registrazioni Lupi dice inoltre che il Viceministro delle Infrastrutture, Riccardo Nencini, sarebbe stato nominato grazie alla sponsorizzazione di Incalza, ma Nencini smentisce. Dall’inchiesta emerge anche che Incalza avrebbe procurato degli incarichi di lavoro a Luca Lupi, figlio dell’esponente di Ncd ed ormai ex Ministro del Governo. Renzi ha assunto l’incarico di Ministro ad interim, ma la situazione precaria lo costringe a dover prendere una scelta tanto complicata quanto essenziale per la sopravvivenza del suo esecutivo.

Credits Photo: [mauriziolupi.it]
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L’accusa di “doppiopesismo” e la questione dei sottosegretari

Intanto da giornali e opposizione fioccano le accuse di “doppiopesismo” per la questione dei Sottosegretari. Renzi ha dichiarato convintamente: “Non ci si dimette per un avviso di garanzia”, assumendo un profilo garantista coerente anche con quello che il Pd ha adottato sul caso De Luca, ma le critiche per il gesto non sono mancate a partire dalla Lega che ha definito il Presidente del Consiglio: “Garantista con gli amici”. Questione non da poco, soprattutto se offre un assist a Berlusconi e i suoi per cercare di convincere Alfano a non appoggiare più il Governo Renzi.

Credits Photo: [ilpost.it]
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La scelta di Renzi e il dubbio di Alfano

Alfano dunque davanti al dubbio se restare cercando di placare i malumori del suo Partito o fare una mossa da molti considerata avventata ma che potrebbe ricompattare Ncd. Intanto Renzi il nome per il dopo Lupi l’avrebbe individuato nel fedelissimo Graziano Del Rio; l’ex Sindaco, figura molto apprezzata anche al di fuori del Pd, definito da molti “uomo ombra” del Presidente, garantirebbe sicurezza e legalità per il Ministero.

Ma il “nodo Alfano” non sarebbe affatto districato, e anzi tenderebbe a complicarsi, con Ncd che riceverebbe l’ennesimo affronto perdendo una poltrona nell’esecutivo e ponendo fine all’esperienza di Governo “di larghe intese”.

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