Ingegneri, medici, avvocati, designer architetti: i sogni dei giovani sono infiniti, così come le loro opportunità. Così si diplomano e si sentono piccolissimi di fronte al mare di possibilità che il mondo gli offre. Scelgono un percorso di studi universitari adatto alle proprie attitudini, magari comodo e vicino casa, così no, gli amici non li mollano mica. I più coraggiosi partono e si creano il loro piccolo habitat lontano da casa, così come le opzioni lavorative, le esperienze e le relazioni. Per tutti gli altri invece, quel “da grande voglio fare il dottore” diventa “da grande voglio fare Peter Pan“. È proprio questo il risultato di un sondaggio britannico commissionato dalla Virgine Active, una catena di centri fitness. I ricercatori hanno testato un campione di ragazzi di 25 anni, riuscendo a evidenziare che almeno un terzo di loro non ha alcun desiderio di provare nuove esperienze, ma che, al contrario, prevede di rimanere in una nociva comfort zone anche per il futuro. Le cause di queste scelte e condizioni stagnanti? Da rinvenire nella paura, nella mancanza di sicurezza circa le proprie ambizioni, nel terrore dei giudizi altrui. Perché lì fuori, ad aspettarli, c’è un’arena piena zeppa di leoni e i giovani adulti lo sanno bene.

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[Credits photo: futura.unito.it]

Così, una strada porta all’ignoto, a una nuova vita, ad esperienze che richiedono determinazione e maturità, un’altra strada non porta da nessuna parte. E davanti a questo bivio, i giovani inglesi, così come tendenzialmente e di riflesso quelli italiani ed europei, scelgono la strada più comoda quella che non implica alcun cambiamento. Perché è proprio quello a spaventare di più, il cambiamento. Così si frequentano gli stessi posti, si mantengono le stesse amicizie, si vive nella propria casa, si resta in quella bolla di sapone e certezze, immobile ai venticinque anni. Secondo il sondaggio inglese, è questo stile di vita che molti venticinquenni stanno scegliendo. Uno su sei partecipanti allo sondaggio crede che ogni cosa resterà immutata, dal piatto preferito alla destinazione prediletta per le vacanze, rimarrà uguale nel tempo. La parola d’ordine è “certezza”, nulla cambia, tutto è conosciuto e sicuro. Solo un’abitudine, secondo lo psicologo Samuel Nyman della Bournemouth University, si modifica: lo sport. Una volta diventati adulti, si tende ad abbandonare quella sfera ludica, che sarà poi ripresa come momento di svago, una volta raggiunta una stabilità economica adeguata. “Purtroppo più cresciamo e meno siamo fisicamente attivi – spiega lo psicologo – e questa ricerca, che mette in relazione l’età con la voglia di sperimentare nuove cose, ne è lo specchio“. Come rimediare? Attraverso la famiglia, che deve impegnarsi a spronare i propri figli, che non sono nulla di diverso dalla loro speranza nel futuro. E, inoltre, Riuscire a creare condizioni che facilitino economicamente e logisticamente le opportunità di studio dei ragazzi.

Ci nutriamo di curiosità, di momenti di vita e lezioni, imparate dalla gente, dalle situazioni, dalle storie, dai luoghi che visitiamo e insegnate a nostra volta. Abbiamo una sola vita per imparare, per amare, per conoscere nuove cose. Sprecare i nostri anni per la paura dell’ignoto è rinunciare al l’opportunità più grande di tutte: la vita stessa.