Giovedì 18 settembre, ore 20. Per molti romani è una giornata, la solita, che sta per volgere al termine ma per un gruppo di agguerriti cittadini della Capitale si è al lavoro già da un’ora per rendere più decorosa la zona attorno alla fermata della Metro B Piramide. Questi eroi, quasi dei marziani nella Roma egoista e strafottente di oggi, sono i ragazzi, gli adulti, le donne, gli uomini di Retake Roma, un movimento di cittadini con un solo obiettivo: quello di ridare dignità a una città violentata dal degrado.
Per l’intervista a uno dei rappresentanti di Retake scegliamo uno degli appuntamenti più importanti degli ultimi tempi che loro hanno definito: “La Notte sBianca”.
Usciamo dall’edificio della fermata della metro B Piramide e vediamo subito un gruppo di volontari al lavoro assieme al gruppo Pics della Polizia di Roma Capitale e a operatori dell’Ama. Ci sentiamo quasi di intralcio e spesso dobbiamo fare lo slalom fra di loro e fra i rifiuti raccolti in piccoli mucchi per raggiungere una delle figure principali dei Retakers: Antonino. Ci accoglie con un sorriso, poi si dirige verso un palo della luce e ci dice: “Finisco di togliere questi adesivi e ci siamo”. I Retakers sono così: prima il dovere poi il piacere. Ma questa frase ha un senso un po’ diverso rispetto al solito perchè il dovere dei Retakers arriva alla fine, a lavoro ultimato, quando la stanchezza viene cancellata per il lavoro e il risultato di un’area riqualificata grazie al proprio senso civico.
Antonino, quando nasce l’idea di Retake Roma?
Retake Roma è nato tra la fine del 2009 e l’inizio del 2010 dall’idea di una donna italo-americana, Rebecca Spitzmiller, che viveva in una situazione di continuo degrado nel quartiere Africano e non volendo più sopportare questa situazione si è rimboccata le maniche e ha iniziato a pulire le colonne del suo condominio insieme al figlio. Questo atteggiamento è stato notato anche dai suoi amici e amiche e si è diffuso pian piano. Io mi sono inserito nel movimento Retake nel 2013 proprio perchè non voglio più vivere in questa situazione di degrado.
La Notte sBianca è un appuntamento molto importante per voi di Retake ma quando c’è stato il primo storico raduno dei retakers?
Il primo grande appuntamento con i Retake è stato nel 2010 quando i primi retakers di quel periodo si unirono per pulire il Lungotevere dai graffiti. Con la collaborazione dei Pics e di Ama si iniziò a pulire dai graffiti i muraglioni del Tevere all’altezza di Prati.
Molto interessante è la collaborazione di voi Retakers con i Pics e Ama, è stato difficile coinvolgere questi gruppi nei vostri Retake?
No, non è stato particolarmente difficile soprattutto perchè i Pics si occupano del decoro cittadino e quando ci siamo rivolti a loro abbiamo subito ricevuto la loro collaborazione. I Pics si mettono in contatto con la sezione decoro di Ama e mettono a disposizione i materiali finalizzati allo stesso Retake. Loro ormai hanno la nostra fiducia e noi abbiamo la loro.
Mentre siete all’opera con i vostri Retake trovate gente che vi guarda con diffidenza e scredita il vostro lavoro?
Molte persone ritengono che il nostro impegno sia inutile perchè tanto poi si sporca di nuovo o perchè pensano che è Ama che si deve occupare di questo lavoro. La diffidenza c’è e ci sarà sempre, le critiche sono continue. Il punto è che Ama, adesso, non riesce a occuparsi di tutto e quindi non riesce a fare questo tipo di manutenzione e allora visto che noi Retakers non vogliamo vivere in una città degradata ci rimbocchiamo le maniche e puliamo. Nei Retakers c’è una convinzione: la città dove viviamo è la proiezione della nostra casa e di conseguenza così come cerchiamo di pulire la nostra casa dobbiamo fare altrettanto per strada, sui muri dei palazzi e sulle paline delle fermate del bus.
Quando è esplosa a Roma la mania del Retake?
Il cambiamento è arrivato soprattutto quest’estate quando i componenti del direttivo sono aumentati e hanno iniziato a pubblicizzare di più sulle pagine Facebook, su Twitter e da lì è partito tutto.
Come si diventa Retakers?
Tutti possono essere Retakers se lo vogliono. Basta un raschietto e avere la convinzione di volere la propria città più decorosa. Scendi sotto casa e pulisci il tuo palazzo se, ad esempio, è pieno di adesivi abusivi. Poi passi al palazzo vicino e pulisci anche lì e rendi più decorosa tutta la via. Quando rientri a casa o esci per andare a lavoro o studiare e noti qualcosa che non va come un adesivo che prima non c’era l’occhio cade subito lì perchè ti sei abituato a rivedere la tua strada pulita e allora ti verrà istintivo pulire e subito staccherai quell’adesivo.
Immaginiamo che la vostra attività si sia scontrata con coloro che sono gli artefici del degrado…
Abbiamo ricevuto critiche pesanti soprattutto su internet. Ad esempio, ci hanno detto che dobbiamo vergognarci per il nostro impegno a rimuovere le tag (le scritte sui muri ndr) perchè secondo queste persone le tag sarebbero una forma d’arte. Ci hanno detto che quello che facciamo non serve a niente. Noi abbiammo sempre cercato di spiegare che il nostro impegno è finalizzato a combattere il degrado.
C’è qualche aiuto concreto che voi di Retake Roma vorreste chiedere alle istituzioni come il Comune di Roma o la Regione Lazio?
Noi di Retake Roma vorremmo solo una cosa concreta perchè la riteniamo risolutiva: l’applicazione della legge. Sanzionare tutto l’abusivismo come gli adesivi, i cartelloni, le affissioni non consentite. Secondo noi la certezza di una sanzione risolverebbe questo problema perchè a quel punto non ci sarebbero casi di recidiva.