Dal suo blog, Richard Branson ha dichiarato che, dopo aver letto un articolo del Telegraph in cui Netflix, il gigante dello streaming on line (che in Italia non arriverà mai causa il milione e mezzo di lobby che girano intorno al mondo del cinema e della televisione), “liberalizzava le ferie per i propri dipendenti”, d’ora in poi anche nelle sue aziende si farà più attenzione ai risultati a prescindere dalle ore passate in azienda. I dipendenti potranno dunque decidere autonomamente quando andare in ferie a patto che ciò non incida negativamente sul posto di lavoro.
Il tema è sicuramente innovativo e sono certo che le migliaia di Direttori del Personale Italiani, unitamente alle squadre di sindacalisti, su sollecitazione dei nostri Liberi Imprenditori sono già al lavoro per proporre un articolo ad hoc da integrare all’avanzatissimo Job Act, ultima creatura Frankesteniana del nostro Governo, momentaneamente imballato fra le pieghe dell’articolo 18. (Ultimo avvistamento: dalle parti del PD che stava proponendo 3 anni di periodo di prova prima della conferma a tempo indeterminato e circa 350 emendamenti a latere).
Ma quello che è ancora più interessante analizzare, sono i commenti all’articolo di cui sopra.
Mentre è abbastanza scontato immaginare la delusione di alcuni che pensano che in Italia una decisione del genere non potrà mai essere presa per la poca lungimiranza di imprenditori o per i “sistemi di gestione amministrativa”
ciò che lascia più perplessi è la mancanza di fiducia delle “persone normali” nei confronti delle altre persone / dipendenti:
e in particolar modo all’indirizzo di una ben precisa categoria di lavoratori
Ecco, la riflessione che mi viene da fare è esattamente questa: anche nel lavoro, così come nell’educazione civica, abbiamo forse perso il senso di unità e di solidarietà?
Una decisione come questa dovrebbe di fatto creare senso di appartenenza nei confronti della propria azienda e sviluppare il senso di responsabilità dei dipendenti verso il proprio lavoro aumentando la con-partecipazione con i propri colleghi. Sarebbe una grande prova a dimostrazione del “senso imprenditoriale” dei dipendenti che sprattutto nei periodi difficili avrebbero l’opportunità di dimostrare il vero attaccamento all’azienda trovando la massima espressione del team, tutto unito verso la risoluzione di una crisi che tarda a risolversi.
Invece, sembra che l’unico motivo sia il timore di essere fregati. Dal proprio compagno di banco.