Geniale, attento osservatore ma soprattutto provocatore della realtà che ci circonda quotidianamente. È uno degli artisti più poliedrici di questi anni: si chiama Phillip Toledano, e dopo aver fotografato la vita, la morte e tante altre particolarità dell’essenza quotidiana, ha deciso di cimentarsi con il concetto di bellezza.
La bellezza – quella esteriore s’intende – è sempre, e da sempre, stata una moneta di scambio, un passe-partout, una sorta di facilitazione per tutto ciò che concerne la vita quotidiana. Dettata dalle mode, dai gusti popolari e dall’arte, cos’è adesso il concetto di bellezza in un epoca in cui per adeguarsi ai canoni estetici basta un ritocchino dal chirurgo plastico?
Questo è l’interrogativo di fondo che si pone Phillip Toledano nel suo progetto “New Kind of Beauty”. Il famoso fotografo ha immortalato nei sui scatti persone che hanno subito numerosi interventi chirurgici, con l’obiettivo di riuscire a capire a quale stravagante idea di bellezza abbiano fatto riferimento prima di (ri)costruire la propria persona. Ricostruirla fuori così come dentro.
Ispirato dall’artista tedesco Hans Holbein, che nel XVI secolo aveva fatto ritratti estremamente realistici delle persone, Toledano ha detto di voler fare foto-ritratti di questi soggetti, per rappresentare la particolare idea di bellezza che dilaga nel nostro tempo.
Gli scatti di “New Kind of Beauty” hanno avuto inizio quando a Toledano venne offerto l’incarico di fotografare un uomo che aveva subito svariati interventi di chirurgia plastica, poi la serie è stata fortunata e si è evoluta grazie ai social media e al classico passaparola.
Ripensando ai ritratti di Holbein, ripensando ai canoni estetici dei secoli precedenti, ripensando alle icone della moda, dello stile e della femminilità di decenni passati, in confronto con quelle attuali, non ci resta che chiederci se esiste una bellezza senza tempo. Un qualcosa che lasci a bocca aperta tutti, senza distinzioni di senso personale, gusto estetico e canoni dettati dall’alto. Quel qualcosa che ha una certa armonia – intrinseca o estrinseca, non importa – con la natura, e che susciti nell’osservatore un senso, un’emozione, un’esperienza di attrazione, affezione, piacere, benessere.
Phillip Toledano però, ci dice la sua: “In qualche modo penso che questi soggetti siano avanguardistici. 20 anni fa i piercing e i tatuaggi erano fuori dal comune, ormai è una cosa mainstream. Nel giro di 50 anni, quando i processi di chirurgia plastica non costeranno più molto, una grande parte della popolazione sarà passata in sala operatoria”. Forse dunque stiamo creando un nuovo tipo di bellezza. Un tipo di bellezza che va oltre i limiti dell’essere umano stesso.
E allora non possiamo fare a meno di chiederci se quando ricreiamo noi stessi stiamo cercando davvero il nostro io più profondo o se vogliamo solo nasconderlo a tutti i costi, ricorrendo a nuovi, e allo stesso tempo ambigui, ideali di bellezza.
[Credit Cover: dinnerandpics.com]