L’Edizione numero 28 del Salone Internazionale del Libro svoltosi a Torino è stata piuttosto soddisfacente quanto a numeri. Il confronto con le edizioni precedenti pare davvero averlo vinto anche quanto a organizzazione degli spazi, vivibilità e area giovani. L’appuntamento con l’oggetto del desiderio di molti, moltissimi italiani, sembra resistere alle profezie più funeste che si aggirano ormai da anni sul destino del libro, come se davvero fosse scritto che la sua storia cartacea finirà inesorabilmente. E-book e audio-book quindi non scalzano l’amore per il cartaceo che il pubblico del Salone ha ampiamente dimostrato.
Già nel 2014 si parlava di numeri di tutto rispetto e la manifestazione che prende forma a Torino ogni anno è come un battito del cuore di un anziano in piena salute, un messaggio insomma di benessere nonostante qualche graffio o cerotto. I freschi dati in arrivo sono piuttosto confortanti anche in un’ottica prettamente economica: 341mila visitatori, 2000 ospiti con un totale di 7500 espositori. Le iniziative che gravitavano intorno al Salone hanno funzionato anche fuori dal Lingotto Fiere, coinvolgendo la città e chissà che magari non si possa sviluppare qualcosa di simile a quanto avviene a Milano per il Salone del Mobile.

Già perché la forza del Salone del Libro consiste anche negli eventi, nelle presentazioni, nelle discussioni e conferenze che avvengono proprio all’interno della kermesse. Creare attenzione, interesse e curiosità intorno all’editoria non può che creare e generare un giro di passaparola e perché no, economico. Ecco allora che quest’anno i tanto amati social network hanno spalleggiato e promosso un atteggiamento positivo che non può che giovare al sistema dell’editoria: la condivisione. 6400 “mi piace” su Facebook, con un’interazione di 11mila persone; 41mila tweet al grido di #SalTo15 e ben 7400 foto postate su Instagram: decisamente un ottimo traffico web.
Sebbene l’ingresso fosse a pagamento (circa 10 euro) i numeri in mano agli editori sono davvero positivi. L’ingresso va ricordato perché se le riflessioni economiche sono d’obbligo sulle entrate degli editori, è anche vero che i partecipanti che sono poi quelli che creano i numeri, vanno considerati come soggetti attivi che sono disposti a spendere anche per entrare, mangiare e non solo per comprare libri. E questo denota già un tipo di interesse e un tipo di lettore. I dati riportano oltretutto un incremento consistente: un +0,7% di presenze, il 15% di aumento degli incassi e +10% di vendita su tablet e device rispetto al 2014.

L’idea di un Paese ospite, la Germania (occasione per festeggiare il sessantesimo compleanno della sede torinese del Goethe Institut), e di una regione ospite, il Lazio, sono state una conferma dell’intuizione iniziale di chi istituí 28 anni fa questo appuntamento e in accordo con l’attenzione all’estero e pareggiata a quella per “casa nostra”, che di questi tempi anche per via di Expo, sono tanto in auge. Da menzionare anche lo spazio dedicato a un altro trend degli ultimi anni: la cucina. Lo spazio CookBook infatti ha raggruppato in un’unica ala della fiera, esperti del settore culinario ed editoriale, anche se qualcuno ha fatto notare che si poteva incrementare il successo del settore giocando proprio sul cibo e il suo appeal.
Quello che si respirava camminando fra i vari stand è sicuramente positivo. Prima di avere i risultati economici, social, partecipativi, l’atmosfera e la vista di molte persone interessate all’acquisto e alla partecipazione agli incontri in questi quattro giorni di Salone e che non sono altro che manna dal cielo per il mercato, si intuiva perfettamente che le sorti dell’editoria potrebbero davvero rialzarsi. Creare un evento del genere, mantenerlo per così tanti anni, addirittura incrementare visite e acquisti, segna un punto a favore di un lavoro di gruppo che potrebbe conservare uno spunto interessante per il futuro: una sorta di “L’unione fa la forza“.

Solo dopo qualche anno le grandi Case Editrici si interessarono al Salone. Queste ora convivono con piccoli editori, piccoli progetti, iniziative culturali come “Adotta un libro” del Fai a favore della Biblioteca del Castello di Masino e dei suoi 3000 libri che necessitano di un restauro, con un’urgenza per 25 di loro. E dunque è possibile trovare di tutto, da quei libri fuori catalogo ma che vengono sfoderati per l’occasione, passando per le nuove uscite autografate dagli scrittori, dalle anticipazioni come quella che riguarda il quarto libro di Stieg Larson e che uscirà a fine estate, per finire ai fumetti, le grafic novel di Zerocalcare ma anche Corto Maltese, I Peanuts e Jesus.
La conferenza stampa di chiusura ha lanciato già l’appuntamento per l’anno prossimo: 12-16 maggio 2016 e l’annuncio del Paese ospite d’onore che sarà l’Arabia Saudita con uno spazio di oltre 3000 metri quadri. Non mancano nemmeno i nomi delle prossime edizioni e il Salone si sposta ad est: nel 2017 il Kazakhstan e nel 2018 l’Azerbaijan. Già perché un occhio al futuro è proprio quello che ci vuole alla luce del successo di quest’anno. Se è vero che ci sono segnali di ripresa economica, è anche vero che l’editoria può davvero sperare in qualcosa di più e lo può fare coltivando non solo i lettori più piccoli ma anche quelli che hanno fatto registrare un +15% degli incassi al Salone del Libro di Torino del 2015.
[Fonte foto cover: www.artslife.com]