Scordatevi la Lega della secessione, quella dei “duri e puri”, delle urla di Bossi, dell’utopia di una Padania lontana e incontaminata dalla “Roma ladrona”.

Matteo Salvini è quello che più di chiunque altro all’interno del partito l’ha compreso da subito e ha indirizzato la sua linea politica da Segretario su dei binari totalmente diversi; in un periodo di grave crisi non importava più all’elettorato leghista la dicotomia Nord- Sud, gli slogan che hanno accompagnato il “Senatur” nella sua ascesa politica. La Lega alle ultime elezioni Politiche è stata schiacciata dai tre grandi partiti e ha visto buona parte dei suoi voti catturati dal Movimento di Beppe Grillo, catalizzatore di un malcontento tanto diverso quanto già bene insito negli elettori. Ecco che Salvini all’indomani della disfatta è stato abile nel comprendere la necessità di spostare il terreno di gioco su temi che di secessionista hanno ben poco, trasformando la Lega in un partito di estrema destra sul modello lepenista.

La tattica ha funzionato, la Lega si è ripresa nelle ultime elezioni Europee, e rappresenta oggi in pieno declino berlusconiano l’alternativa più concreta e solida a destra. Salvini lo sa e si prepara a sferrare il suo attacco per diventare un leader di una possibile coalizione.

Credits Photo: [lindipendenzanuova.com]
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Salvini e la leadership della destra italiana

“Berlusconi è stanco, anziano, non più in grado di combattere”. Questo è quello che negli ultimi mesi si legge sull’attuale e indiscusso leader della destra, l’unico uomo in grado di catalizzare voti e di unire partiti che vanno dalla tradizione post democristiana all’estremismo post missino. Probabilmente non è vero, Berlusconi avrebbe ancora la forza di affrontare se la legge glielo permettesse, una nuova campagna elettorale, ma in fin dei conti questo insistere non gioverebbe nemmeno più a lui.

Salvini è giovane, dinamico, piace alla gente, è populista ma riesce a farsi ascoltare senza gli eccessi di vecchi colleghi leghisti considerati da molti come impresentabili. Si è fatto conoscere per anni attraverso le ospitate in talk show televisivi ed è proprio nel piccolo schermo che ha costruito la sua credibilità, che lo ha portato a essere eletto con un plebiscito Segretario della Lega. Diverso da Maroni, molto meno diplomatico, Salvini rappresenta quella nuova generazione leghista, che ha in lui e in Tosi i rappresentanti più autorevoli, che cerca di sdoganarsi dal retaggio bossiano per ampliare il proprio elettorato. La lotta di Salvini perciò non è più verso il Sud, quanto piuttosto concentrata sui clandestini. Così come la priorità non è la nascita della Padania, quanto l’alleggerimento delle tasse e la possibile uscita dalla moneta unica. Questo piace molto a buona parte di coloro che fino a ieri votavano per Berlusconi, e i sondaggi infatti lo confermano. Salvini leader della destra? Ad oggi sembra la possibilità più concreta.

Credits Photo: [polisblog.it]
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L’ombra di Bossi e della vecchia Lega Nord

Tanto più Salvini cerca di costruire attorno a sè un partito nuovo tanto più chi era ostile alla vecchia Lega lo apostrofa come l’ennesimo secessionista padano. Questo il peso che, a meno di sorprese, dovrà sempre portarsi dietro. Difficilmente Salvini è attaccato sul suo campo politico, piuttosto lo si accusa di colpe imputabili ai suoi predecessori. E anche chi, invece, guarda da fuori alla Lega e riesce a captare la sua linea, non gli perdona l’appartenenza al partito che fu di Bossi. Salvini non ha infatti quella capacità di unire che ha reso Berlusconi leader incontrastato della Seconda Repubblica.

La roccaforte berlusconiana di voti, è sempre stata concentrata al Sud, e è quasi impossibile che quegli elettori sarebbero disposti a spostare il loro consenso sul capo di un partito che è nato secessionista. Per di più la linea estremista di Salvini spaventa non poco i moderati, e il travaso che da destra sta portando molti elettori a scegliere quello che Renzi ha definito il Partito della Nazione, il nuovo Pd, è ormai evidente. Per questo l’ascesa di Salvini, politico carismatico in grado di raccogliere consensi a destra e che in altre circostanze sarebbe stato senza ombra di dubbio il successore di Berlusconi, sarà ostacolata se non impedita.

Credits Photo: [termometropolitico.it]
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La Lega Nord anche se in salute resta comunque ancorata a percentuali che a livello nazionale non gli permettono di poter competere con i partiti maggiori e Salvini lo sa. Cambierà la sua linea per poter essere accettato come leader a destra? Impossibile dirlo ma qualcuno già ci scommetterebbe sù conoscendo le sue ambizioni.

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