La sclerosi multipla è una pericolosa patologia autoimmune demielinizzante che va a colpire il sistema nervoso centrale, causando un ampio spettro di segni e sintomi. Essa colpisce le cellule nervose complicando la comunicazione tra cervello e midollo spinale; le prime infatti trasmettono i segnali elettrici attraverso lunghe fibre chiamate assoni, i quali sono ricoperti da una sostanza isolante (la guaina mielinica). Quando si soffre di questa particolare malattia neurodegenerativa le difese immunitarie del paziente attaccano sistematicamente questa guaina, danneggiandola in maniera irreparabile.
Al mondo ne sono colpite 3 milioni di persone, di cui circa 600 mila in Europa. Secondo l’ Aism (associazione italiana sclerosi multipla) in Italia sono circa 72 mila le persone a soffrirne, con un aumento di 2 mila casi nuovi ogni anno. Il rapporto uomo/donna è di 2,5 a 1, ragion per cui la si definisce spesso una malattia ‘rosa’.
Le cause possono essere di natura genetica (anche se non viene considerata una malattia ereditaria) o legate allo stile di vita: secondo gli studi essa può essere provocata dal fumo e dalla considerevole carenza di vitamina D unita alla scarsa esposizione ai raggi solari, ragion per cui ad esserne colpiti sono prevalentemente le persone che vivono lontane dall’equatore.
Ancora oggi ci troviamo dinnanzi a una malattia che è senza cura e per la quale migliaia di ricercatori lavorano ogni giorno.
Il mese scorso veniva data la notizia di una terapia rivoluzionaria basata su cinque infusioni endovenose da effettuare in 5 giorni di fila il primo anno e di 3 infusioni da realizzare durante il secondo.
Si tratterebbe in tutto di 8 giorni di terapia a cui sottoporsi in 2 anni e sembrerebbe che, a distanza da più di 4 dall’inizio del trattamento, l’effetto perduri: ben 7 malati su 10 risultano liberi dai sintomi della sclerosi senza aver avuto bisogno di un ciclo ulteriore, e questo in concomitanza a indici di sofferenza cerebrale e di disabilità bassissimi e a nessuna lesione attiva né nuova.
Il farmaco da utilizzare, completamente biologico e firmato Genzyme (gruppo Sanofi), è rimborsato dal Servizio sanitario nazionale ed è stato presentato a Milano in seguito al Congresso 2015 dei neurologi americani.
Giancarlo Comi, direttore del Dipartimento neurologico e dell’Istituto di neurologia sperimentale dell’Irccs San Raffaele di Milano, ha dichiarato che:
‘L’anticorpo è diretto contro la proteina CD52, presente in grandi quantità sulla superficie delle cellule T e B del sistema immunitario responsabili del processo infiammatorio; il farmaco permette di colpire tanti nemici agendo su un solo bersaglio e una volta introdotto nel sangue aspetta questi nemici al varco sapendo che da lì devono passare. In questo modo li intercetta li distrugge. Quando però ha fatto piazza pulita il sistema immunitario può subito rinascere. Le cellule T e B vengono ripopolate.’
Sono diversi i gruppi di ricerca che negli ultimi tempi stanno concentrando i loro sforzi sulla scoperta di una cura definitiva della sclerosi; alcuni di essi hanno concentrato la propria attenzione sull’uso di farmaci in grado di promuovere la ricostruzione della guaina di rivestimento nervosa che viene pesantemente danneggiata dalla sclerosi multipla, con tutte le conseguenze del caso.
La rivista britannica Nature ha pubblicato uno studio, condotto da ricercatori Usa della Case Western Reserve University, su due farmaci progettati contro comuni disturbi della pelle, come ad esempio l’eczema. I due composti ottenuti, in alcuni test effettuati sui topi di laboratorio, hanno efficacemente stimolato l’organismo ad auto-ripararsi, andando ad agire sulle staminali di cervello e midollo spinale fino a spingerle a differenziarsi nelle cellule che fabbricano la mielina. L’auspicio dei gruppi di ricercatori impegnati nell’operazione è che questi farmaci, in combinazione con altri trattamenti sperimentali come quello sugli anticorpi, possano in qualche modo rallentare la progressione della malattia ed evitare agli ammalati la sedia a rotelle e la paralisi. L’obiettivo principale è quello di contrastare i danni neurologici provocati dalla sclerosi stimolando la rigenerazione della mielina, ovvero la guaina isolante che circonda i nervi e migliora la trasmissione degli impulsi nervosi.
Secondo quanto riportato su Nature le sperimentazioni, ancora preliminari poiché condotti su poco meno di un centinaio di persone, si basano sull’uso di un anticorpo sperimentale (‘anti-LINGO-1′), capace di favorire la ricrescita della struttura di rivestimento dei nervi, che negli individui colpiti dalla malattia è distrutta dal sistema immunitario, provocando gravi disabilità fisiche e cognitive.
Nelle sperimentazioni, effettuate su animali e cellule umane coltivate in laboratorio, l’anticorpo si è dimostrato efficace nel bloccare una proteina che inibisce la produzione di mielina, promuovendone così la crescita.
Bruce Trapp, neuroscienziato presso la Cleveland clinic (Ohio) ha dichiarato a Nature:
‘I farmaci attualmente disponibili negli Usa contro la sclerosi multipla sono in capaci unicamente di rallentare questo processo di degenerazione, talvolta con pericolosi effetti collaterali. Nessuno di essi però è al momento capace di arrestarlo.’
[Fonte: www.improntaunika.it]