Femminicidio, bullismo, omofobia. Parole che indicano fenomeni, negli ultimi anni più che mai, sotto la lente d’ingrandimento, e di cui sono analizzate concretizzazioni, evoluzioni e conseguenze. Fenomeni il cui studio parte sempre dall’atto conclusivo, da quella forma di violenza, fisica o psicologica, in grado di ledere irreparabilmente qualcuno. A mancare, dunque, è il tassello prima di quell’atto conclusivo, quello che, con un’impostazione securitaria, definiamo “prevenzione”.
Ma dove inizia la prevenzione?
La risposta è immediata: dalla scuola. È questo, infatti, il posto in cui si educa, in cui si definiscono personalità, impostano menti, il posto in cui ogni “io” si plasma grazie a influenze positive o negative, quello in cui non si ha abbastanza maturità per comprendere da soli, ma se ne ha abbastanza per imparare.
Secondo Celeste Costantino, deputata di SEL, basta #1oradamore per educare ai sentimenti. Prima firmataria della proposta sull’introduzione dell’educazione sentimentale nelle scuole, che al momento ha superato le ventiduemila firme e più di quindicimila adesioni sul sito Change.org, la Costantino dichiara: “Quello che proponiamo è un diritto scritto nella Convenzione di Istanbul, ratificata all’unanimità in Parlamento, che chiede agli Stati di introdurre l’educazione all’affettività negli ordinamenti scolastici. In Europa è una realtà, in Italia siamo ancora in ritardo. #1oradamore a scuola perché oggi gli stereotipi maschili e femminili invadono il quotidiano sia in ambito pubblico che privato. Se in alcuni casi in ambito privato viene svilito il ruolo della donna ed esasperato quello dell’uomo, la scuola ha il dovere di poter fornire gli strumenti per una lettura paritaria del genere”.
Andare dritti alla sorgente, minare quegli stereotipi inculcati dalla tradizione e dalla storia, costruire un’idea di affettività basata sulla parità di genere tra gli individui, sul rispetto dell’espressione degli altri nel mondo: è questo l’obiettivo dell’inserimento di #1oradamore nelle scuole di primo e secondo grado.
“Non sfugge a nessuno che l’emotività ricopra una parte consistente nello sviluppo della persona, soprattutto nella fase adolescenziale, quando si forma il carattere e si iniziano a fissare i comportamenti sociali. Conoscere le proprie emozioni, comprenderle e saperle affrontare consente inoltre un aumento delle capacità di comunicare e il potenziamento dell’apprendimento cognitivo. La scuola ha la possibilità di fornire gli strumenti per una lettura paritaria, per ristabilire un equilibrio delle immagini fornite dai mass media, schiacciate sulla mercificazione del corpo femminile”, spiega la deputata di SEL. Per questo si parte dalla scuola, nel momento in cui si è più vulnerabili, ma anche più forti.
E questa consapevolezza della propria affettività, necessita di figure specializzate, nei vari ambiti toccati dalla disciplina, che devono essere esse stesse formate. Il progetto si estende a tal fine alle università, integrando con corsi di studi di genere, l’offerta formativa prevista, andando a costruire così le competenze adatte all’insegnamento dei sentimenti.
Un insegnamento che deve essere affiancato anche da un adeguamento degli strumenti attraverso cui si apprende, come proposto dal Codice Polite, promosso con una petizione e messo a punto alla fine degli anni novanta da una Commissione Interdisciplinare di esperti di vari ambiti e vari Paesi, che promuove la rimozione degli stereotipi e dei linguaggi sessisti dai libri di testo e la presenza del femminile e dei generi nei contenuti trasmessi dai libri.
Si può educare all’emotività, si può insegnare il rispetto delle differenze, degli altri e della loro sfera emotiva. Si possono abbattere i luoghi comuni a cui ragazzi sono legati, i principi e i retaggi incatramati nella società. E si può fare partendo dai diritti.
#1oradamore è quello di cui abbiamo bisogno . Tutti.