La lettura di un libro può veramente corrompere nel 2014 studenti con un’età compresa tra i 14 e i 16 anni? Può urtare la loro sensibilità, al punto tale da sconvolgerli psicologicamente? La riposta è no. La conoscenza non ha mai corrotto nessuno. Anzi, è l’ignoranza a rendere le menti deboli e facili da sedurre, malleabili nelle mani sbagliate e la lettura di un libro, di qualsiasi natura, che narri di amori eterosessuali o omosessuali che siano, non può che fornire alle giovani menti gli strumenti adatti alla loro formazione. Eppure un motivo valido sembra esserci sempre. Prendi l’istruzione, un puzzle a cui mancano troppi pezzi, due docenti di lettere che cercano di formare i propri studenti con mezzi moderni, a contatto con i temi attuali e prendi una denuncia. Il gioco è fatto.
Il caso
Si è diffusa rapidamente sul web, scatenando non poche polemiche, la notizia riguardante alcuni professori del liceo classico Giulio Cesare di Roma, denunciati per aver fatto leggere ai propri studenti il romanzo di Melania Mazzucco ‘Sei come sei’. Al centro della questione il tema del sesso tra gay, proposto in classe attraverso la lettura di un passo del racconto dal contenuto esplicitamente erotico. La lettura del libro non è stata però un’iniziativa spontanea dei professori, i quali hanno messo in atto le disposizioni date dalla Presidenza del Consiglio, attraverso la Strategia nazionale per la prevenzione e il contrasto delle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale. I genitori non sembrano però aver gradito l’iniziativa e hanno subito sporto denuncia alla Procura di Roma ipotizzando i reati di pubblicazione di materiale osceno e di corruzione di minorenni. Secondo gli stessi i propri figli sarebbero stati obbligati a leggere il romanzo a forte impronta omosessualista, sottolineando il fatto che alcuni passi rivelino in realtà, un chiaro contenuto pornografico.
Le reazioni
Una palla colta al balzo da alcuni movimenti di studenti con chiare tendenze omofobe, che hanno manifestato davanti al cancello del liceo. Rotta di Collisione e Lotta studentesca hanno infatti approfittato del caso apertosi nella storica scuola romana, contestando apertamente l’iniziativa e i programmi, esponendo anche striscioni dai contenuti omofobi. “Emergenza omofollia” o “Maschi selvatici non checche isteriche” recitavano i manifesti che per qualche ora hanno ricoperto i cancelli del Giulio Cesare. D’altra parte, la preside si è allineata con orgoglio accanto alle due docenti di lettere, vittime di un caso che ha assunto dimensioni esagerate, mentre gli studenti difendono chiaramente la posizione apolitica assunta dalla scuola, dissociandosi anche dai manifestanti. L’autrice del libro incriminato, Melania Mazzucco, non ha tardato a esprimere la propria opinione in merito. La scrittrice si è definita sbigottita e dispiaciuta.

La lettura del passo è stata forse solo un pretesto per dare sfogo a un pensiero di base discriminatorio già maturo. Non si spiegherebbe infatti l’impassibilità degli stessi genitori davanti alla lettura di altri brani di autori come Catullo, Saffo o Petronio. I contenuti erotici e gli amori omosessuali erano evocati anche allora e riproposti oggi in tutti i licei.
Molti genitori non sanno o forse non vogliono sapere che i loro figli sono in realtà molto più edotti di quanto non dica lo stesso libro della Mazzucco. Il passo incriminato presenta sì una situazione esplicita, descritta attraverso parole chiare, dirette, che non si nascondono dietro a falsi artifici e non lasciano niente all’immaginazione, ma si tratta pur sempre di un unico brano. Eppure la storia è piena di grazia e tenerezza, che non può che far riflettere sul mondo che ci circonda e che è stata considerata da alcuni ragazzini e dai loro genitori solo per il tema che affronta, quello del sesso tra gay. Tema che è ancora in grado di suscitare scandalo.
Gli stessi genitori forse non sanno che i propri figli sono capaci di intendere, di accettare o rifiutare ciò che la scuola offre, più di quanto pensino. Studenti che anche a 15 anni sono in grado di coltivare il proprio pensiero, senza scandalizzarsi davanti a una effimera scena di sesso, che d’altronde la televisione propone loro ogni giorno, a ogni ora, senza restrizioni.
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