Amore per la propria terra, passione e determinazione: sono questi gli ingredienti fondamentali che animano esperienze di riqualificazione urbana in tanti luoghi d’Italia. Li chiamano processi dal basso, perché i protagonisti sono gli stessi cittadini che destinano energie personali e conoscenze per riportare aree abbandonate all’attenzione della comunità. Ne conosciamo tanti di parchi, giardini, edifici, che negli anni hanno subito l’incuria e si ritrovano ad essere dei posti abbandonati al loro destino. La riqualificazione non è un cammino semplice, soprattutto quando diventa un percorso ad ostacoli tra burocrazia e ri-progettazione. E quando un luogo caro diventa ostaggio del tempo che passa, solo i cittadini possono essere gli artefici del cambiamento. Anche a costo di investire il proprio tempo, la propria energia: nulla può contro la voglia di restituire un posto che ha bisogno di rinascere.
Sono tante le storie, da Nord a Sud, che raccontano esperienze di riqualificazione di questo tipo. Il Giornale Digitale si è fermato in un piccolo comune del Sud Italia: siamo a San Mauro Cilento, in provincia di Salerno. Tra mare e montagna, San Mauro ospita poco meno di mille abitanti e rappresenta uno dei punti di attrazione turistica del bel Cilento.
Buon cibo, panorami mozzafiato e una storia immensa da raccontare fatta di tradizioni e cultura. Come fare per ridare voce ad alcuni luoghi abbandonati? Ci ha pensato un gruppo di giovani tra designer, architetti, professionisti che ha dato il proprio contributo mettendo in rete competenze e passioni.
Ragazzi di San Mauro che sono andati via per studiare, crescere, lavorare ma che sono tornati qui con un obiettivo ben preciso.
Nasce così CreativeOlive, la manifestazione giunta quest’anno alla terza edizione; la rassegna culturale celebra la fine dei lavori attraverso un percorso culturale. È stato l’ex parco dell’oratorio ad essere oggetto del loro piano di riqualificazione: dopo un lungo lavoro, questo luogo è diventato una vera e propria piazza, progettata dallo studio di architetti Amor Vacui, pronta ad ospitare eventi e manifestazioni. Dei volantini, realizzati da Amor Vacui, con su scritto “Sta nascendo la tua nuova piazza” hanno innescato la curiosità di tutti, fino poi a spiegare il da farsi per riportare l’ex parco a diventare il centro della vita di San Mauro Cilento. I cittadini sono stati così invitati a partecipare alla ricostruzione, e ognuno, in base alle proprie possibilità, ha fornito un contributo. La nuova piazza ha preso forma ed è stata presentata proprio in occasione di CreativeOlive 2015.
Tra musica, arte, design e cinema la tre giorni dedicata ha visto un grande afflusso di persone desiderose di immergersi nel tema dell’altrove, motivo ispiratore della rassegna.

Noi de Il Giornale Digitale abbiamo incontrato Teresa Montefusco, tra gli organizzatori della rassegna. Ventisei anni, studentessa di Storia dell’arte a Roma, Teresa ha lasciato San Mauro all’età di diciannove anni, ma non ha mai abbandonato la sua terra.
Teresa, ci racconti come nasce questo progetto e di cosa si tratta? Dove ha origine il nome CreativeOlive?
Il nome della manifestazione, omaggio al piccolo centro di San Mauro Cilento notoriamente conosciuto come “paese dell’olio”, sintetizza una duplice funzione: creatività e legame con la propria terra. L’idea nasce da un giovane ingegnere campano formatosi tra Italia e Stati Uniti, desideroso di poter contribuire allo sviluppo della propria terra d’origine. L’incontro con un gruppo di giovani Sanmauresi, i quali ne condividono volontà ed obiettivi, ha reso possibile la prima edizione della rassegna e la costituzione di una associazione culturale denominata Officine Sammart.
Avete sistemato con le vostre mani una zona abbandonata di San Mauro, destinandola a questa rassegna che ha attirato tanti visitatori. Design, musica, installazioni d’arte, parole e poesie declinate sul tema dell’altrove: ci racconti che tipo di lavoro è stato fatto e quanto tempo ci è voluto per mettere a punto la rassegna?
L’organizzazione della rassegna generalmente ha la durata di circa un anno di cui una buona parte siamo impegnati nel lavoro autoriale e di programmazione dell’evento e una volta messo a punto il quadro generale, nei mesi estivi si procede con un lavoro più specificatamente fisico agendo sul luogo scelto. Quest’anno focalizzare l’attenzione sul parco dell’oratorio, luogo di crescita e condivisione delle ultime generazioni Sanmauresi, combattere lo stato di abbandono in cui versava e liberare lo spazio per connetterlo al contesto ha rappresentato il nucleo operativo e morale di questa terza edizione.

Quali principi avete voluto trasmettere a chi ha partecipato?
Abbiamo pensato in questa edizione di creare un punto di partenza, anzi, di ripartenza, sperando di poter costruire una discussione comune, ponendoci come imperativo morale la bellezza dei rapporti umani, delle persone, delle parole, dei sorrisi, della delicatezza dell’immaginazione.
Tu hai accompagnato i visitatori nel loro percorso, cosa ha attirato di più?
I visitatori hanno seguito con attenzione tutto il percorso espositivo. Credo che l’alto coinvolgimento sia stato dovuto all’interattività della maggior parte delle opere, da L’uomo sogna di volare di Nicola Cestaro che prevedeva delle proiezioni in video-mapping sul campanile della chiesa a La Lavagna, parete del parco in cui era possibile lasciare un ricordo legato alla “precedente vita” del giardino.
Alla base di CreativeOlive l’idea che la valorizzazione del territorio e la riqualificazione debba partire “dal basso”, qual è la spinta propulsiva che vi ha portato a fare tutto questo?
Attraverso CreativeOlive, l’associazione culturale Officine Sammart agisce sul proprio territorio cercando di evidenziare oltre alle bellezze naturali lo spirito del luogo, fondendolo con esperienze diverse e cercando un equilibrio tra tradizione e modernità che ritiene necessario ad una crescita umana, professionale e territoriale. Non si agisce sul territorio senza agire sulle persone che lo abitano, e coinvolgere in modo sempre maggiore la popolazione fornendo spunti nuovi e confronti rappresenta la mission, la nostra sfida da affrontare e da vincere.

Al termine della rassegna avete quindi restituito il parco di San Mauro alla comunità, riabilitando un luogo che prima era inutilizzabile. Che messaggio ti senti di lasciare a coloro che vivranno nuovamente questa piazza?
Abbiamo restituito alla comunità un luogo diverso da come era in origine, mediato dalla nostra visione delle cose. Quel che speriamo è che la comunità ricordi e ritorni a vivere quel posto con lo spirito di un tempo.
La domanda è d’obbligo: cosa avete in programma per l’edizione 2016?
Su cosa posare lo sguardo per la prossima edizione stiamo ancora ragionando. Quel che possiamo dire è che il lavoro nell’ormai ex- parco dell’oratorio riteniamo non sia finito.