È stato un weekend amaro per l’Italia pallonara, risvegliata all’alba del sabato dalle nuove notizie sull’inchiesta del calcioscommesse. La Procura di Cremona ha rivelato nuovi dettagli, nuovi coinvolgimenti, nuove partite e parole chiave ed ha tirato in ballo anche il Sassuolo. È questo quanto emerge dagli accertamenti dei periti informatici, incaricati di analizzare i 200 apparecchi tra computer, smartphone e tablet del centinaio di indagati nell’ambito dell’inchiesta sul calcioscommesse. “Tutti li tempi tornano, li uomini sono sempre li medesimi” scriveva Machiavelli circa cinque secoli fa, e forse non aveva tutti i torti quando pensava ad una concezione ciclica della storia. Ci risiamo, ci siam ricascati verrebbe da dire, il Bel Paese è di nuovo dentro all’occhio del ciclone, e ancora una volta a far parlare di noi sono gli scandali.

Il calcioscommesse riporta in primo piano una delle piaghe più antiche e brucianti della storia del pallone. Dal 1927 agli anni ottanta, dagli anni ottanta fino ad oggi, la revoca dello scudetto al Torino, le Giuliette verde oliva della guardia di finanza sulla pista dello Stadio Olimpico di Roma, le retrocessioni, le multe, le penalizzazioni e le lacrime dei pentiti sono ancora immagini scolpite nella mente dei più. Nel 1927 un dirigente del Torino tenta di corrompere Allemandi, difensore della Juventus, per truccare la partita. La Federcalcio dopo denunce e vari accertamenti ritirò lo scudetto dei granata. Siamo davanti al primo tentativo di “compravendita” di risultati, anche se questo episodio non possiamo considerarlo come un vero e proprio esempio di calcioscommesse.

Il primo vero scandalo che colpì il calcio italiano, risale infatti alla stagione 1979/1980. Passò alla storia con il nome di Totonero e vide coinvolte società di Serie A e Serie B, giocatori e dirigenti. La denominazione dell’inchiesta era dovuta al fatto che in quegli anni, non esistevano ancora delle agenzie di scommesse autorizzate, e quindi per la Figc queste rappresentavano un caso di illecito sportivo. Il tutto avvenne a soli tre mesi dall’inizio del Campionato europeo di calcio 1980, che quell’anno si sarebbe disputato proprio in Italia, facendo perdere molta credibilità al calcio nazionale. Forse vera giustizia non ci fu mai, le squadre coinvolte erano molte di più di quante non avessero pagato. A farne le spese furono soprattutto Milan e Lazio, retrocesse automaticamente in Serie B. L’inchiesta totonero vide coinvolti anche giocatori importanti come Savoldi, Giordano, Manfredonia, Paolo Rossi e tanti altri ancora, costretti a lunghe squalifiche che li tennero lontani dai campi da gioco.

Sempre negli anni ottanta, sei anni dopo, in un’Italia che si era appena ripresa dallo scandalo del 1980, un altro caso di calcioscommesse sconvolse la penisola. Per le dinamiche e per la similarità degli illeciti con il totonero, l’inchiesta fu denominata totonero-bis. Vide coinvolte società dalla Serie A alla Serie C2 con un giro enorme di partite truccate nelle stagioni 1984/1985 e 1985/1986. A farne le spese in questo caso furono soprattutto l’Udinese e il Vicenza. La compagine friulana fu retrocessa in Serie B, mentre ai veneti, non fu concesso di iscriversi alla massima serie, e dovettero rimanere in quella cadetta. Di tutt’altro carattere fu invece Calciopoli nel 2006, che vide coinvolti in maniera pesante alcuni arbitri della massima serie. Ritorniamo così ad oggi, dove l’inchiesta Scommessopoli che va avanti ormai dal 2011, continua a procedere portando alla luce sempre nuovi dettagli, nuove partite e nuovi indagati. È l’ennesimo declino del calcio italiano, da cui molte persone hanno deciso di allontanarsi perchè ormai contrario ai valori di competitività ed onestà dello sport. È la fotografia cruda e spietata del livello di inquinamento del nostro calcio, il suo totale fallimento, la sua decadenza etica e morale. È un calcio che sbaglia, paga e poi continua a sbagliare, e forse Machiavelli non aveva tutti i torti cinquecento anni fa.

Credits Cover: curiosando708090.altervista.org