Sono trascorsi poco più di trent’anni da quando Ferlaino acquistò Diego Armando Maradona dal Barcellona per 13,5 miliardi di lire. Il pibe de oro venne presentato ufficialmente allo Stadio San Paolo e fu accolto da ben settantamila persone, che pagarono la quota simbolica di mille lire per vederlo.

Oggi come oggi rasenta l’utopia pensare di tornare ai fasti degli anni ’80 e ’90, quando il nostro campionato era il più prestigioso del mondo. Il calciomercato era un susseguirsi di colpi di scena a suon di miliardi e di campioni: Gullit, Rumenigge, Careca, Platini, VanBasten, Ronaldo, Matthaus, Shevchenko e Zidane, solo per citarne alcuni.

Per la stagione 2014-15 invece la nostra Serie A è il terzo campionato in Europa per spese con circa 330 milioni e 1396 operazioni in entrata, di cui tantissime a costo zero, altri con pagamenti rateizzati e prestiti biennali. Poco sotto di noi c’è la Bundesliga con 280 milioni che ha subito una lieve flessione rispetto allo scorso anno; tuttavia si deve tener conto che il trend dei 18 club di Germania è quello di sfornare giocatori dal proprio vivaio piuttosto che cercare all’estero.
Lontane anni luce sono la Spagna e l’Inghilterra. La spesa per il trasferimento di giocatori nella Liga ha raggiunto i 540 milioni di euro (130 in più della scorsa stagione), di cui l’83% appartiene a Real Madrid, Barcellona e Atletico che hanno acquistato rispettivamente James Rodriguez per 80 milioni, Suarez per 81 e Griezmann per 30. La Premier League si è invece confermata la regina assoluta del mercato raggiungendo quasi il tetto del miliardo di euro. Il Manchester United recita la parte del leone con i suoi 200 milioni di euro spesi per assicurarsi Di Maria, Falcao, Blind, Shaw ed Herrera; segue il Liverpool con quasi 150 milioni investiti (81 provenienti dalla cessione di Suarez) e il Chelsea con 115.

Da queste cifre è semplice intuire il perché il nostro campionato non ha più il fascino degli anni d’oro e le nostre big non riescano più a competere con i top club d’Europa. Basti pensare che l’acquisto più costoso è stato quello di Iturbe (dal Verona alla Roma per 24,5 milioni), a cui segue quello di Morata con 20 milioni e di Manolas con 13. In Serie A non è arrivato nessun top-player, ma soltanto ottimi giocatori sulla via del tramonto o riserve di qualche big europea. Ashley Cole, Evra, Vidic, Fernando Torres, Alex e Menez saranno senz’altro buoni calciatori che ben figureranno in Italia, ma non rientrano nella cerchia dei campionissimi che eravamo abituati a vedere anni fa. Inoltre la Serie A ha visto partire Balotelli, il cannoniere Immobile e Cerci (Borussia e Atletico Madrid per la coppia granata), ma per fortuna è riuscita a trattenere giocatori del calibro di Vidal, Cuadrado e Pogba, richiestissimi in tutta Europa.

Per la stagione 2014-15 dovremmo accontentarci dell’eterno Di Natale, dell’intramontabile classe di Pirlo e Totti, del fiuto del gol di Klose (unico campione del mondo presente in Italia) e Higuain, dell’eleganza di Pogba, delle accelerazioni di Cuadrado, Iturbe ed El Shaarawy, dell’anima battagliera di Vidal e di Rafa Marquez.

Prendere o lasciare.