L’Unione Europea qualche mese fa ha approvato un sostanziale irrigidimento delle regole antifumo valide per tutti i paesi membri: via i pacchetti da dieci, aumento della porzione di confezione occupata dalle avvertenze mediche ed entro il 2019 abolizione di tutti gli additivi e gli aromi che renderebbero più gradevole il fumo. A breve questo piano antifumo passerà alla ratifica delle singole nazioni, che dovranno decidere se adottare le misure proposte.

Una direttiva antifumo rivolta soprattutto ai giovani, che secondo una ricerca sarebbero i maggiori acquirenti del “pacchetto piccolo” visto che all’atto dell’acquisto costa meno e contiene una quantità di sigarette più che sufficiente per un ragazzo non ancora fumatore accanito. I pacchetti contenenti dieci sigarette sono inoltre la tipologia di prodotto che invoglia di più i giovani ad iniziare a fumare visto che, come ogni fumatore avrà provato agli inizi, si nascondono meglio dagli occhi dei genitori. Sarà dunque vietata la vendita e sanzionato l’acquisto di confezioni contenenti meno di venti sigarette.
Altra scelta che si rivolge ai giovani è quella di imporre la cessazione della produzione di sigarette contenenti aromi come il mentolo, che renderebbero più gradevole l’aspirazione del fumo e sicuramente più attraenti commercialmente le sigarette.

Si sente sempre più spesso la gente dire che bisogna essere quantomeno stupidi per mettersi a fumare nel 2014, ma questa visione semplicistica del problema non ci aiuta. Bisogna capire che il problema è sostanzialmente più grave poiché se i ragazzi, consci dei rischi che il fumo comporta, iniziano; pensano ancora che sia un’abitudine riconosciuta nel nostro paese come “da uomo figo” oppure “da macho”. E se è per prima la società a spingerci a fare queste cose non bisogna stupirsi se molti sono i giovanissimi a cadere nella trappola delle bionde, d’altronde le azioni per contrastare il fenomeno sono pochissime, e solo in una classe scolastica su 100, nella scuola dell’obbligo italiana si svolgono incontri di approfondimento sul tema.

Ma la direttiva non riguarda solo i ragazzi: le case produttrici dovranno, a partire da subito, predisporre i pacchetti in modo da lasciare libero il 65% della loro superficie per i messaggi medici antifumo, che dovranno tra le altre cose essere collocati sulla parte superiore della confezione, per essere visibili anche dallo scaffale del tabaccaio. I messaggi saranno inoltre corredati da immagini che mostrino i molteplici danni materiali a cui il fumo porta. Queste misure sono però state interpretate con scetticismo da molti esperti del settore perché è stato dimostrato ampiamente che le classiche “avvertenze” sui pacchetti non sono incisive e non hanno alcun effetto sul potenziale acquirente. Le immagini spaventose che dovrebbero apparire sui pacchetti hanno invece un potere deterrente maggiore, ma aiutano davvero chi ha già maturato una decisione di smettere. Niente da fare invece per i fumatori più accaniti, che non considerano affatto alcuna avvertenza (il 97% non le considera mai, dati istat).

Sul nodo delle sigarette elettroniche l’Europarlamento preferisce invece non sbilanciarsi: starà infatti a ogni stato decidere se esse siano derivati del tabacco e quindi vietarle oppure classificarle come farmaco che aiuta a smettere di fumare. L’Italia sembra attestarsi sul primo fronte in quanto, oltre all’aumento sconsiderato delle accise sul fumo elettronico che hanno portato al fallimento moltissimi negozi, ha vietato le e-cig in tutti i luoghi pubblici, compresi mezzi di trasporto e uffici. Ormai è chiaro che questi articoli hanno rappresentato un’ondata brevissima nel panorama dei disabituanti da fumo di sigaretta e su pochi fruitori che hanno smesso ci troviamo oggi con migliaia di persone che sono tornate al tabacco.

In Italia restano però molte perplessità: non è infatti una cosa nuova il fatto che nel nostro paese le scelte vengano fatte per stare dalla parte dei poteri forti. Una scritta in più sui pacchetti non cambierà assolutamente niente per quanto riguarda i dati di vendita, e i giovani facendo qualche sforzo in più riusciranno a conquistarsi l’inarrivabile pacchetto da venti. Molti pronosticano invece che le norme che davvero dovrebbero minare il potere delle lobby (riduzione delle licenze da tabaccheria e copertura degli espositori) non verranno mai applicate nel nostro paese. Uno zoccolo duro della popolazione italiana adulta (circa il 7%) ritiene invece che l’unica cosa sana che lo stato potrebbe fare nell’ambito dei tabacchi sarebbe quella di cessarne la vendita; perché non è una buona scelta fare soldi giocando sulla salute della gente e su milioni di casi di tumore ogni anno.