Tutti la conoscono per il suo personaggio cult di Madre di “Sensualità a corte“, l’isterica nobildonna con la fissa per la linea perfetta e l’età indefinita, in eterno conflitto con lo svampito figlio super pop Jean Claude. Ma sotto i costumi di scena, scopriamo un’attrice e una donna dalle mille sfaccettature.
Simona Garbarino, genovese doc, attrice e formatrice del Teatro dell’Ortica di Genova, si occupa di formazione nel campo della pedagogia teatrale, del teatro sociale, visto la sua laurea in Pedagogia. Numerose le sue collaborazioni con università italiane come quella di Genova e la Cattolica di Milano, nei panni di docente.
Dal 2003 lavora al fianco di Marcello Cesena nella sit-com “Sensualità a corte” all’interno di varie programmi, come “Mai Dire…”, indossando i panni di “Madre”, che nel 2011 sbarca su Raidue nel programma “Quelli che il calcio”, condotto da Victoria Cabello. Inoltre con Cesena e Pirovano partecipa alle serie comiche “Doctor House“, “Don Babbeo” e “Prof. Calzamaglia“.
L’abbiamo raggiunta telefonicamente per conoscere meglio Simona e per scoprire i suoi progetti futuri.
Simona, come ti definiresti come attrice?
Sono un’attrice un po’ sui generis. Ho iniziato molto giovane ed ho sempre unito la parte attoriale alla parte di pedagogia, quindi un po’ attrice un po’ pedagogista. Sono partita in questo modo fin dai tempi dell’università ed ho proseguito sempre in maniera parallela fino ai giorni nostri, mantenendomi sempre sul filone della comicità, fin dall’inizio, senza mai abbandonarlo.
E come donna?
Aiuto, che domanda difficile. Bè, mi sento una donna sempre in movimento, un movimento interno che mi abita sempre. Da una parte c’è una grande immaturità, in senso positivo, che mi aiuta tanto nel mio mestiere.
Cosa ti ha spinto ad intraprendere una carriera come docente di pedagogia, oltre a quella di attrice?
È stato tutto un po’ casuale. Ho iniziato l’università, scegliendo pedagogia, per motivi logistici, perché io avrei voluto fare lettere e filosofia, ma per comodità ho scelto pedagogia, che si è rivelata un’ottima scelta, che mi ha permesso di aprirmi ad orizzonti a cui non puntavo assolutamente. Infatti, grazie a questo ho scoperto l’ambito della pedagogia teatrale e quello filosofico e antropologico, che mi appassionava, ed ho unito tutti questi interessi al servizio della teatralità.
Com’è nata la tua collaborazione con Marcello Cesena, autore e regista di “Sensualità a Corte” e interprete di Jean Claude?
Sono approdata a “Sensualità a corte”, dopo tanti anni di teatro, soprattutto dialettale e di educazione e formazione per ragazzi. Mauro Pirovano, che inteprata Madrina nella sit-com, mi ha vista a teatro e mi ha segnalata a Marcello, che nel 2002-2003, cercava un pool di attori per un lavoro con la Gialappa’s. “Sensualità a corte” era ancora un’idea, ed io mi sono presentata al provino.
A cosa o a chi ti sei ispirata per interpretare il personaggio di Madre?
Mi viene da ridere perché per alcuni aspetti mi sono ispirata a mia madre, lo so che non è tanto lusinghiero. Per essere gentili, in questo personaggio c’è una punta di follia, in questa donna-madre terribile, che a me divertiva tantissimo. Per cui ho saccheggiato il repertorio mimico di mia mamma, che è una donna con una bella personalità e poi mi sono lasciata guidare dalla fantasia di Marcello Cesena, che è davvero una fucina di idee, che aveva già un’idea precisa di come doveva essere il personaggio: completamente folle, plateale, anaffettiva, quindi grazie ai suoi imput, sono riuscita a creare Madre.
Come hai vissuto il successo e la popolarità che ti ha dato questo personaggio?
L’ho vissuto in maniera molto genovese, mi viene da dire, perché i genovesi dentro sono persone un po’ sottotono, di solito. Al di là della piacevolezza e della gioia con cui incontro i fans o ricevo complimenti da personaggi come Mina, c’è la quotidianità, che è fatta di tante altre cose. Forse avrei potuto sfruttare di più questa situazione, ma non è nel mio carattere. Io mantengo sempre un piano vivido: sono Madre, ma sono anche tante altre cose, che sono quelle che fanno la mia giornata.
Potresti raccontarci qualche aneddoto divertente accaduto sul set?
In 10 anni, sono accaduti tantissimi episodi divertenti, puoi immaginare, talmente tanti che potremmo scrivere un libro. Ci sono episodi legati alle guest degli episodi, come Victoria Cabello, Paola e Chiara o Alba Parietti, ma un episodio che mi ha divertito tantissimo, che riguarda Marcello Cesena, ideatore, regista e anima dello show, è stato un giorno in cui si è dovuto allontanare brevemente dal set per rispondere al cellulare, e sua sorella, la nostra producer ha dato l’azione per girare la scena e di colpo si è materializzato Marcello, lasciando perdere la telefonata, come un fulmine, con una faccia che era tutto un programma dicendo “Chi ha osato dire AZIONE?“. Il capo è lui, quindi non esiste nessuno che possa dire “AZIONE“. La scena è stata davvero divertente.
I fan sono curiosi di sapere se tornerete con nuove puntate di “Sensualità a corte”?
A giorni ci incontreremo con Marcello e con la troupe, con cui sono molto amica, quindi ci vediamo anche al di fuori del set, perché proprio lui ha intenzione di rilanciare per l’anno prossimo, ma per adesso è tutto in forse, anche il progetto, perchè Marcello potrebbe voler mettere in cantiere qualche altro lavoro. Siamo in attesa di notizie certe.
“Sensualità a corte” a parte, se dovessi immaginare una nuova parodia della sensualità, su cosa punteresti?
Bè, abbiamo molto materiale nella realtà, a cui fare riferimento, però credo che il nostro marchio di fabbrica sia sempre quello di inventare ex novo delle situazioni, difficilmente facciamo parodie su persone a cui fare riferimenti precisi. Certamente, l’attuale situazione politica ed economica, potrebbe dare un sacco di spunti interessanti, puntando più sugli eventi che sulle persone. Però, il creativo è Marcello Cesena, quindi lascio a lui la scelta. Un aspetto che lui cura tantissimo è la tipizzazione dei personaggi, in base alle caratteristiche dell’attore, quindi lui ci cuce addosso il personaggio. Il panorama intorno a noi è tragicamente ricco.
Visto la tua formazione teatrale, quali sono i tuoi progetti futuri?
In questo momento, sto lavorando al Teatro dell’Ortica di Genova, che si occupa da tempo di percorsi teatro-sociali e di produzione teatrale, vera e propria. A giorni comincerò una lavorazione nuova con una collega carissima, con cui creiamo un duo ormai consolidato, che si chiama Anna Solaro. Si tratterà di uno spettacolo comico tutto al femminile, dal titolo “Condominio Ridens“.
Parlando di comicità in Italia, su quale comico punteresti in questo momento?
Siccome sono una donna, punto sulle donne inevitabilmente. Io ho una passione sfrenata per Lella Costa, che è una grandissima maestra. Sui giovani, non seguendo tantissimo, non sono tanto informata, devo ammettere, però in questo momento, guardo sempre alle vecchie generazioni, perché sono quelle che hanno sviluppato delle cose consolidate, che hanno fatto scuola, quindi, faccio riferimento ad Aldo, Giovanni e Giacomo, a Gioele Dix, il gruppo dei Broncoviz, da cui provengono Marcello Cesena, Maurizio Crozza, Carla Signoris, Ugo Dighero e Mauro Pirovano, sperando che ci siano nuove generazioni, che portino avanti progetti e soprattutto stili originali, perchè poi il successo della comicità, si vede proprio dallo stile. Inoltre, anche nella mia città, Genova, c’è una scuola molto importante, per quanto riguarda la comicità, che sta crescendo e producendo.