Con i piedi per terra, concentrati sul presente, senza immaginare qualcosa che è lontano da noi: queste le istruzioni per l’uso dettate da chi ritiene che sognare sia quasi tempo perso. Ma che vita sarebbe senza la possibilità di chiudere gli occhi e vagare per altri mondi? Sarebbe una vita di certo meno felice: a dirlo uno studio condotto dai ricercatori delle università inglesi di Sheffield e di Sussex “L’amore è il trionfo dell’immaginazione”, pubblicato sulla rivista Consciousness and Cognition.
L’indagine condotta su 101 persone, 81 donne e 20 uomini adulti, ha valutato proprio quale fosse l’effetto dell’immaginazione sulla vita delle persone, e il risultato non è affatto scontato.
Partiamo dal tempo che dedichiamo a quest’attività: ogni giorno dal 30 al 73% della nostra giornata è per l’immaginazione. La maggioranza di noi lo fa frequentemente o sempre, solo l’1% delle persone dice di non farlo mai. Dall’amore al lavoro, ai rapporti con gli altri, la nostra mente si sofferma su situazioni non vissute o potenziali che il più delle volte, secondo lo studio, donano felicità e benessere colmando dei vuoti interiori.
Sbagliato pensare che se abbiamo già trovato l’altra metà della mela non saremmo proiettati a spingerci oltre il confine dell’immaginazione, la mente vola, ed è proprio questo “viaggio” con la fantasia a darci la linfa giusta – in alcuni casi – per vivere meglio ciò che abbiamo tra le mani.
E per chi ritiene che il sogno sia relegato al momento in cui poggiamo la testa sul cuscino, si sbaglia di grosso, sono tante le occasioni in cui possiamo lasciarci andare, come ha dichiarato all’Agenzia Ansa la psicologa che ha diretto l’indagine Giulia Poerio “Mentre si prende il sole o si legge un romanzo, camminando per andare a lavoro ma anche durante tutte le nostre attività quotidiane, in ufficio o durante il rapporto di coppia – ha precisato la Dott.ssa Poerio – la mente ha una propensione alla deriva verso pensieri estranei, immagini e sentimenti diversi”.

Secondo l’indagine quest’attività influenza i sentimenti: “Si tratta di esperienze immaginarie che influenzano la vita quanto le esperienze reali e la nostra indagine suggerisce che fantasticare su altre persone a noi vicine o lontane può essere una strategia efficace per superare le difficoltà della vita quotidiana. È noto che le interazioni reali con i propri cari possano accrescere la sensazione di benessere, ma i nostri risultati suggeriscono che il beneficio emotivo si può verificare anche grazie alla nostra stessa immaginazione” commenta la dott.ssa Poerio.
Oltre a farci stare bene, sognare può anche essere funzionale alle nostre attività quotidiane: pensiamo alle associazioni mentali che facciamo quando incrociamo qualcuno per strada che ci ricorda quell’amico che non vediamo da tempo, o ancora quando una data pronunciata alla radio ci fa venire in mente una ricorrenza che avevamo dimenticato. Tutto questo non sarebbe possibile se non ci lasciassimo andare al meta significato che si nasconde dietro al nostro quotidiano.
Sognare a occhi aperti fa bene, e può essere un modo per ricordare anche persone che non ci sono più, per avvicinarsi con il pensiero a situazioni fisicamente lontane.
Attenzione, però, a non confondere sogno e realtà: fantasticare dovrebbe guidare il nostro comportamento nella quotidianità e non farcene allontanare.
Se quello che cerchiamo è un’evasione, allora (forse) abbiamo sbagliato sogno.
[Fonte Photo Cover: cdn-media-1.lifehack.org]