Il prossimo giugno verrà inaugurato lo ‘Spazio bimbi Montecitorio‘, ovvero un posto riservato ai figli dei parlamentari.
Finalmente l’Italia apre la mente alle esigenze della donna, spesso costretta a operare una scelta forzata tra famiglia e carriera.
In questo luogo, dall’ampiezza di circa 120 metri quadrati, le mamme e i papà potranno incontrare i propri figli in tranquillità, tra una seduta parlamentare e l’altra.
Il via libera è arrivato dall’ufficio di presidenza di Montecitorio, che ha messo nero su bianco il regolamento e individuati i locali da destinare all’iniziativa.
Questi ultimi verranno naturalmente messi a disposizione dalla Camera stessa: si tratta degli ambienti situati al piano terra del palazzo Theodoli-Bianchelli.
Al termine della seduta la vicepresidente della camera Marina Sereni del Pd, ha spiegato: “Non parliamo di una vera e propria ludoteca o di un asilo, per i quali sarebbe necessaria una struttura ad hoc con permessi specifici; piuttosto, sarà uno spazio di ospitalità per rendere più facile ai genitori vedere i propri figli a Montecitorio, così da non trascurare lavoro e affetti“.
È stata dunque esclusa la fornitura di un ‘servizio professionale di assistenza’, che trasformerebbe l’iniziativa in un vero e proprio privilegio.
Proprio per fugare ogni dubbio i deputati avvertono: ‘Non chiamatelo asilo nido, perché non è di asilo che si tratta‘. Gli ‘onorevoli pargoli’, infatti, non verranno affidati ad una struttura specializzata, bensì saranno accuditi da persone ‘di fiducia dei genitori’, naturalmente retribuiti da questi ultimi.
Insomma il parlamento mette a disposizione solo uno spazio, per la ristrutturazione del quale verranno impiegati 16 mila euro, lasciando ai deputati l’onere di individuare le risorse umane a cui affidare i propri bambini.
Non ci saranno pertanto spese o costi fissi per la Camera, la quale non provvederà assolutamente al reclutamento di babysitter.
Nel regolamento si precisa infatti che:
‘L’accudimento dei bambini è a carico dei deputati o di persone di loro fiducia. La Camera si ritiene esonerata da ogni responsabilità. Sono ammessi i bambini da 0 a 6 anni a patto che siano costantemente accompagnati da un genitore o da una persona delegata, con una presenza massima di 20 persone‘.
Siamo quindi alla fine dei sacrifici per le parlamentari neo mamme, fino ad oggi alle prese con una carenza logistica che rendeva disagevole l’allattamento a Montecitorio.
Lo Spazio bimbi, infatti, mette a disposizione una aerea per l’allattamento nella quale potranno rifugiarsi le mamme durante gli spacchi previsti dalle sedute.
Non bisognerà più allontanarsi dal lavoro e ‘abbandonare’ i più piccoli, perché basterà ‘scendere’ al piano terra di Montecitorio, nella zona antistante il parcheggio riservato agli onorevoli.
Fino a prima della approvazione del dossier, commissionato dalla Boldrini, le attività dei genitori venivano svolte in una piccola stanza situata sul retro dell’aula, ovviamente uno spazio esiguo e inidoneo visto il numero sempre più folto di mamme.
In Parlamento è, dunque, in atto una rivoluzione rosa, motivata dai problemi logistici riscontrati negli anni passati. Il merito è, però, anche dei genitori, approdati in parlamento con una età media più bassa rispetto al passato e dunque molto più sensibili ai problemi dei lavoratori.
Il servizio funzionerà dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 20.30 e nel caso vi siano sedute d’aula o di commissione, sarà attivo anche il sabato e la domenica e i festivi.
La sperimentazione, che avrà inizio il prossimo mese, avrà una durata semestrale.
Quello che sta avvenendo alla Camera non ha nulla di nuovo rispetto alla realtà che si respira da decenni in Europa, dove spazi di questo genere sono presenti in maniera capillare e non soltanto nelle prestigiose aule parlamentari. I diritti dei genitori vengono tutelati a tuttotondo, dal periodo di gestazione della madre sino a quello di nascita della prole. Senza considerare gli aiuti statali che vengono donati alle famiglie e tutte le agevolazioni per il genitore che lavora.
Quanto approvato di recente alla Camera deve essere un monito per adeguare l’intero paese alle esigenze delle famiglie, attualmente stressate per il lavoro e oberate di impegni di ogni sorta.
La speranza comune è quella di scorgere all’orizzonte aria di cambiamento, e di estendere un beneficio come quello in esame alle mamme e ai papà di tutto il paese.
[Fonte foto cover: abhikarma.com]