Dall’Etihad all’Old Trafford c’è una distanza tale che si potrebbe quasi pensare di percorrere a piedi. E parte da una stessa città la storia di uno dei derby più sentiti del calcio inglese, e in maniera più generale del calcio europeo. Quello tra due squadre che hanno avuto una storia molto diversa, per ritrovarsi da una decina di anni a questa parte a dividersi spesso il dominio di un’intera nazione. Manchester è la città dello Sport, dicono in Inghilterra. O forse più probabilmente è quella del calcio.

Old Trafford

Domenica si giocherà all’Old Trafford. Quello che Bobby Charlton definì il “teatro dei sogni”. Il secondo stadio più grande d’Inghilterra, e lo stadio che dal 1910 ospita quasi ininterrottamente le partite del Manchester United. In quel quasi c’è una parte di storia di questa rivalità cittadina. C’è un momento storico, dal 1946 al 1949, nel quale l’impianto dei Red Devils non era agibile perché i nazisti lo bombardarono nel corso della seconda guerra mondiale. E allora anche il Manchester United giocava al Maine Road, lo storico stadio del Manchester City, demolito nei primi anni 2000 (quando in seguito ai lavori Noem Gallagher, grande tifoso del City, acquistò una porta e due file di seggiolini, per tenere nella propria casa il ricordo dell’impianto). Un gesto di solidarietà, ovviamente corrisposto con l’affitto dell’impianto dietro retribuzione, che accomuna i due club di Manchester. E ci riporta a quando, a cavallo tra l”800 e il ‘900 i tifosi delle due squadre tifavano anche l’altra squadra della propria città. A quel calcio primordiale, nel quale le trasferte erano proibitive, e capitava che se in casa giocasse il Manchester United, anche i Citizens andassero a tifare per l’altra squadra di Manchester. Era pur sempre Manchester, ed era il tifo per la propria città. Oggi, se pensiamo a questo e a tutti gli altri derby, ci sembra assurdo. Ma c’è stato un periodo, circa 100 anni fa, che nella città dello sport poteva accadere anche questo. E accadeva.

L'intervento di Best su Pardoe

Così come accadeva che dopo il disastro aereo di Monaco di Baviera, nel quale persero la vita otto calciatori del Manchester United, alcuni tifosi del Manchester City cambiassero squadra. Per solidarietà. Per empatia verso quel club della stessa città che aveva perso nel modo più crudele alcuni tra i propri idoli. Era il 1958 e non si era ancora accesa una rivalità che avrebbe mosso di lì in poi il calcio inglese. Successe negli anni ’70. In Inghilterra, nella stessa Manchester, qualcuno sostiene che nacque tutto da un tackle di George Best su Glyn Pardoe. Le due squadre iniziavano a sentire la rivalità, almeno a livello personale. E il numero 7 dello United con una scivolata ruppe la gamba a Pardoe. Uno degli interventi più brutali del calcio del dopoguerra. Tanto da far balenare ai medici l’idea di amputare la gamba al calciatore del City, tali erano le condizioni dopo l’intervento di Best. Era uno dei primi fuochi di una rivalità che sarebbe rimasta sentitissima per sempre. O almeno fino ad oggi.

Intervento di Keane su  Haaland

Un’altro pezzettino della storia di un derby sentitissimo è quella che vede Haaland e Robby Keane protagonisti. Alla fine degli anni ’90 il difensore norvegese giocava nel Leeds United e con un brutto intervento causò un infortunio serissimo a Keane. Non fu volontario, ma il difensore (come si vede in foto) intimò al calciatore del Manchester United di smettere di simulare e di rialzarsi. Keane in realtà non stava simulando: rimase lontano dai campi di gioco per oltre un anno, e non perdonò mai al difensore questo affronto. Tanto da rompergli intenzionalmente una gamba in una partita del 2001. Ma nel frattempo Haaland era passato al Manchester City, ma fu l’ultima partita che giocò perché quell’intervento folle (e intenzionale, come da lui stesso confermato) di Keane gli stroncò per sempre la carriera. Poi ci sono gli anni 2000, e delle partite sicuramente più equilibrate. La nuova proprietà del City ha dato a quella che tradizionalmente è la seconda squadra di Manchester un potere economico e sportivo tale da rendere equilibrato il confronto. E domani sarà solo l’ennesimo capitolo di una delle partite più sentite d’Inghilterra. Il derby di Manchester.