L’annosa questione del superbollo potrebbe giungere al termine con enorme felicità per chi ad oggi lo paga. Per ora comunque non vi è nulla di certo, siamo ancora allo stato di proposte che devono essere sottoposte in Parlamento.
SUPERBOLLO, COS’È?
Il superbollo è una tassa che va a colpire le auto nuove con potenza (di immatricolazione riportata sul libretto di circolazione) superiore ai 185 kW (252 CV). Tutte le vetture nuove che superano questo dato, ad eccezione di alcune auto ibride (ma solo in alcune regioni), vanno a pagare una tassa di 20€/kW per ogni kW eccedente ai 185. Questa tassa va a sommarsi al tradizionale bollo. Il superbollo poi va a decrescere nel tempo man mano che l’auto inizia ad invecchiare. Per farci un’idea una Volkswagen Golf R, vettura sportiva, ma non estrema, con 245 kW di potenza, paga 1.200 € annui di superbollo. Le supercar da oltre 600 CV pagano cifre nell’ordine dei 5-6.000 € solo di tassa (oltre il bollo normale).
Stando alle ultime parole del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini ha detto quanto riportato. “Meno tasse e ossigeno per l’automotive. Grazie all’intesa con il Mef del ministro Giancarlo Giorgetti – ha proseguito il vicepremier – vogliamo abolire il superbollo auto. Significa cancellare una tassa odiosa, dare ossigeno al mercato, sostenere nei fatti un settore prezioso che coinvolge, in modo diretto e indiretto, milioni di famiglie“.
Il Governo Meloni ha annunciato una drastica sforbiciata di micro tasse, tra cui il superbollo. Stando a recenti studi, i soldi che lo Stato dovrebbe incassare dal superbollo ammonterebbero e ad oltre 160 milioni di euro annui. Le perdite, però, sembrano essere superiori agli incassi. Ci sono circa 90-95 € annui in meno di IVA dovuta ai mancati acquisti, altri 10-13 milioni di mancati bolli, circa 20-25 milioni di mancati incassi per Regioni e Province oltre al danno alle concessionarie auto quantificabile in 50-60 milioni annui.
Insomma rendere meno oneroso l’acquisto di vetture potenti potrebbe giovare sia alle casse statali che agli automobilisti che possono permettersi tale tipo di vetture. In più si darebbe respiro al comparto automotive di lusso (marchi come Ferrari, Maserati, Pagani, Lamborghini) con il relativo indotto (migliaia di posti di lavoro).
La misura potrebbe essere inserita nella prossima riforma fiscale prevista dal Ddl delega. Per saperne di più bisognerà valutare le risorse a disposizione (la coperta è sempre molto corta), trattandosi di mancati introiti immediati per lo Stato, che poi verrebbero recuperati nel tempo. Avremo (speriamo, n.d.r.) buone notizie per fine anno con la Legge di Bilancio per una possibile abolizione dal 2024.