Quando venne ufficializzata la notizia dell’ingaggio (termine molto calcistico) di Giovanni Floris a La7 avevo intuito che nel breve periodo l’ex conduttore Rai aveva fatto un vero affare. Da uno dei tanti volti noti alla Rai, massima aspirazione per un giovane professionista, a giornalista di punta della nuova stagione tv di La7 (non me ne voglia Enrico Mentana). Un contratto di cinque anni e che in molti dicono sia milionario. In pratica, il patron di La7 ha puntato sul cavallo vincente sperando che possa rilanciare gli ascolti della rete puntando sul format del talk show.
E proprio parlando dell’arrivo dell’ex conduttore di Ballarò il patron Urbano Cairo aveva pronunciato queste parole: “Il percorso con Floris sarà lungo – aveva detto l’editore di La7 – non l’abbiamo voluto per due anni, ma sarà con noi per cinque anni. Inoltre, avevamo saputo della sua volontà di fare una striscia quotidiana intorno alle 19.40 ed è stata una cosa che mi ha entusiasmato”. Beh, sappiate che l’entusiasmo di Cairo è già svanito visto che il programma che avrebbe dovuto fare da traino per il tg di Mentana è già stato messo in soffitta e ritenuto un fallimento. Mentana non l’ha presa di certo bene ma dovrà accettare amaramente il tutto, Floris, ribattezzato dai maligni “Floppis”, fa spallucce e si concentra sul programma in prima serata del martedì. Ma sul già discusso conduttore di La7 ci sono anche altre due novità: la fine del periodo di ‘interregno’ nella conduzione di Otto e mezzo visto il ritorno della rediviva Lilli Gruber e un nuovo programma tra le 20,30 e le 21,15 il sabato e la domenica con il tentativo di fare concorrenza a Fabio Fazio con Che tempo che fa su Raitre. Vedremo se sarà un nuovo flop.
Intanto la sua trasmissione, intitolata in maniera originalissima (consentitemi un po’ di sarcasmo) “diMartedì”, non decolla in termini di ascolti ma qui bisogna fare considerazioni ben più ampie che si allargano all’intero filone del talk show, format che va ormai modificato radicalmente. I dati di ascolto di questi primi due mesi della nuova stagione tv sono a dir poco impietosi per Floris e compagnia. Il problema è evidente ma i giornalisti sembrano far finta di nulla e non vogliono rischiare. Non tutti, ma il 90% di loro sì. Floris con Dimartedì non ha mai superato il milione di spettatori di media e il 4,5% di share. Non è che vada meglio a Formigli che nonostante qualche cambiamento, con l’inserimento di maggiori questioni del panorama internazionale, non entusiasma più come prima. Il calo di spettatori medio rispetto alle scorse due stagioni è abbastanza chiaro ma mai così evidente come quello subito da Santoro che ormai è visto da meno di due milioni di persone di media. Il suo programma resta sempre di gran lunga il più visto fra i talk show politici di La7 ma il suo appeal non colpisce gli spettatori come qualche anno fa.
Ma il problema, come anticipato prima, non è La7 ma il format di talk show politico in generale. Anche gli ascolti del nuovo Ballarò di Giannini sono pessimi. Se la cava un po’ Porro con Virus e Del Debbio con Quinta Colonna ma in generale ormai bisogna cantare il de profundis di questo format e conduttori e redazioni devono farsene una ragione. Serve innovazione, osare molto, cambiare a partire dagli ospiti che, se ci fate caso, sono sempre i soliti 60-70 fra politici, economisti, sindacalisti etc che ruotano di settimana in settimana, di redazione in redazione, di programma in programma. Gli italiani sono stufi del solito programma tv a base di politica e vogliono qualcosa di innovativo. I creativi, gli autori, i giornalisti che lo capiranno e che troveranno una nuova formula salveranno il dibattito politico in tv e con esso anche il proprio posto.